“Samarcanda” crocevia del collezionismo
“La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente, come le più grandi. Non ho tregua” scriveva Gabriele D’Annunzio che di estetica era intriso tanto da rimanere schiacciato, oppresso, quasi soffocato dagli oggetti che lo circondavano.
Circondata, gradevolmente accolta in un abbraccio mattutino, mi sono sentita anch’io visitando “Samarcanda” mostra mercato d’antichità, collezionismo, modernariato, decorazione e oggettistica, arrivata alla sua ventiseiesima edizione, aperta dal 2 al 10 febbraio 2013. ( www.centrofiera.it )
Un fiera fortemente voluta da Silvia Dalcò, instancabile curatrice che ha sottolineato: “In fiera si trovano oggetti importanti, ma gli espositori portano anche cose divertenti, dalle scenografie teatrali agli animali in peluche a grandezza naturale. Insomma c’è anche un lato ludico che si avvicina di più ai gusti dei giovani e dei curiosi”.
Infatti vedo mobili impegnativi, ma anche pizzi, vintage, borsette, bigiotteria, tappeti, porcellane, dipinti, di tutto un po’ a tutti i prezzi.
Più di ottanta collezionisti e galleristi che fanno a gara nello stupire con i loro oggetti e le vetrine intrise di antico, di storie vissute da raccontare, di forme vecchie e intramontabili.
Oggetti che sfidano il passato e che del passato non hanno paura, mantenendo intatto nel tempo il loro fascino, anzi di più, rinforzandosi di un’aurea di eterna attrazione.
Fatale è l’incrocio degli occhi e lo sguardo che cade inesorabilmente sul bello che bello è e riempie il cuore, ti rilassa, ti porta in un viaggio dove i tuoi ricordi personali si accavallano con le sensazioni tattili, il ruvido, il liscio, l’acuminato, il morbido di un oggetto.
Mi riporta a pensare anche al nome “Samarcanda”, città di Samarcanda regione dell’Uzbekistan, patrimonio dell’Unesco con la sua parte vecchia di 2700 anni, crocevia di culture, Via Della Seta nel percorso tra Cina e Oriente.
Seta, stoffa, telaio, tappeto: come la bellissima esclusiva collezione di tappeti tibetani di un gallerista bresciano.
Oppure i suppellettili da crociera stile Novecento: lampade, posate, piatti, candelabri, tovaglie e arredi appartenuti al transatlantico “Giulio Cesare”.
Di nuovo una curiosa e preziosa scatola da cucito in legno decorato con all’interno piccoli oggetti in madreperla e oro fine Ottocento della cortese e simpatica gallerista Gabriella Rollo di Cremolino (Al).
Delle vere chicche, incantata, mi avvicino agli stand e non resisto, come una bimba devo toccare, perché vedere non basta.
Ivan Ceschin sfodera con passione i suoi affreschi veneziani con decorazioni, meridiane, restauri, sculture lignee, vere opere d’arte.
Inevitabilmente mi cade l’occhio su una scatola in legno intarsiato, anni Trenta. Si tratta di un portasigarette piacevolissimo di cui mi innamoro e che acquisto per regalarlo alla mia amica del cuore.
Da vedere questa mostra mercato, per passare qualche ora divertendosi, immersi in un atmosfera fiabesca: un occhio al presente e uno ai ricordi più belli.
Suona,
dolce,
caro,
organino, strumento di giochi di bimba.
Suona,
una melodia calda,
suona quant’è bella la vita.
Suona i tesori della terra,
le farfalle,
la natura.
Suona l’amore,
suona per riempirmi il cuore.
(erre.)