Quando la nostra moda era “BELLISSIMA”
E’ davvero “Bellissima”, come recita il titolo, la mostra-evento dell’inverno proposta dal MAXXI di Roma in omaggio a “L’Italia dell’alta moda 1945-1968”. In programma dal 2 Dicembre 2014 al 3 Maggio 2015, questa grande rassegna si propone di stimolare una riflessione sull’identità non solo stilistica, ma culturale tout-court del nostro Paese, attraverso un’ariosa galoppata nel tempo: dal difficile periodo post-bellico al boom degli anni ’60 suggellato dai movimenti sessantotteschi che hanno profondamente inciso sul tessuto socio-politico-ideale, influendo quindi anche sulla moda.
Quel lungo irripetibile ventennio che ha forgiato il temperamento e l’immagine dell’Italia a livello internazionale rivive in mostra per mezzo di abiti assurti ad icone (indossati dai manichini creati dall’artista Vanessa Beecroft su ispirazione degli scatti di Pasquale De Antonis), video, riviste, fotografie originali, che ci restituiscono a tutto tondo il valore di figure “demiurgiche” come quelle di Irene Galitzine, Simonetta e Fabiani, Sorelle Fontana, Maria Antonelli, Balestra, Carosa, Capucci, Gattinoni, Schuberth, Ferdinandi, Eleonora Garnett, Mingolini-Guggenheim, Valentino, Biki, Gigliola Curiel, Mila Schön, Jole Veneziani, Germana Marucelli.
Gli abiti esposti sono un vero spettacolo in effetti: da quello delle Sorelle Fontana per Liz Taylor a quello di Gattinoni per la super cover-girl Ivy Nicholson, entrambi del 1954, dagli accessori di Ferragamo e Gucci ai gioielli di Bulgari, solo per citare pochi esempi.
Riaffiorano dal tempo così le atmosfere e gli stili di un’epoca eccezionale in cui è nato il concetto di made in Italy ad opera di sommi maestri dell’alta moda con atelier in tutto il Paese, donne e uomini ricchi di talento e lungimiranza, che hanno saputo gettare le premesse del futuro, in particolare “intuendo” il felice destino che avrebbe arriso di lì a poco al prêt-à-porter e all’Italian way of life, mentre i colleghi francesi – tutti focalizzati su Parigi – vivevano solo del vecchio mito dell’haute couture.
Quegli anni ormai lontani furono in sostanza la più grande e vera stagione della creatività italiana, che ebbe soprattutto in Roma il baricentro propulsivo e trainante dell’intero sistema nazionale. Ma “Bellissima”, nell’intento di riscoprire le specificità dell’alta moda italiana, intelligentemente sposta i riflettori anche su altre città che con le loro straordinarie sartorie hanno avuto un ruolo di primo piano nella creazione, diffusione e comunicazione del fashion nazionale (Milano, Firenze, Venezia, Torino, Napoli).
La mostra, curata da Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi, allestita dall’architetto Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e corredata da un dovizioso catalogo Electa, si avvale anche di quadri di Lucio Fontana, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Carla Accardi, per sottolineare la liaison tra arte e moda, nonché di splendide foto d’epoca di Ugo Mulas, Pasquale De Antonis, Federico Garolla.
Ha spiegato Maria Luisa Frisa: “L’idea è di dare una lettura di ciò che è stato cruciale per la nascita della moda italiana. Unicum irreplicabile per qualità e bellezza. L’alta moda italiana è profondamente diversa dall’haute couture francese: i pigiami-palazzo di Irene Galitzine, i cappottini di Valentino, gli abiti da cocktail di Simonetta avevano in comune un’aspirazione, andare incontro al mondo. Era wearable, portabile, in anticipo sui tempi. E’ per la qualità di taglio e tessuto, e la facilità di portare quegli abiti, che gli Americani impazzirono per le Sorelle Fontana, Germana Marucelli, Sarli, Fabiani, Fernanda Gattinoni, Jole Veneziani”.
La rassegna si inserisce nella ricca programmazione delle attività del MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo che sorge nel quartiere Flaminio, la cui vocazione rispecchia fin dalla sua inaugurazione nel 2010 la volontà di essere un laboratorio di innovazione, ricerca e sperimentazione culturale e artistica, ma anche luogo di esposizione e conservazione dell’immenso patrimonio italiano, di cui la moda è stata, è e – ci si augura – sarà sempre parte integrante per eccellenza.