Nine questions to Hussein Bazaza, the new fashion talent of Middle East.
Love for the arts accompanies him since childhood as well as the ability to create links between them.
Fashion is, after years of experimentation, his personal means of expression, so personal that the dedication and distinction that can be read in his outfits have earned him the famous Elle Style Award as “Best Upcoming Middle East Designer”, the mention of “Best Emerging Designer” ai The Middle East Fashion Awards 2015, and winning the special edition “ Who is On Next? 2015” in Dubai. All awards, that show the esteem conquered world- wide among the most authoritative and industry experts.
Here is Hussein Bazaza, nine questions and answers.
Hussein, you are one of the most respected young designer of the current international scene, you have made your first collection when you were only twenty-two years old, and by that time you’ve collected one success after another, winning among others, many prestigious awards. Could you share something about your way in this field?
It definitely hasn’t been an easy one; there were a lot of bumps along the road. But I’m grateful to say that it has been quite successful.
What would you like to make known about yourself through your dresses?
The message that I would like to send through my collections is, as a conclusion, to show people that we, at Hussein Bazaza, can create something artistic and wearable at the same time as well as pieces that are recognizably different than the typical Middle Eastern designer.
In your opinion, how every woman should give value to her own femininity with a dress?
To me, womanhood should be managed on each woman in her own terms. She should choose how she would like to expose her feminine heritage in her very own way.
Hussein, you love create mixing across oriental and occidental cultures. What do you admire in both of them?
I love the clash between both cultures. On one and the Oriental one is arabesque with old traditional and nostalgic feels, whereas on the other, the Western side screams modernity.
Do you think that fashion, by way of the higher value of beauty, is a language that can create a link among cultures and various sociopolitical situations?
I think that fashion is somewhat like a common religion for everyone around the world. When it comes to fashion, there are no borders. One wouldn’t know the difference if a specific piece was made in either Lebanon or in America until they ask which brand it is. So, fashion does succeed in creating a bridge between diversity which is rather incredible.
Your country is famous for the ancient art of traditional fabrics, for their craftsmanship. How much this has influenced your decision to become a fashion designer?
That is true. Lebanon is very well known for handcraft fabrics and its traditional ways. Unfortunately though and with all honesty, we do not really incorporate them a lot in our brand because we always try to present more modernity.
What is for you authenticity from a professional point of view?
Authenticity is when an artist finds his own signature style, is own signature which he can be recognized, and which no one is able to imitate, because they would not be capable enough to have it look as good as the actual work, because no one has the same gaze.
What was the happiest day in your career ?
My absolute best day from a professional point of view, is any day I receive sweet compliments, great feedback, and appraisals from clients.
Would you like tell us something about your daily routine?
There is no typical work day for me. Each day comes with different tasks, but as an overview, I am always in the atelier working on new projects, heading to the showroom to meet up with my beloved clients, and basically going back and forth.
Nove domande ad Hussein Bazaza, il nuovo talento mediorientale della moda
Un amore per le arti lo accompagna sin da bambino così come la capacità di creare innesti tra loro. La moda è, dopo anni di sperimentazioni, il suo personale mezzo di espressione. Tanto personale che la dedizione e la raffinatezza che si leggono nei suoi capi gli sono valse la vittoria del Elle Style Award – come “Best Upcoming Middle East Designer”, l’ottenimento del la menzione di “Best Emerging Designer” ai The Middle East Fashion Awards 2015, e la vittoria del “Special edition di Who is On Next? 2015 a Dubai; premi tutti, che manifestano l’apprezzamento guadagnato presso i più autorevoli esperti del settore.
Eccolo qui, in nove risposte ad altrettante domande.
Hussein, sei uno dei più apprezzati giovani stilisti del panorama internazionale, hai realizzato la tua prima collezione a soli 22 anni e da quel momento hai raccolto un successo dopo l’altro vincendo tra l’altro molti premi prestigiosi. Cosa vuoi raccontarci della tua esperienza?Decisamente non è stato per nulla semplice. Ci sono state tante salite lungo la strada; ora provo un sentimento di intensa gratitudine per il successo ottenuto.
Attraverso un tuo abito, quale messaggio vorresti che passasse di te?
Il messaggio che vorrei far arrivare è mostrare alle persone che noi di Hussein Bazaza siamo in grado di creare delle opere d’arte che siano al contempo indossabili, e che le nostre creazioni si distinguono da quelle del tipico designer mediorientale.
A tuo avviso come dovrebbe essere gestito, mediante il vestito, il patrimonio di femminilità appartenete a ciascuna donna?
Secondo la mia opinione la femminilità dovrebbe essere gestita da ogni donna nei propri termini. Ogni donna può scegliere come gestire il proprio patrimonio femminile in maniera del tutto personale. A modo suo.
Ami creare commistioni tra cultura occidentale e orientale. Cosa apprezzi dell’una e cosa dell’altra?
Amo lo scontro tra le due culture. La cultura orientale ha uno stile arabesco con tutta la sua antica e nostalgica tradizione, il mondo occidentale dal canto suo grida modernità.
Pensi che la moda sia un linguaggio che possa aiutare a creare un ponte tra culture, realtà sociali e politiche diverse? Magari attraverso il valore più alto rappresentato dalla bellezza?
Credo che la moda sia qualcosa come una comune religione nel mondo, quando si tratta di moda non ci sono confini, a nessuno interessa se un pezzo sia libanese o americano; alle persone interessa il Brand da cui il capo è generato. La moda riesce a creare così un ponte tra le diverse culture; e questo è incredibile!
Il tuo paese è famoso per l’antica tradizione dell’arte delle stoffe, per la loro lavorazione artigianale. Quanto questo ha influenzato la tua scelta di diventare stilista?
Vero. Il Libano è molto conosciuto per le sue fabbriche artigianali. Purtroppo, in tutta onestà, noi non collaboriamo molto con queste realtà perché cerchiamo di offrire alla nostra clientela un prodotto più moderno.
Da un punto di vista professionale, cos’è per te l’autenticità?
L’ autenticità è quando l’artista trova il proprio stile, la sua propria firma; quando lo si riconosce attraverso questa. Quando nessuno può essere tanto abile ad imitarlo, perché non è in grado di avere il suo sguardo.
Quel’è stato il tuo più bel giorno dal punto di vista professionale?
Ogni giorno in cui ricevo affettuosi complimenti, feedback e apprezzamenti dai clienti.
Vuoi raccontarci una tua tipica giornata ?
Non c’è un giorno lavorativo standard per me. Ogni giorno porta con se nuovi obiettivi, nuovi progetti. Normalmente sono in atelier e poi incontro nello showroom i miei affezionati clienti. Riassumendo è tutto un andirivieni quotidiano tra Atelier e showroom.