Sei tutta vestita di giglio
“Bimba dagli occhi pieni di malìa / ora sei tutta mia. / Sei tutta vestita di giglio. / Mi piace la treccia tua bruna / fra candidi veli” canta Pinkerton sollevando dolcemente Butterfly e avviandosi con lei sul terrazzo all’aperto, nell’atto primo della celebre opera pucciniana.
E proprio alle eroine del grande compositore e operista toscano, o meglio ai costumi di scena da esse indossati, dedica una pregevolissima mostra (dal suggestivo titolo “Sei tutta vestita di giglio”) Villa Museo Puccini di Torre del Lago, dove il musicista visse per oltre vent’anni. Sino al 29 novembre 2024 vi saranno esposti per la prima volta gli abiti originali realizzati per le protagoniste de La Bohème, Manon Lescaut, Tosca, Butterfly e altri capolavori immortali, che proprio in queste stanze videro la luce. Esemplari unici del mondo operistico, firmati dalla storica Casa d’Arte Cerratelli, la prima sartoria teatrale e cinematografica in Italia, concessi per l’occasione dalla Fondazione Cerratelli che ne ha raccolto l’eredità. L’esposizione è promossa dalla Fondazione Simonetta Puccini e curata da Diego Fiorini, Direttore della Fondazione Cerratelli, e da Manuel Rossi, Direttore del Comitato Scientifico della Fondazione Simonetta Puccini.
La rosea cuffietta di Mimì, la mantellina con cui Manon cela i suoi gioielli, il kimono di Cio-Cio-San, il travestimento da popolana di Magda ne La Rondine e quello da nobildonna della sua cameriera Lisette: non c’è opera di Giacomo Puccini in cui il costume non abbia un ruolo di rilievo, immediatamente identificativo del personaggio femminile che lo porta. Quelli creati dalla sartoria Cerratelli, indossati dalle più grandi dive della lirica italiana e mondiale, tra cui Maria Callas, Virginia Zeani, Magda Olivero, Oksana Dyka, Gigliola Frazzoni, Renata Scotto, Mietta Sighele, Maria Chiara, hanno contribuito indubbiamente a mitizzare le loro interpretazioni, ma anche a rendere i titoli pucciniani tra i più celebri e amati al mondo.
Nel centenario dalla morte del sommo Maestro (scomparso a Bruxelles il 29 novembre 1924), i capolavori di Cerratelli accompagnano i visitatori nell’intero percorso espositivo della Villa Museo, dal salone principale – dove il musicista sedeva al pianoforte per comporre le sue melodiose arie – sino alle camere da letto e allo studio con il grande scrittoio.
La Fondazione Cerratelli nasce nel 2005 con l’obiettivo di preservare e valorizzare l’immenso patrimonio dell’omonima sartoria, fondata nel 1914 dal baritono Arturo Cerratelli, uno dei primi interpreti di Marcello ne La Bohème e intimo amico di Puccini. Tra gli anni Venti e Trenta, la bottega Cerratelli divenne una delle più apprezzate a livello internazionale, realizzando creazioni per i più prestigiosi teatri del mondo come il Colón di Buenos Aires e la Metropolitan Opera House di New York. Nei suoi ottant’anni di attività, l’azienda ha collaborato con i maggiori registi del Novecento, creando abiti per Jacques Copeau, Giorgio Strehler, Eduardo De Filippo, Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, e avvalendosi del lavoro di maestri quali lo scenografo e disegnatore Nicola Benois, Direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano, ma anche di artisti come Salvador Dalì, Giorgio de Chirico, Felice Casorati e Renato Guttuso, che si prestarono come figurinisti. Con un archivio di oltre 30.000 costumi teatrali e cinematografici e la sua amplissima collezione di cartamodelli, il Fondo Cerratelli costituisce oggi una tra le più importanti raccolte di costumi, abiti e materiali sartoriali esistenti a livello mondiale.
“Somiglio la Dea della luna, la piccola Dea della luna che scende la notte dal ponte del ciel” (Butterfly).