Nonostante tutto….. La giacca
by Simona Como Bersani
La giacca rappresenta ancora oggi, nonostante tutto, uno dei capisaldi del nostro guardaroba.
Mille sono i modi per interpretare questo capo.
Ad un colloquio di lavoro è sempre gradita. Una volta era simbolo di rispetto e anche oggi, togliersela a tavola è considerato segno di scarsa educazione. E’ il capo che sta meglio agli uomini e quando i ragazzi giovani la indossano, lungi dal fare del travestitismo ad imitazione dei padri, sembrano degli dèi. Parole di Giorgio Armani.
Giacca informale, destrutturata, peso-camicia, pseudo-camicia.
Giacca minuta, in maglia, a casacca, cinturata.
Giacca monopetto, doppio petto, double-face, smanicata (nelle ultime sfilate ne abbiamo viste di bellissime).
Giacca a vento, alla coreana, alla marinara, alla cacciatora…….
Si potrebbe andare avanti per pagine e pagine, per ore ed ore.
I materiali, poi, innumerevoli.
Una sola, invece, la vera definizione, la vera funzione.
Diremmo che è l’indumento, sia maschile che femminile, che ricopre la parte superiore del corpo, il busto; inoltre diremmo che rappresenta ancora oggi, nonostante tutto, uno dei capisaldi del nostro guardaroba.
Perché nonostante tutto?
Perché – semplicemente – veste, completa, rassicura, caratterizza.
Ad un colloquio di lavoro, ad esempio, è sempre gradita. Non è “obbligatorio” intristirsi con colori che vanno dal grigio al navy per lui o con “tailleurini” pastellati e anonimi per lei (neppure il contrario, però!).
Il tocco di personalizzazione, senza cadere nel troppo eccentrico, farà la differenza. Gli accessori giusti, la cravatta, la pochette (mai abbinata alla prima), il taglio delle spalle (troppo secco e rigido comunica freddezza), piuttosto che un gioiello, una rifinitura, una foggia particolare (carine quelle a campana anni ’50!)……
Mille sono i modi per interpretare questo capo.
Ma torniamo al “nonostante tutto“.
Una volta la giacca era simbolo di rispetto per l’ambiente in cui ci si trovava e, anche oggi, togliersela a tavola è considerato segno di scarsa educazione.
Alcune tendenze vogliono farci credere che in certe circostanze, invece, queste regole siano vecchie ed anacronistiche. Ci mostrano uomini che, a riunioni importanti, indossano giacche rigorose abbinate a bermuda di canvas (con tanto di pelo in vista) e donne parlamentari con giacche avvitatissime sopra camicie che poco lasciano all’immaginazione (signore, un po’ di decoro! e di serietà professionale).
I primi sembrano tanti turisti spaesati, le seconde un’imitazione delle “colleghe televisive” impegnate in altri tipi di attività.
Armani, che, della giacca e del suo eclettismo, è il re, dopo averne decretato la fine alcuni anni fa, l’ha di nuovo riportata in auge sottolineando che, d’accordo la giacca informale e meno rigorosa, d’accordo l’uomo mollemente raffinato e la donna liberata dal modello “vecchia zia”, ma lo stile è ben altro.
Lo stile è, a volte, ricredersi e stupirsi di quello che si pensava scontato.
Durante un’intervista il giorno del suo settantesimo compleanno, l’ha talmente enfatizzata da arrivare a dire che la giacca è il capo che sta meglio agli uomini e che, quando i ragazzi giovani la indossano, lungi dal fare del travestitismo ad imitazione dei padri, sembrano degli dèi.
D’altronde, ormai, ci siamo abituati a vedere per le strade una miriade di appropriazioni di stili altrui e, come già altre volte abbiamo sottolineato, l’adeguatezza o meno alle circostanze non ci crea più problemi.
Succede così che una giacca a vento, con tanto di doposci ai piedi portata con disinvoltura per una passeggiata lungo-lago ci appare normale.
Succede così che una giacca da nostromo, con tanto di bottoni di metallo dorato esibita durante un party non propriamente “a tema”, non ci disturba.
Come mai, allora, nonostante tutto, uno smoking bianco indossato al festival del cinema da un algido ma raffinatissimo Brad Pitt o una vecchia giacca Chanel (“l’eleganza non consiste nell’indossare un vestito nuovo”, affermava Madame) portata in modo fresco sopra una gonna con un taglio morbido e di un tessuto impalpabile, riescono a catturare l’attenzione e quasi ad emozionarci ?
Forse, proprio perché rispondono a delle aspettative giocate, certamente, sul buon gusto, ma soprattutto legate a qualcosa che stiamo vedendo sparire ma che tutti invochiamo a gran voce.
Il buon senso.
Quindi diciamo:
bella in ufficio la giacca di velluto o di fustagno portata all’inglese con pantaloni o gonna secondo la più classica eleganza britannica, ma ancor più bella se sfoggiata un po’ snobisticamente davanti ad un camino, sorseggiando un the;
bella la giacca cerata gialla, costruita come un blazer, sopra un abito di chiffon, ma ancor più bella, sopra un pantalone madras – anche per lui – dietro il vetro di un vaporetto mentre fuori piove;
bella la giacca-accappatoio in spugna colorata con tanto di camicia e cravatta più sleepers ai piedi che su tante passerelle abbiamo, con occhi stralunati, accolto come nuovo, caotico dress-code anche per situazioni correnti. Ma inutile dirlo, decisamente ed esclusivamente giusta solo se appesa dietro la porta del bagno.
Avere uno stile personale significa essere capaci di dire di no, nonostante tutto.