Paola Pollo: torna l’eleganza a Milano Uomo
Paola Pollo, la cronista di moda di riferimento in Italia, giovane, presente sempre ai più importanti eventi di moda degli ultimi 15 anni, caposervizio del Corriere della Sera, racconta a Imore il nuovo concetto di uomo elegante. Meno spettacolarità rispetto agli anni passati, concentrazione sui prodotti. L’uomo visto sotto una nuova luce, essenziale, elegante, pulito con qualche luce, dall’oro all’argento al bronzo per maglioni, giubbotti, tute. Un uomo tecnologico lunare?
Paola Pollo mi racconta come apparirà l’uomo nelle strade delle grandi città dal prossimo anno.
Che novità ci sono sulle passerelle maschili?
Ho notato molta concentrazione sui prodotti. Per assurdo si perde la spettacolarità. Penso alla tuta d’argento di Dolce e Gabbana. Non proponibile in quel colore. Ma in nero è perfetta per i motociclisti. D & G è stata la sfilata più pulita di tutta la settimana.
Ma senza spettacolo che moda è quella maschile, semplice, fatta sempre delle stesse tre cose: giacca, pantaloni camicia?
Proprio in questo sta la novità. Gli stilisti hanno capito che ci si può concedere piccole variazioni sui 3 o 4 elementi – sempre quelli – tipici dell’abbigliamento maschile. Armani con i colori. E suggerisce la polo sotto la giacca, anziché la camicia. Si può fare a meno del cappotto e scegliere un bomber in pelle.
L’uomo torna a essere elegante, perfetto, impeccabile?
Sì. Senza dubbio c’è un grande divario tra moda giovane e quella over 45. A Milano sono stati presentati i trend che vanno bene per i giovani manager. Per i due Matteo Arpe, Marzotto, non certo pensati per un Tronchetti Provera. E’ per i giovani 30enni che cercano un abbigliamento classico.
Quindi proposte per i manager rampanti?
Sì per il giovane c’è la giacca più affusolata più corta. Il pantalone è sottile. Le scarpe? Molto lucide e soprattutto tanti stivaletti e le immancabili sneakers. Molta eleganza e compostezza, un uomo classico ringiovanito nelle forme che cadono più morbide.
Le tendenze?
Il metalizzato, l’argento, l’oro il bronzo che prende per mano la moda. E’ il filone futurista, presente anche nei trend femminili. I materiali sono tecnologici. Però c’è una diversità rispetto a prima. Nel senso che non c’è quella rottura degli schemi e abbandono della realtà per il surreale. Gli stilisti sono molto legati al prodotto, all’eleganza.
Ci fai qualche esempio?
Per esempio i maglioni di flanella e cashmere di Calvin Klein, plastificati molto belli. I tessuti tecnologici in modo che gli abiti cadano comunque eleganti. Molto lavoro sui giubbotti. Molti capispalla, anche pesanti. Si è voluto costruire capispalla più ridotti, con pesi diversi, con tanti strati che si staccano.
I colori?
Molto scuro, il nero, i grigi. Difficile per l’uomo classico indossare il nero. Quando mai si potrà vestire così?
I toni sono eccessivi?
Mai. Eccezione per le spalmature d’oro di bronzo e d’argento. Il lurex dei maglioni di Jil Sander sono stupendi. E’ l’effetto della tendenza generale.
E’ finita l’era della camicia a tutti i costi e sempre?
Ho visto molte meno camicie, cravatte. Polo sotto le giacche (Armani) e dolcevita.
L’ispirazione?
Soprattutto 007. Per Armani l’eleganza eccentrica e la stravaganza di D’Annunzio. Lo si è visto nella ricercatezza con cui sono stati vestiti i modelli, mai un dettaglio fuori posto. Anche la rilassatezza di un Luchino Visconti, che indossava la polo. Gucci si rifà al look del primo 007.
Una sfilata che fa riflettere?
Prada. Ti obbliga a pensare a dove voglia arrivare con quei maglioni e tute di pelo e ti chiedi perché e che lavoro sta facendo. E’ pazzesco: è ricerca pura di tessuti forme immagini. E’ la ricerca allo stato puro di un’idea, un concetto.
Per tornare alla realtà, lo smoking?
Regge anche per la prossima stagione.