Nino Cerruti: un Cavaliere della Moda
Cogliere le sfumature senza rimanere intrappolati in un’immagine precostituita.
Questo il concetto stilistico che ci ha lasciato in eredità Nino Cerruti.
Il confort sartoriale è sempre stato la linea guida delle sue idee creative. Lui che con i tessuti ci sapeva fare. La sua “mano” rilassata, morbida, esigente ma non rigorosa è sempre stata l’alleata perfetta di stoffe pregiate di alto livello. Tutta una questione di tessuti, quelli di casa, quelli del Lanificio di famiglia a Biella che dalla fine del 1800 ha sempre prodotto manufatti pregevoli e di qualità eccellente. Ma non solo.
Cerruti è stato un innovatore intraprendente e uomo del suo tempo. Sguardo acuto con una capacità di osare e di trasgredire senza mai risultare inelegante. Il suo nome evoca quella rivoluzione un pò sussurrata che ha accompagnato il cambiamento sociale di un modo di vestire. Un atteggiamento volto a mettere in luce una nuova riflessione sulla classificazione dell’abbigliamento. Quello della raffinatezza pur non seguendo i classici canoni della moda formale. Stile disinvolto e versatile ma assolutamente ricercato.
Il suo concetto “basic” di confort era legato ad un profondo senso di equilibrio e armonia. La sua informalità chic era un modo di essere, di apparire, di vivere. Una sinfonia quasi filosofica del portare un abito.
La sua cifra stilistica è sempre stata moderna, contemporanea, portatrice di un messaggio di eleganza secondo la tradizione sartoriale italiana spezzata da elementi informali legati alla portabilità quotidiana senza mai dimenticare estetica, gusto e stile.
E’ difficile non pensare a Nino Cerruti quando si ripercorrono le strade del concetto unisex, oggi tanto declamato genderless. Negli anni ’60 per la sua prima sfilata parigina, manda in passerella modelli e modelle con gli stessi abiti. La prima volta nella storia della moda. E in quello stesso momento il prêt-à-porter non fu più solo una esclusività della moda femminile, come il tailleur pantalone una peculiarità solo ad appannaggio della moda maschile.
Le sue donne in tailleur pantalone erano libere, fluide, senza più preclusioni nemmeno nell’abito. Cerruti era riuscito a tirare fuori dal cilindro un risultato straordinario ed unico, il giusto equilibrio tra l’idea mascolina di base senza essere eccessiva ma indubbiamente femminile e alla moda. Ci sarà stato un motivo se i suoi pantaloni erano i preferiti da Madame Coco Chanel!
La sua eleganza era leggera e coinvolgente. Una contaminazione stilistica che evidenziava la voglia di identificarsi senza pregiudizi con capi di abbigliamento non codificati.
Pioniere del casual chic, del glamour “portabile”, Nino Cerruti è il primo che azzarda l’ibrido per eccellenza, quello tra il lusso classico della giacca e l’informalità dello stile pratico e disinvolto.
Con lui, per la prima volta una giacca esce dalla sartoria prima di essere completata. Cade l’imbottitura, la fodera si adagia al capo priva di sostegno, le impunture diventano invisibili e il taschino non è più a filo dritto. I canvas diventano più duttili e la giacca prende definitivamente una nuova strada, quella del capo destrutturato. Proprio il suo modello decostruito sarà la base della più iconica “casacca” cha ha fatto storia nella moda maschile, quella di Giorgio Armani, uno dei più talentuosi assistenti di Cerruti.
Quel mood così pieno di charme discreto di Nino ha fatto breccia nel cuore di tutti. Dai neo esistenzialisti parigini che frequentavano le “caves”, ai nuovi dandy, persino agli hypster e ai radical chic.
Come il suo profumo Cerruti 1881. Perchè, come diceva Oscar Wilde, “in tutte le questioni importanti, lo stile è l’essenziale”. E di stile Nino Cerruti ne aveva da vendere.
NINO CERRUTI E IL CINEMA
Quante volte abbiamo visto e rivedremo con occhi a forma di cuore Richard Gere in Pretty Woman! Quante volte rimarremo di nuovo rapite dal ricco ed elegantissimo Edward Lewis!
Quei suoi completi senza difetti, discreti e senza tempo, quel suo stile così tremendamente glamour. Quello stile Nino Cerruti. Quel buon gusto tutto italiano che ha conquistato Hollywood.
Il suo nome appare nei titoli di coda di più di un centinaio di pellicole iconiche ed indimenticabili. Da Basic Instinct a Wall Street, dal Gioiello del Nilo ad American Psycho.
Ha vestito di tutto punto Marcello Mastroianni in Prêt-à-porter, passando per Tom Hanks in Philadelphia, Harrison Ford in Air Force One. Senza dimenticare Robert Redford in Proposta Indecente, Jack Nicholson ne Le Streghe di Eastwick fino ad arrivare a Tom Cruise in Eyes wide shut.
Amava conversare con gli attori, “personaggi mai convenzionali. Sovente fragili ma appassionati e appassionanti” così come li vedeva.
Il cinema era un altro aspetto essenziale della sua visione-visionaria della moda. L’espressione di una sostanza materiale plasmabile e attraente, “un colpo di teatro”.
CERRUTI, LO SPORT E LA FERRARI
Nino Cerruti non era certo un uomo ordinario. Creatore, stilista ma anche imprenditore. Il suo amore per la ricerca e per lo sviluppo andavano di pari passo con la creatività dell’effimera, leziosa ed amata couture.
La tinta ottanio ispirata alla benzina fu una sua invenzione.
Quella miscela di turchese e petrolio a metà strada tra il blu e il verde tanto utilizzata oggi, venne lanciata sul mercato da Gianni Agnelli -altro visionario- nel 1958 per le sue Fiat Lancia. Un evento mondano che le vide sfilare per le vie di una Roma in piena “Dolce Vita” e chiusa a festa, con una prorompente Anita Eckberg come madrina.
Un fil rouge ha sempre legato Nino Cerruti alle auto e allo sport. Il suo “modo di vedere le cose della moda” si accostava alla perfezione a quell’idea di sportswear pratico ma glamour che molti atleti amavano indossare. Indimenticabili le tute da sci dello svedese Ingemar Stenmark e le polo del tennista statunitense Jimmy Connors.
Nel 1994 Nino Cerruti si tinge di rosso. Di un rosso unico ed inimitabile. Viene nominato designer ufficiale della squadra di Formula 1 della Ferrari. Insieme, traducono l’abbigliamento sportivo “urbanizzato” in qualità, ricerca, unicità e preziosità. Due eccellenze artigianali italiane tra futurismo, design ed estetica impeccabile, che sono storia.
Dopo essere stato nominato Chevalier de la Légion d’Honneur in Francia nel 1995, Nino Cerruti nel 2000 viene nominato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi Cavaliere del Lavoro.
Un vero Ambasciatore della cultura italiana nel mondo della moda e dello stile che ci ha regalato la passione di fare innovazione con equilibrio, rispettando il passato e la sua tradizione, per poi “aggiungere un pizzico di divertimento e bizzarria, ben consapevole che di quella si tratta”.