Pietra su pietra
San Bernardo affermava che le pietre, insieme agli alberi, “ti insegneranno ciò che non si può imparare dai maestri”. Le pietre ci riportano alla fatica di vivere, e vivere è conferire forma a ciò che non l’ha, è penetrare la materia per darle un’anima, per farci dialogare e incontrare attraverso l’arte, la sola che può relazionare sostanza e spirito, forma e frammenti di umanità.
E’ attraverso l’arte, infatti, che nasce l’unione tra immutabile e mutabile. Tutto è in tutto. Eterno παν di cui siamo parte. Celebre è la metafora di San Pietro su “Cristo pietra viva”, cioè pietra che si lascia lavorare per farsi tempio dello Spirito. La bellezza e la verità delle pietre sono quindi la bellezza e la verità del Creato stesso.
C’è chi dalle pietre, intese appunto come bellezza e verità distillate dall’arte, ha appreso l’arte di vivere bene, anche se avrebbe potuto cogliere i piaceri della vita negli altri ambienti di prestigio che ha frequentato (l’alta finanza, il top management, l’imprenditoria di qualità). Ma sono state le pietre ad appassionarlo più di tutto, al punto da intitolare ad esse il suo splendido palazzo romano, convertito in una decina di favolosi appartamenti da destinare a short rent, per chi sa apprezzare non solo il valore ma anche i valori di un luogo incantato in cui le pietre parlano attraverso i secoli. Mi sto riferendo a Carlo Mazzi e al suo storico “Palazzo delle Pietre” nel centro storico della Capitale, a pochi passi da Piazza Navona e Pantheon, tuttavia appartato e discreto.
Si tratta di una dimora quattrocentesca (originariamente di proprietà dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata) di cui fare esperienza come “a casa propria” (in effetti ci risiede lo stesso proprietario), un luogo distintivo intriso di fascino pensato per ospiti cosmopoliti amanti del bello, in cerca di autentica ospitalità più che di mera “villeggiatura” nell’Urbe, un ambiente impreziosito da statue e pietre senza tempo (di cui Mazzi è collezionista da generazioni familiari), un contesto vivo e vitale – lungi dall’aura patinata che la somma raffinatezza potrebbe conferirgli – in grado di connettere passato e futuro, grazie all’avanguardia dei suoi servizi e strutture (offre tra l’altro palestra, hammam e sala beauty, high-tech). Al Palazzo, acquistato nel 2012, perfettamente restaurato nel segno della sostenibilità e nel rispetto della tradizione, per essere infine aperto nel 2022, è stata annessa anche una nuova “Corte” con una panoramica terrazza.
In ogni singolo appartamento della sofisticata residenza si può godere della presenza sia di pezzi d’arte antichi carichi di carisma archeologico (in primis di epoca romana imperale e rinascimentale) sia di mirabili manufatti d’alto artigianato contemporaneo Made in Italy, spesso all’insegna di un elegante design minimalista (tra i brand, Alessi, Alivar, Altai, Artemide, Danese, DePadova, Ethimo, Illy, Mario Luca Giusti, Richard Ginori, Rivolta Carmignani, Sambonet), oltre a esemplari etnici di grande perizia e forza evocativa. Tra le antichità, di particolare pregio sono soprattutto un busto di generale romano risalente al II-III secolo d.C., in ottimo stato di conservazione, capitelli corinzi di notevoli dimensioni, secolari tappeti caucasici tessuti da nomadi per l’interno delle loro tende ed esposti nel palazzo come decorazioni parietali, un grande arazzo del XVIII secolo di origine sud-est asiatica, colonne dell’antica Roma in porfido e breccia.
Il concept del Palazzo delle Pietre, di cui sono “anima” la figlia e la moglie di Carlo Mazzi, Barbara e Patrizia Albano, è quindi molto diverso da quello di un hotel seppur di gran lusso, basato com’è sull’importanza dell’accoglienza in un luogo dove il riguardo per il confort, il senso di meraviglia, la storia, le idee, e i rapporti interpersonali hanno la priorità su tutto.
La dimora si propone anche di valorizzare l’arte contemporanea ospitando mostre e promuovendo attività artistiche/culturali (incluso l’alto artigianato) mediante FraMmenti Club, un circolo concettualmente legato alla visione del Palazzo con l’obiettivo condiviso di valorizzare la bellezza e di stimolare la riflessione su di essa.
“Le pietre sono maestri muti, esse fanno ammutolire l’osservatore, e il meglio che si impara da loro non si può comunicare” (Johann Wolfgang Goethe).