Parola ai giovani
E’ davvero una bella iniziativa quella ideata dal giovane cantautore siciliano Giovanni Caccamo, che è stato amico e collaboratore di Franco Battiato. Non a caso è stata “benedetta” da Papa Francesco e accolta con favore dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si tratta di un vasto e ambizioso progetto collettivo multimediale intitolato “Parola ai giovani”, nato da una domanda rivolta a ragazze e ragazzi – Cosa cambieresti della società in cui vivi e in che modo? – per realizzare con loro un Manifesto culturale.
«In un tempo in cui la parola ha perso il proprio peso e le manca la “scintilla” che la rende viva, sarà la vita a dire se le vostre parole sono davvero autentiche: parlate con tutta la vostra vita!» ha scritto il Pontefice nella Lettera ai giovani che apre il Manifesto sul Cambiamento. Un cambiamento inteso in senso socioculturale, ambientale e spirituale.
Questo libro (pubblicato da Treccani) è solo una parte del progetto Parola ai giovani, sviluppatosi in collaborazione con i Musei Vaticani e il MAXXI, proseguendo la missione dell’ultimo album di Caccamo “Parola”, che ha raccolto l’appello lanciato dallo scrittore Andrea Camilleri prima di morire. Da qui è scaturita la domanda ai giovani di gettare le fondamenta di un nuovo umanesimo fondato sulla parola.
Il progetto (supportato da Banca IFIS, Pulsee Luce e Gas e Fondo PSMSAD) è nato dalla consapevolezza di un dovere dei giovani: quello di far soffiare un vento fresco di cambiamento in questa fase storica caratterizzata da crisi, guerre e disgregazione.
Oltre al libro, che presenta le testimonianze di 60 giovani e propone 15 opere firmate da importanti artisti italiani, ispirate alle parole dei ragazzi, sono parte integrante dell’iniziativa anche una serie web ed una installazione itinerante.
Per arrivare a questo risultato creativo e fondativo, che è un nuovo punto di partenza aperto a tutti, Caccamo ha ideato un ciclo di simposi in diverse Università italiane per un concorso di idee, chiamando a raccolta quanti credono nella possibilità di un nuovo mondo e quindi vogliono cercare di realizzarlo, facendosi portavoce della loro generazione. Durante gli incontri, attraverso l’ascolto delle canzoni e dei testi letterari che le hanno ispirate, l’artista ha condiviso con i ragazzi riflessioni sull’importanza dell’uso consapevole delle parole e sulla loro valorizzazione al fine di comunicare con gli altri e comprendersi reciprocamente, accendendo un dibattito collettivo sui temi trattati. Il cantautore ha quindi utilizzato gli stimoli raccolti per redigere il Manifesto con le idee di cambiamento delle nuove generazioni. Agli universitari e ai partecipanti attraverso il web si sono aggiunti anche alcuni personaggi celebri del panorama della musica, dello sport, dell’arte e della ricerca, che pure hanno contribuito a scrivere il Manifesto.
Tra i testimonial dell’iniziativa vi sono la campionessa Paola Egonu, l’attore Salvatore Esposito, la band pop Pinguini Tattici Nucleari, il ballerino della Scala Jacopo Tissi, l’attore Filippo Scotti, la violinista della Scala Laura Marzadori, il pittore Guglielmo Castelli e l’economista Virginia Stagni, tutti invitati a raccontare il cambiamento. Nell’ambito del progetto, è anche stata inaugurata l’installazione Muro del cambiamento: un’opera composta da un ledwall collegato al sito ufficiale del progetto in cui ognuno può digitare la propria parola di cambiamento, visualizzata istantaneamente. I primi lavori sono esposti al MAXXI di Roma, poi tutto si sposterà a Vicenza e quindi a Torino, presso Gallerie D’Italia, per arrivare in seguito a Palazzo Vecchio a Firenze, in collaborazione con Mus. E in settembre sarà alle Gallerie D’Italia di Napoli e di Milano, per concludere infine il suo percorso ai Musei Vaticani in novembre.
“Ho incontrato migliaia di ragazzi in università, carceri e centri d’accoglienza, ascoltato i loro bisogni, le loro paure e la loro visione di futuro – ha raccontato Caccamo – Sono rimasto immediatamente colpito da come il benessere, desiderato e agognato dai nostri nonni e vissuto dai nostri genitori, si sia trasformato oggi in un inibitore di ambizioni e desideri, paradossale causa di una latente, costante e corrosiva infelicità. Ho scommesso che tra i tantissimi testi ricevuti avrei individuato testimonianze di valore in grado di riaccendere qualsiasi giovane si trovasse ad attraversare un periodo di impasse”.
Tra le 60 voci raccolte, Caccamo ama citare in particolare quella di Remon Karam, che ha scelto la parola “accoglienza”: arrivato dall’Egitto a 14 anni su un barcone, racconta nel libro l’abominio del suo viaggio. E poi Mario Falanga, di 33 anni, detenuto dall’età di 17 anni e condannato a 30 anni di carcere, che ha scelto parola “conoscenza”. «Lui è rimasto orfano da piccolissimo, la sua realtà era la criminalità del quartiere. Era un ribelle che veniva trasferito da un carcere all’altro, finché una guardia gli ha regalato un libro. Ha cominciato a leggere, finché si è iscritto al liceo, si è diplomato e poi si è laureato. Ora sta prendendo la seconda laurea. Ringrazia lo Stato per avere potuto studiare in carcere, però sottolinea come sia importante garantire anche nei quartieri più problematici un contatto di questi giovani con la cultura».
Inoltre, nella consapevolezza che non esiste futuro senza radici, sono stati incisi su fogli di carta-cotone, con caratteri tipografici in piombo, alcuni dei testi dei ragazzi, utilizzando l’antica tecnica di Gutenberg del XV secolo. «I giovani devono interfacciarsi con le radici come io faccio con mio nonno che è il faro della mia vita» ha affermato Caccamo. Ciascuno di questi fogli è stato poi affidato a un grande maestro contemporaneo che ne ha tratto ispirazione per un’opera d’arte. Hanno partecipato: Maurizio Cattelan, Emilio Isgrò, Michelangelo Pistoletto, Arnaldo Pomodoro (96 anni), Mimmo Paladino, Mario Ceroli, Fabrizio Plessi, Guido Strazza (100 anni), Francesca Cataldi, Giulia Napoleone, Ferdinando Scianna. I proventi ricavati dalla vendita del volume e delle opere saranno devoluti alla Andrea Bocelli Foundation per borse di studio a favore di giovani in difficoltà (www.andreabocellifoundation.org).
Le parole possono trasformarsi in azioni, ma possono soprattutto immaginare un futuro migliore per tutti. “Dove parole non sono pronunciate costruiremo con nuovo linguaggio. C’è un lavoro comune / una Chiesa per tutti / e un impiego per ciascuno. Ognuno al suo lavoro”. (T. S. Eliot)
“In principio era la Parola”, si legge nel prologo del Vangelo di Giovanni. Attraverso la Parola venne creato l’universo. La parola crea, unisce, si fa carne, si fa uomo nella sua pienezza.