Sì Sposa Italia. Partiamo dalla comunicazione
Una manifestazione interessante con una comunicazione non convincente.
L’immagine che promuove la Fiera di Sì Sposa Italia Collezioni richiama l’attenzione. Sul cartoncino bianco, il bianco perlaceo dell’abito permette di valutare la ricchezza del tessuto che forma tante volute. Il rosso delle rose crea una macchia sanguigna che appaga lo sguardo, rompe la monotonia del bianco e aiuta a comprendere la rappresentazione.
Prima incuriosisce, poi lascia perplessi. Successivamente pone interrogativi, e non solo a noi, sul significato e sul messaggio che intende trasmettere.
Non sappiamo quale sia stato il pensiero del fotografo; quale il messaggio che gli ideatori della manifestazione e della campagna di promozione dell’evento volevano veicolare. Ne abbiamo fatta richiesta, ma quanto ricevuto non ci consente di cogliere la visione di chi sta “a monte” della rappresentazione.
La risposta celebra il fotografo, “una vera celebrità in fatto di fotografia d’arte: Amedeo M. Turello”; si afferma anche che “i suoi ritratti pare abbiano l’anima”; ma non ci viene svelato il suo pensiero. Leggiamo ancora che “Amedeo Turello ha studiato una immagine di forte impatto emotivo, al di fuori dei canoni tradizionali”, ma non ci viene detto quali emozioni avrebbe voluto suscitare. Lo scatto però viene ritenuto rispondente al contenuto della fiera, “una scelta, del resto, in perfetta sintonia con la manifestazione che, unica nel suo genere per qualità ed eleganza del prodotto esposto, conferma il suo posizionamento alto sul mercato internazionale del bridal”.
Quindi questa immagine vuole dirci qualcosa. Ma, evidentemente non una storia, perché c’è un unico soggetto anche se “in doppia copia”: dobbiamo guardare bene per capire chi è l’altro soggetto/oggetto ritratto. L’immagine non racconta una storia, eppure si riferisce ad un evento storico (il matrimonio), che rappresenta un ponte definitivo tra un passato ed un futuro; tra memoria e progetto; tra un io+tu e un noi. Ma non c’è “l’altro io-tu fondamentale” che l’evento in sé richiama, lo Sposo, e che la fiera nel suo complesso tiene in considerazione; accanto a generici “altri” (invitati, amici, parenti) che però non sono essenziali al momento del Sì (Sposa+Sposo).
Se l’immagine avesse rappresentato solo la sposa con il suo abito non ci saremmo posti nessuna domanda. Ma ciò che vediamo sono due soggetti speculari; e questo inizialmente fa pensare che il primo soggetto è riflesso in uno specchio. Invece no!!! Il secondo soggetto è un corpo inanimato, un oggetto, una bambola che riproduce la sposa in tutti i suoi connotati ed anche nell’abito. Il soggetto animato abbraccia e mantiene in un abbraccio “voluttuoso (sensuale?)” la bambola esanime ma in posizione “languida”.
Che significato dare a tutto ciò? Ci sembra di assistere alla moderna rappresentazione del mito di Narciso. La Sposa si è “innamorata” non di se stessa riflessa nell’acqua, ma di un oggetto (“fate l’amore con”…recita da molti anni la pubblicità televisiva di uno yogurt), della sua rappresentazione inanimata. Se è così non c’è spazio per amare l’altro, per fare l’amore con…. l’uomo che la sposerà. Il compito dell’altro (nel caso lo si volesse prendere in considerazione) sarà quello di facilitarle l’amore per se stessa.
L’immagine ci racconta comunque una storia. Forse la storia della crisi dell’istituto matrimoniale?!? L’amore egocentrico, l’amore che ha come oggetto il soggetto che ama, si chiude in uno stretto cerchio dove non c’è spazio per la relazione d’amore propria del matrimoni dove l’una/o dona all’altro/a se stessa/o, la propria corporeità e la propria intimità.
ad un primo sguardo ero andata oltre ciò che commentate, mi sembrava che si stesse rappresentando un amore lesbico, poi ho visto che non era così. Comunque, pur essendo l’immagine apprezzabile, rimane un messaggio inquietante
trovo l’interpretazione data da voi rispondente all’impatto emozionale che la fotografia trasmette. Io ci vedo anche la “caduta” dell’aspetto fanciullesco e tradizionale delle futura sposa a favore di quello post-moderno e aggressivo in cui la donna oggi si identifica.
Trovo che questa immagine sia molto ambigua e di difficile interpretazione.
Capisco che l’arte, anche quella della fotografia, sia interpretabile liberamente ma mi riesce difficile comprendere il messaggio dietro questa rappresentazione.
Vedo due donne (o una con il suo riflesso?) con trucco ed acconciatura esasperati che poco si addicono ad una sposa nel giorno del sì, di cui una sostiene l’altra (se stessa?) sfiorandola con le labbra. Amore saffico, amore per se stessi??…forse ci vuole comunicare che oggi il matrimonio non è più così convenzionale, tra uomo e donna o tra persone dello stesso sesso? Forse; ma ritengo che questo tipo di comunicazione in ogni caso non sia l’emblema dell’eleganza come afferma l’ufficio stampa della fiera o almeno non corrisponda realmente ai valori e ai contenuti mostrati dall’evento stesso.
Sono completamente in accordo con l’interpretazione che date alla foto, inoltre ritengo che la donna negli ultimi anni ha “ben” pensato di “emanciparsi ulteriormente” e sul modello delle protagoniste di svariati telefilm americani come “Sex and the city” ha abbandonato il sogno del principe azzurro per diventare lei “sesso forte” nella relazione. Lei che non si farà più illudere dagli uomini, lei che ora li sfrutterà quasi a voler dire che la donna da sola può tutto anche senza l’uomo; e questa foto è proprio la rappresentazione di questo nuovo pensiero femminista. Ma questa sarà vera emancipazione o soltanto decadimento delle giuste proporzioni e dei rapporti tra i due sessi??
Anche a me sarebbe piaciuto conoscere il pensiero del fotografo o degli organizzatori. Veramente vorrei sapere quale era il messaggio che volevano fare arrivare e poterlo confrontare con quello che una consumatrice qualsiasi come me ha recepito. Anche a me inizialemnte l’immagine è sembrata una insinuazione ad un amore lesbico, poi mi avete aiutato a leggerlo diversamente