Si può educare all’eleganza?
E’ possibile essere eleganti? Si può educare all’eleganza, al buon gusto? Sono domande che ci si pone al confrontare alcuni esempi “storici” di donne e uomini eleganti, con le fogge ineleganti fino alla sciatteria che osserviamo per strada. Quali possono essere gli elementi che compongono una vera eleganza? Si tratta di canoni esterni o bisogna scavare nel profondo della persona?
Ci sono persone, modi di essere e di comportamento che definiamo senza tentennamenti eleganti. Ed altri che non ci fanno lo stesso effetto.
Eppure l’eleganza ha in se qualcosa di impalpabile, di misterioso, una insostenibile leggerezza di essere che la sottrae ad ogni definizione. Non coincide con l’indossare un costoso abito e meno ancora con il lusso ostentato. Non coesiste necessariamente con la bellezza anche se ha il potere di rendere gradevole e quindi bello, il soggetto che è osservato. Non si identifica con la cultura, o con la buona educazione. L’eleganza è tutto questo, ma non è solo questo.
Una giornalista esperta di comunicazione commentando alcune fotografie di moda ha esclamato: “queste immagini sono prive di interiorità”.
L’osservazione è giusta. L’eleganza appartiene alla condotta esterna, ma ha le sue radici altrove. E’ un segreto che possiede la persona: una qualità -somma di molteplici sfaccettature- della sua interiorità. Investe il corpo, lo sguardo, il sorriso, il parlare, il vestire, le forme esterne del comportamento, il modo di porgersi agli altri. Tutto ciò la rendono attraente agli occhi di chi l’avvicina.
L’eleganza non è puro classicismo e non è neppure conformismo. Nell’eleganza c’è sempre un elemento di innovazione. Il suo tocco sta nella capacità di dosare sapientemente, e farla propria, la novità che rinnova il passato.
Il conformismo, seguire la moda – perché cosi fan tutti- senza un’analisi critica, non è eleganza: quest’ultima, infatti, appartiene alla persona in sé, ed è quindi espressione di una concreta personalità. L’eleganza è la scia che traccia la personalità di ciascuno: per questo motivo personalità e conformismo sembrano due opposti.
Il conformismo è abitualmente il risultato di una personalità debole. Il comportamento elegante si accompagna ad un’intelligenza critica e a una volontà decisa a mantenere il proprio stile senza quei cedimenti che oggi sono nascosti sotto il termine spontaneità. Spontaneità, parola magica con la quale si tende a giustificare la cattiva educazione, i comportamenti e il linguaggio volgare o un modo di vestire e di presentarsi semplicemente trascurato. L’eleganza dà sempre la sensazione di spontaneità, perché è posseduta profondamente dalla persona, che la vuole, la cerca e in un certo senso la costruisce a misura del proprio stile di vita e della propria personalità.