Si fa presto a dire bomboniera
La storia della Confetteria Conti, il marchio milanese che firma i porta confetti (e una linea di profumo per la sposa), più in voga del momento.
Questa storia comincia così: “Mio zio ha una fabbrica di confetti, ma io non l’avevo mai considerata”. E finisce così: “Signora mi dia quello che vuole, basta che ci sia la sua etichetta”
Una bella soddisfazione per Antonella Conti, la creatrice di Conti Confetteria, il marchio milanese di bomboniere che dal 2000 ad oggi si è affermato sul mercato con venti punti vendita, di cui tre all’estero (Londra, San Paolo e Atene). E non è un successo scontato se si pensa che prima dei porta confetti, infiocchettati ad arte, nella vita della signora Conti esistevano solo numeri e scartoffie di banca. “Quando ho deciso di lasciare il posto fisso, dopo diciassette anni, avevo tutti contro; poi si sono dovuti ricredere. Non ho mai avuto ripensamenti: dedico la mia vita a questo mestiere!”
E’ determinata e appassionata Antonella Conti e la sua storia è avvincente come quella di tutte le donne tenaci, che si rimboccano le maniche e si aiutano, fino a creare, poco alla volta, grandi cose, dal nulla. E a quanto pare, anche per la confetteria Conti, l’impulso e l’aiuto di certe donne è stato fondamentale. “All’inizio nessuno mi dava un campione per ogni tipo di sacchettino – racconta Antonella – dovevo acquistare minimo 50 pezzi di ciascun sacchetto. Non sapevo cosa fare. Alla fine li ho comprati, sono andata da mio zio, ho preso un po’ di confetti e ho iniziato a fare questi campioni. Poi, una delle proprietarie dell’azienda da cui ho acquistato i primi sacchetti e che faceva tutta la campionatura per gli agenti, mi ha proposto di andare li nel pomeriggio per insegnarmi a fare i fiocchi” E così, sono nati i primi porta confetti, per il matrimonio di una ex collega di banca della signora Conti. Ma il grande successo si faceva attendere dietro a un tavolo rotondo, al sesto piano della Rinascente: “Chiamai per propormi, ma non trattavano bomboniere, solo liste nozze. Mi dissero, però, che avrei potuto partecipare a una fiera che avrebbero allestito, per gli sposi. Al costo di 6000 euro. Dopo averci riflettuto, ho deciso di partecipare. Le signore che mi avevano insegnato a fare i fiocchi mi hanno aiutata a preparare tutti i sacchettini, così ho potuto allestire il mio spazio. Alla fine della fiera, avevo l’agenda piena di appuntamenti”
La forza delle donne, si diceva.
“Mi fermavo sempre davanti alle vetrine di una marchio storico nel settore delle Bomboniere sognando di imparare da loro. Chiesi alla signora che mi aveva insegnato a infiocchettare i sacchetti, di mettermi in contatto con loro E così, quando la Tenedini in persona si reca nel piccolo laboratorio di Antonella Conti, le fa una sola domanda: “A cosa vuoi puntare? Ai fagioli o al caviale?” E da lì, parte la nuova svolta: “La Tenedini mi ha portato a Como a comprare i tessuti migliori e a farli tagliare in un laboratorio. Non dovevo più comprare i pacchettini. Mi ha praticamente rivoluzionato l’attività, mi ha fatto buttare via tutto e ricominciare da capo. Io, un po’ a malincuore, l’ho seguita”. Nel vero successo, si sa, coraggio e passione vanno a braccetto: “Non ho mai pensato al denaro, ho sempre considerato la mia merce la mia vera ricchezza”.
Dietro a ciascuna bomboniera c’è un lavoro certosino di manifattura, di cui tuttora si occupa personalmente la signora Conti. Ma tra tante creazioni, quale è la sua preferita? “Una pochette, col nastro segnalibro, una delle prime creazioni. Va sempre”. E sarebbe stata perfetta anche per il royal wedding: “Visto l’abito di Kate, avrei fatto per lei una pochette con la parte davanti in pizzo come l’abito”. Future sposine, prendete spunto.