Santi di moda
Se agli operatori del fashion-system e al loro entourage capita talvolta di non saper più a che Santo votarsi, glielo diciamo noi!
Molti ignorano, infatti, che il patrono dei sarti e, per affinità, degli stilisti è Sant’Omobono. Costui fu un mercante di tessuti, vissuto a Cremona nella seconda metà del XII secolo, al culmine dello sbocciare di quella civiltà comunale che ebbe i suoi principali simboli nei fondaci dei commercianti, nelle botteghe degli artigiani, nei banchi dei cambiavalute e dei prestatori di denaro. Omobono, il quale era molto accorto nel suo lavoro, si distingueva per l’indole caritatevole che lo portava non tanto ad accumulare ricchezze, quanto ad assistere materialmente i bisognosi ed a sostenere in spirito i sofferenti. Morì all’improvviso un giorno del 1197 durante una funzione religiosa cantando Gloria in Excelsis, cosicché i suoi concittadini, che fino ad allora non si erano resi conto della sua santità, presentarono subito al Papa l’istanza di canonizzazione. Solo due anni dopo, nel 1199, Omobono venne dichiarato Santo e le sue reliquie furono poste nel Duomo di Cremona. I sarti e gli stilisti l’hanno eletto loro patrono in virtù della benefica esistenza che egli trascorse fra le pezze di panno nel fondaco mercantile. La ricorrenza di Sant’Omobono si celebra il 13 Novembre.
Pellicciai, conciatori e cardatori di lana, invece, hanno come protettore San Giovanni Battista, il grande precursore di Gesù, figlio di Elisabetta cugina di Maria, il primo ad alludere pubblicamente al sommo destino di Gesù, che presentò così: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. Giovanni, il quale battezzò con l’acqua del fiume Giordano in attesa di Colui che avrebbe battezzato col fuoco, si ritirò nel deserto ancora adolescente, cibandosi di miele selvatico e cavallette, predicando la penitenza e l’esigenza di cambiare vita. Indossava una pelle di cammello stretta ai fianchi con una cintura di pelle, come appare nell’iconografia cristiana classica. Proprio per questa sua “veste”, le categorie professionali citate sopra l’hanno assunto a loro Santo, ricordato dal calendario il 24 Giugno. Divenne celebre la sua morte per decollazione, pretesa da Salomè, figlia di Erodiade (divenuta concubina del re suo cognato Erode): Giovanni aveva denunciato lo scandalo e, per questo, era stato imprigionato.
Patrono dei calzolai è San Crispino, spesso ricordato col fratello Crispiniano. Si tratta di due figure d’epoca incerta che sembrano appartenere più alla leggenda che alla storia. Romani di origine, vivevano a Soissons in Francia, dove si erano recati come missionari, e là per mantenersi riparavano scarpe. La loro bottega divenne ben presto un centro di irradiazione del messaggio evangelico, tanto che l’imperatore Diocleziano ne ordinò la fine nel sangue. Le reliquie dei due martiti vennero traslate a Notre Dame a Parigi e due giorni all’anno – il 29 Ottobre ed il 27 Marzo – i cordonniers commemorano i Santi calzolai.
Concludiamo questa carrellata agiografica con Sant’Eligio, il patrono degli orafi e di tutti gli artigiani che lavorano i metalli, fra cui i maniscalchi, festeggiato il 1° Dicembre. Nato nel 588 circa a Chaptelat e morto a Noyon nel 660, era di umili origini ed apprese l’arte dell’oreficeria a Limoges presso un laboratorio di produzione di monete. Grazie alla sua abilità e rettitudine si conquistò la fiducia del re merovingio Clotario II, che gli aveva commissionato un trono e lo aveva poi nominato orafo di corte e maestro della zecca. Ad Eligio furono attribuiti molteplici capolavori, oggi quasi tutti perduti, fra i quali sono degni di menzione gli arredi delle chiese di Notre Dame e Saint Denis a Parigi, di Saint Loup a Noyon, di Saint Martin a Limoges, dell’abbazia di Chelles. Divenne, in seguito, alto funzionario del governo, incaricato da re Dagoberto di amministrare la Tesoreria e di portare a termine importanti missioni diplomatiche (a lui si dovette la firma di un trattato di pace tra Bretoni e Franchi). Nel contempo, maturava la sua vocazione cristiana, ravvivata anche dalla conoscenza di alcuni personaggi in odore di santità come Sulpicio, Desiderio, Audoeno. Eligio, quindi, si distinse nelle opere di carità rese ai bisognosi, in particolare ai carcerati. Utilizzò le ricchezze accumulate per finanziare l’edificazione di chiese e nel 632 fondò addirittura un monastero a Solignac, venendo lui stesso proclamato vescovo nel 640. Si prodigò, infine, per evangelizzare i pagani del Nord e promosse il culto di alcuni santi di cui rinvenne personalmente le reliquie, poste poi in splendide teche da lui realizzate.
Scenda sulla nostra moda la benedizione di tutti i Santi del Paradiso!