PARIGI val bene un NUDE LOOK
La Fashion Week parigina sembra aver confermato e suggellato i trend per la Primavera-Estate 2015 emersi dalle passerelle di Milano, Londra e New York, seppur con qualche sottile variante, alla ricerca di un segno distintivo e identitario, non scevro della solita tentazione di anacronistica grandeur.
Allora, ecco che a Parigi a colpire è stato, in particolare, il malizioso effetto vedo-non-vedo (noto anche come mesh look) declinato in outfit ad alto quoziente seduttivo grazie a lavorazioni intriganti, inserti e applicazioni trasparenti, con dovizia di veli, trafori, aperture che scoprono sensualmente la pelle nuda.
Un’altra tendenza cool captata durante le sfilate nella Ville Lumière è stata quella delle righe (variamente interpretate), nonché quella delle fantasie floreali esaltate da ricami preziosi e lievi. Ma ad intersecare le linee-guida della moda per la stagione calda sembra essere soprattutto la malia del cromatismo block che abbina tinte sgargianti, ma anche delicate nuance pastello, per un risultato ottico davvero eccitante.
E’ il caso delle deliziose proposte di Madeleine Vionnet, di Paco Rabanne, di Ann Demeulemeester, per donne che sanno incedere con grazia esaltando la fragranza di tessuti impalpabili. Non è da meno Cristobal Balenciaga che ha voluto flirtare con il see through creando abitini neri con maniche e top velato, gonne strette a matita, longuette, spesso orlate di frange cinetiche, che conferiscono un mood provocante ed estremamente femminile.
Balenciaga ha presentato a Parigi anche splendide giacche molto strutturate e dalla silhouette architettonica, che Rochas invece ha concepito come maxi-golf trattenuti da cinture “spugnose” che sembrano quelle degli accappatoi o addirittura allacciate sul petto per donare una forma a godet, più ariosa e scanzonata.
Smaglianti i colori che baluginavano in passerella, ad esempio negli outfit monocromi di Cedric Charlier e Sonia Rykiel, mentre Roland Muret ha accostato il lilla al rosa e il bianco o l’azzurro al giallo e all’arancio per un brillante patchwork di sapore mediterraneo. Inoltre, per la prossima Primavera-Estate è convalidato il trend delle righe, larghe e nette, come suggerisce Jacquemus e come certifica John Galliano con le sue stripe appena sfumate in accordi tenui.
Ci ha pensato un big come Dior a recuperare il fascino puro del classico senza rinunciare alla sperimentazione erede del New Look, con raffinati ricami che, senza apparire old-fashioned o indulgenti ad un greve iper-decorativismo, richiamano i lussi settecenteschi della corte di Versailles da un lato e, dall’altro, i voli nello spazio, in un cortocircuito cronologico. A prevalere sono stati i toni chiari, in primis un abbacinante bianco lunare, e poi accenni più energici e qualche raro tocco chiassoso a ravvivare pizzi, tulle e armonie vegetali. Ci hanno incuriosito i redingote edoardiani indossati a pelle e avvitati ai fianchi, le fresche tutine seriche con zip e applicazioni di metallo, le marsine di velluto e agnellino persiano che sarebbero piaciute a Maria Antonietta, bordate di fioriture e filigrane auree come se fossero arazzi principeschi, abbinate a scattanti pantaloni a sigaretta.
Anche Celine ha punto su colori diafani ed eterei da caramella sugar-free, mentre Lanvin ha virato deciso verso tinte vitaminiche in un carosello di long dress monocolori all’insegna dell’azzurro, del rosso e del verde.
Da segnalare anche un felice revival del tessuto jeans, tradotto da Kenzo in maglie over e generosi capospalla, e da Chloé in tute morbide e disimpegnate.
Chiudiamo in gloria con il “nostro” Valentino, vale dire Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, che hanno voluto celebrare la “Grande Bellezza” italiana consustanziata tanto nei capolavori dell’arte e del paesaggio quanto nella perdurante maestria dell’alta tradizione artigianale. Le forme attingono al mito, alle statue magnogreche anatomicamente perfette, al mondo onirico di un sommo passato. Incantevoli le tuniche scolpite con cura nei particolari, sottolineate da sandali alla schiava, e gli abitini di seta da vestale con vezzose increspature barocche. Non mancano gli squilli di colore che citano i mosaici delle domus pompeiane, ma a rubare la scena sono soprattutto le creazioni di ispirazione equorea che vedono un trionfo di capi in voile e chiffon, pieni di luce ed effetti cangianti, meravigliosamente decorati di fauna pelagica. Anche le gonne dalle fantasie esuberanti sono da favola, così come irresistibili sono, nella loro ambiguità semantica tra puritanesimo e sensualità, gli abiti in sangallo che giocano sulla trasparenza, vero must di stagione. Sono “serie” le camicie in leggero cotone di mano fresca e asciutta, lucide, compatte, perfette per Grand Tour contemporanei nel Belpaese. Da applauso! Grande Italia anche a Parigi!