Pinocchietti
Nella fiaba di Collodi, il burattino Pinocchio, stanco di una faticosa giornata, si mette a dormire nelle vicinanze di un braciere dimenticando, però, di essere fatto di legno: si brucia le gambe, ricostruite poi da Geppetto, e con esse i pantaloni. Alla base della scelta del recente termine “pinocchietti” per designare i pantaloni che arrivano sotto al ginocchio o a metà polpaccio, si può, quindi, collocare questo sfortunato episodio fiabesco.
Essi furono proposti, per la prima volta nel 1948, dalla stilista Sonia de Lennart e ed ebbero un notevole successo grazie allo show televisivo di Dick Van Dyke, in cui il personaggio spumeggiante di Laura Petrie, impersonata da Mary Tyler Moore, li portava molto spesso.
In realtà, questi pantaloni, soprattutto nella versione un po’ più lunga che arriva fino alla caviglia, erano già molto diffusi sulla bellissima Isola di Capri, da cui questa variante prende il nome, e in tutti gli altri luoghi di villeggiatura alla moda: a Saint-Tropez, Brigitte Bardot aveva l’abitudine di sfoggiarli, diventandone, così, una delle prime testimonial.
Recentemente, i pinocchietti sono apparsi addosso a Uma Thurman nello scandaloso “Pulp Fiction”, sono stati lanciati nella versione sportiva con grandissimi risultati e vengono scelti abitualmente dal tennista Rafael Nadal per i suoi match all’interno di tornei internazionali.
Nonostante siano nati come indumento femminile, vengono, perciò, largamente adottati anche dagli uomini sia in Europa che in America.