REDEMPTION SONG per Altaroma
In zona Cesarini è arrivata la Regione Lazio a salvare la sorte di AltaRoma, almeno per questa volta. Poi si vedrà. In effetti il 2014 si era chiuso davvero male per la settimana della moda nell’Urbe, “congelata” non dai rigori invernali di Burian ma dal dietrofront del Comune di Roma, che a una manciata di giorni dal Natale aveva deciso di togliere il proprio appoggio alla manifestazione. Ora, invece, lo stanziamento di 480mila euro da parte della Regione ridà fiato e futuro alle sfilate capitoline, il cui calendario prevede una durata di 4 giorni, dal 30 Gennaio al 2 Febbraio.
Intanto le polemiche sono infuriate in quelli che dovevano essere giorni di festa, tra accuse, appelli, riflessioni sconsolate, richiami all’ordine… La Presidente di Altaroma, Silvia Venturini Fendi, ha lanciato un invito ai partner della società consortile che organizza l’evento (in cui il socio di maggioranza è la Camera di Commercio di Roma) a scongiurare l’empasse e, parole sue, “ricostruire la speranza in uno dei più importanti settori produttivi su cui il Paese potrà contare per la propria ripresa futura”.
Il clamore destato dal brusco stop delle sfilate nella Capitale è stato enorme, anche perché AltaRoma stava già scaldando i motori in vista della kermesse di Gennaio, avendo raccolto numerose adesioni a partecipare da parte di prestigiosi stilisti, maison, accademie…
La milanese Raffaella Curiel, habituè delle passerelle romane, si è spinta allora a prendere carta e penna e indirizzare al Presidente del Consiglio una lettera appassionata: “Renzi non può far morire un fiore all’occhiello della creatività e del lusso, come l’alta moda, che dà l’input ai tessutai e viene copiata dal prêt-à-porter di tutto il mondo. Noi siamo il focolaio delle idee”. Dopo ciò, è iniziata una vera e propria mobilitazione tramite i social network (da Facebook a Twitter) i cui protagonisti sono stati altri fashion designer (non solo italiani) che hanno sottoscritto la petizione “Io sto con Altaroma – No all’annullamento delle sfilate”.
Oggi pare che sul cielo della Capitale che ospiterà i defilè sia tornato a splendere un timido sole, ma non dimentichiamo che un raggio non basta a far fiorire l’ottimismo e che la spada di Damocle continua a pendere sui destini della fashion week romana.
Nel nostro piccolo, vogliamo rivolgere un’esortazione a tutti i soggetti coinvolti nell’affaire: si pensi al domani con più buon senso e meno egoismo, traendo da questa vicenda l’ennesima conferma che solo col lavoro di squadra si vince, solo coordinando efficacemente tutte le forze in campo si va a segno, solo cooperando in armonia per il bene comune si fa l’interesse di tutti! Le risorse finanziarie possono pure scarseggiare, ma a difettare non dovrebbe mai essere la collaborazione e la disponibilità fattiva.
Così, le parti in causa discutano, si confrontino, ragionino e giungano ad una decisione serena che guardi lontano. Concludiamo quindi con l’ultima proposta avanzata dall’Assessore al Commercio del Comune di Roma, Marta Leonori: “Sediamoci attorno a un tavolo e troviamo una soluzione per progetti individuali, potremmo portare le sfilate al Macro e al Maxxi”. Bene, si pensi in grande e ci si rimbocchi le maniche, smettendo di ripetere le solite scuse che ormai suonano un po’ stonate (“Come Comune siamo stati costretti a uscire dalla società consortile perché ce lo ha imposto il Governo con il piano di rientro”).