Paisley
Il potente Napoleone Bonaparte amava offrire in dono a Giuseppina di Beauharnais, sua prima moglie, preziosi scialli in cachemire. Questi splendidi indumenti erano originari dell’India e venivano trasportati a cavallo fino in Francia, dove divennero nel “˜700 e “˜800 appannaggio delle donne più ricche ed eleganti.
Da questi capi è stato copiato il Paisley: un disegno orientale, originariamente in porpora e marrone, che prende il nome da una cittadina scozzese diventata famosa grazie all’invenzione e produzione di un tipo di lana pettinata, intessuta con questi particolari ornamenti e utilizzata per confezionare scialli quadrati e sontuose vesti da camera.
Questa città, di origini monastiche e caratterizzata dalla presenza di una bellissima abbazia, in cui, secondo la leggenda, sarebbe stato educato l’eroe dell’indipendenza scozzese William Wallace, presentava un gran numero di manifatture tessili artigianali. Grazie all’introduzione del telaio Jacquard nei primi anni dell’Ottocento, si può parlare di una vera e propria industrializzazione del settore dei tessuti, ma, negli anni ’50 del XX secolo, la produzione cominciò a diminuire a causa della concorrenza di India e Brasile e fu così che, circa trenta anni fa, i filati smisero di essere prodotti.
Il disegno Paisley, tuttavia, non è mai passato di moda del tutto: di tanto in tanto riappare sulle passerelle, come quella di Etro negli anni “˜80, e nelle collezioni degli stilisti, arricchendo abiti, sciarpe, gonne, collant, borsette e perfino tendaggi.