Sapore di Bijoux

Oltre al compito di apportare nutrimento e benessere, il cibo ha da sempre svolto il ruolo di musa ispiratrice di artisti, designer, persino filosofi e sociologi che a partire dagli alimenti hanno tratto stimoli di riflessione su come la società vada evolvendo.
Naturalmente anche i gioiellieri si sono lasciati affascinare e ispirare da frutta, dolci e altre prelibatezze per gli occhi e il palato, dando vita a creazioni originali e spesso giocose per non dire audaci, sprigionando creatività e innovazione all’ennesima potenza con forme che denotano non solo bellezza, ma anche cultura progettuale.
Ai “Gioielli di Gusto” l’autorevole Museo del Bijou di Casalmaggiore – unica realtà museale dedicata agli ornamenti fashion in Italia – ha consacrato una nuova mostra, presentando una vasta selezione di pezzi iconici che testimoniano come il cibo sia da sempre veicolo di abilità artistica e artigianale.
Nata a Milano nel 2015 e ispirata al tema “alimentare” dell’Expo, dieci anni dopo la prima edizione milanese, l’esposizione è arrivata a Casalmaggiore (CR) per celebrare le prelibatezze della tavola attraverso la storia del gioiello, dagli ornamenti antichi a quelli contemporanei in molteplici declinazioni griffate. Ecco allora trionfare tra i bagliori metallici i colori della natura con uva, melograni, ananas, fragole, frumento, baccelli di pisello, funghi, pomodori, pasta, pesci, granchi, uova e selvaggina…
Il percorso espositivo e narrativo si articola in tre sezioni di “assaggi”: Vintage, Moda e Contemporary.
Il gusto Vintage abbraccia una serie di bijoux del periodo tra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni Novanta del Novecento, con pezzi dei grandi bijoutier internazionali come Trifari e italiani come Ornella Bijoux e Sharra Pagano, senza dimenticare i “ghiotti” bijoux appartenenti alla collezione del Museo.
Il gusto della Moda vede schierati frutti, gelati, dolci, bacche, pasta e persino uova per dare forma agli accessori più allegri. Moschino, Ferrè, Valentino, Missoni, solo per citarne alcuni, si sono ispirati al tema food per realizzare le loro briose creazioni.
Il gusto Contemporary presenta una collezione di pezzi unici o in serie limitate, derivanti da un’accurata ricerca condotta sulle forme e sui materiali da Lucilla Giovanninetti, Angela Simone, Barbara Uderzo e Eleonora Ghilardi.
“Il tema food” – ha puntualizzato Mara Cappelletti, storica del gioiello e curatrice della mostra – “è proposto in maniera ricorrente negli ornamenti. Sia i pezzi più preziosi, ma anche i bijoux vintage, quelli contemporanei e quelli delle griffe della moda, hanno interpretato nel corso della storia e in modi diversi, il mondo della tavola. Con questa mostra abbiamo voluto esplorare e rappresentare tutti questi ambiti. Grazie all’appassionato lavoro di ricerca svolto, chi visiterà la mostra si immergerà in una serie di ‘racconti fantastici’, che accomunano il piacere estetico a quello del gusto”.
La mostra, corredata dal catalogo “Gioielli di Gusto”, rimarrà allestita sino al 28 settembre nei suggestivi spazi del Museo del Bijou, che ospita oltre 20mila articoli: non solo ornamenti, ma anche macchinari e foto d’archivio, che documentano la storia della moda e della tecnologia dalla fine dell’Ottocento alle soglie del XXI secolo.
La rassegna museale “Gioielli di Gusto. Racconti fantastici tra ornamenti golosi” è già stata protagonista a Palazzo Morando – Costume Moda Immagine di Milano nel 2015 in occasione di Expo dedicato al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, unendo ornamenti da indossare e mondo gourmet, in una simbiosi fantastica, ma anche in una riflessione seria sul loro rapporto: cibo per la mente, ma anche per il sogno. Un sogno di bellezza e poesia, per un mondo più gentile e più felice.
Alla mostra di Casalmaggiore, che si avvale degli evocativi allestimenti del designer Alejandro Ruiz, hanno contribuito anche le studiose Maria Canella (sezione Fashion), Mariateresa Chirico (Vintage) e Anty Pansera (sezione Contemporary).
“Il sogno è il nutrimento dell’anima, come il cibo è quello del corpo” (Paolo Coelho).





