Giovani universitari in Pringle of Scotland
Decostruire le giacche, decostruire i cappotti. Alleggerire. Mantenere la silhouette morbida, lasciare il tessuto a taglio vivo. Mescolare filati, mescolare tessuti. Mescolare gli stili: contaminare il classico con il tecnologico, nobilitare il casual con riferimenti classici; trasformare il nuovo in un pezzo vintage, usurandolo artificialmente. Ispirarsi all’abbigliamento sportivo per sdrammatizzare un guardaroba troppo formale. Portare la città in campagna o in montagna e viceversa. Dare spazio alla maglieria; giocare con gli accessori. Parole che si ripetono e segnano evidentemente le tendenze generali evidenziate nelle collezioni di Milano Moda uomo A/I 2011-2012, pur nell’evidenza che ogni stilista lo ha espresso però a modo suo.
Clare Waight Keller stilista che ha creato la collezione A/I 2011-12 per Pringle of Scotland.
Tutta l’attenzione è naturalmente puntata sulla maglieria e non poteva essere diversamente dal momento che ci troviamo di fronte ad uno storico marchio di maglieria di lusso, forse il più antico, fondato da Robert Pringle nel lontanissimo 1815. Marchio che vanta la creazione del twin-set e dei tipici maglioni scozzesi a rombi detti a disegni argyle dal nome di un clan scozzese. Naturalmente la storia dice che il modello argyle fu adottato dal principe di Windsor; ma furono i campioni sportivi, i giocatori di golf a rendere popolare il disegno e il marchio che di fatto intorno agli anni ’90 si concentra proprio sulla produzione di capi sportivi e per il tempo libero.
Una collezione tradizionale quella vista a Milano, dall’inconfondibile stile britannico; adatta ad un pubblico giovane che necessita di capi destrutturati, comodi per viaggiare, ma anche per andare in Università in moto o per improvvisare con i colleghi di studi un momento di distensione fisica. Abbondano perciò i blazer, i parka, i pullover, i cappotti in pelle in stile biker, ma anche lunghi e morbidi pullover che diventano cappotti. Lo stile giovane dei capi più classici è sottolineato dalle maniche che si prolungano e diventano guanti senza le dita, o dai grandi colli di lana a contrasto con il capo sottostante che sostituiscono la classiche sciarpe; dalla lunghezza del semplice sottogiacca, e dal taglio a vivo dei maglioni. Toppe e tasconi in sequenza sul davanti arricchiscono giacconi e cappotti. I pantaloni sono stretti e per sottolinearne l’uso quotidiano di chi ama andare in moto hanno rinforzi interni fino al ginocchio e sono portati all’interno degli stivali o con calzettoni a vista sui pantaloni. La palette di colori presenta dei bei bordeaux nei capi in pelle, verde oliva, grigio, il blu navy e ma anche tonalità fango.