“Sils Maria” : Chanel tra giochi di realtà e finzione, maturità, giovinezza e seduzione
Non è raro che un film mostri dei prodotti a fini pubblicitari; che siano inseriti in modo sottile e falsamente disinteressato oppure in modo grossolano e fin troppo evidente, quasi sempre agli spettatori non va giù. Purtroppo questa operazione è spesso necessaria perché senza il sostegno finanziario di grandi marchi di auto, bevande, alimenti, computer ed altro, questi lungometraggi non vedrebbero mai la luce. Succede anche con importanti case di moda, come dimostra il film “Sils Maria” di Oliver Assayas, presentato al Festival di Cannes nel 2014, che non sarebbe stato realizzato senza Chanel, che ha fornito abiti, gioielli ed accessori per il cast; ha stanziato i finanziamenti necessari a girare il film come il regista desiderava, permettendogli anche di scegliere un formato di pellicola più costoso.
In breve la storia. A Maria Enders (Juliette Binoche), attrice di fama mondiale, viene chiesto di tornare ad esibirsi nella piece teatrale che l’aveva resa famosa una ventina di anni prima, stavolta però nel ruolo della matura Helena invece di quello della giovane ed affascinante Sigrid, affidato ora ad una giovane promessa di Hollywood particolarmente abile a dare scandalo, Jo-Ann Ellis (Chloe Grace Moretz), Il film mette in scena un gioco pericoloso, in cui realtà e teatro arrivano a confondersi, perché Maria deve accettare di non essere più Sigrid; il tempo è passato e ormai non può essere altro che Helena, che nella piece teatrale viene spinta al suicidio dalla sua giovane assistente ed amante, Sigrid appunto. La metamorfosi di Maria per assumere il nuovo ruolo, è ben esemplificata anche dagli indumenti e dall’aspetto che l’attrice assume man mano. Solo all’inizio del film la vediamo estremamente femminile, con abiti lunghi, capelli castani morbidi e vaporosi tagliati appena sopra le spalle, enormi occhiali scuri da diva dietro cui nascondersi, e gioielli di brillanti. È in questa parte che la presenza di Chanel si concretizza. Vediamo l’attrice posare per degli scatti per il marchio francese; la rappresentante, nella finzione cinematografica, della casa di moda è una delle modelle preferite di Karl Lagerfeld, Caroline de Maigret, è lei che guida in una piccola stanza la telecamera che indugia a lungo sui gioielli e abiti col logo Chanel ben in vista. Per gli scatti e per la serata di gala successiva viene scelto per Maria un abito nero senza maniche della linea Couture dell’autunno/inverno 2013-14, apparso anche in sfilata, con profondo scollo a V, gonna con più strati di balze lunga fino alla caviglia, una serie di pregiati bottoncini tondi decorativi sul centro davanti; ed a completare, fasce di tessuto diverso sotto il seno e sulla vita bassa, bracciali ed orecchini pendenti di brillanti completano la mise.
Ma quando la ritroviamo a Sils Maria, piccola località sulle montagne svizzere, dove viveva l’autore del testo teatrale, morto proprio in quei giorni, e dove vuole prepararsi al ruolo, il suo aspetto è completamente cambiato. Per entrare meglio nei panni di Helena, donna di potere a capo di un’azienda, l’attrice non solo si è tagliata cortissimi i capelli, ma sfoggia anche un abbigliamento più androgino. Certo la montagna richiede un abbigliamento pesante, anche nella stagione mite, perciò la vediamo spesso, soprattutto durante le escursioni, con indosso piumini, felpe, maglioni, guanti, sciarpe e pantaloni in tonalità neutre come blu notte, nero e marrone, con qualche sprazzo di colore, varie tinte di viola, rosso e rosa. Ma quando si tratta di uscire in città la sera, indossa completi formati da giacca e pantaloni con camicia sotto, ora più casual e da giorno come quello color cachi che porta per una serata al cinema durante il soggiorno in Svizzera; ora chiaramente di ispirazione maschile,smoking, neri o blu notte firmati Chanel, perfetti per una città come Londra, in cui è ambientato l’ultimo atto del film. D’altra parte, la stessa tenuta di lavoro di Helena, come vediamo durante la prova generale, è un tailleur nero, costituito da pantaloni dalla linea dritta con piega e da una giacca con collo a revers, portata con una camicia bianca classica chiusa fino al collo: sicura di sé ed a suo agio nella sua posizione di potere, elementi che non fanno altro che accrescere la drammaticità della vicenda, considerando che si conclude col suo annientamento. Alla fine Maria è riuscita ad accettare di non essere più Sigrid, che il tempo è passato e che lei è cambiata: d’altra parte, Helena non è altro che la versione matura di Sigrid.
Compagna dell’attrice Maria durante il ritiro è la sua giovane assistente Valentine, l’attrice Kristen Stewart, che la sostiene leggendo la parte di Sigrid quando vuole provare. Si instaura così un gioco sensuale e pericoloso tra le due, che cominciano a manifestare un’attrazione reciproca, esattamente come Sigrid ed Helena confondendo così la vita reale con la finzione dell’opera teatrale. Un gioco che può concludersi solamente in modo drammatico, Valentine scompare misteriosamente durante un’escursione.
Viene da chiedersi quanto di lei prenda Maria, perché Valentine è sempre in jeans, felpe con il cappuccio, più raramente giacche, t-shirt con nomi di rock-band o loghi famosi come quello di Batman, con una netta prevalenza del nero. Ciò porta la confusione fra realtà e finzione ad un livello superiore, perché Valentine rispecchia completamente il modo di vestire dell’attrice che la interpreta, la venticinquenne Kristen Stewart (per quanto ciò possa essere una semplice coincidenza), occhiali da vista a parte, che non nasconde mai di trovarsi poco a suo agio nel portare abiti da sera quando deve calcare il tappeto rosso, risultando così spesso annoiata e priva di vita, e di preferire di gran lunga t-shirt, jeans e scarpe da tennis. La stessa Valentine veste in pantaloni anche la sera: quando si reca in macchina a casa di amici, li ha neri, portati con una felpa corta dello stesso colori spezzata da inserti argento. La si vede sola una volta con indosso un vestito, alla serata di gala all’inizio del film, un semplice tubino nero accollato con sopra una giacca dello stesso colore.
Sigrid, ruolo dell’ attrice Jo-Ann Ellis nella finzione, incarna alla perfezione l’immagine di una giovani celebrità dedita a scandali, alcol, sesso, violenza e droga. Non a caso la prima idea che ci facciamo di lei proviene dai video scandalistici postati su internet che Maria guarda, curiosa di sapere chi sia la giovane scelta per ricoprire il ruolo che l’ha resa famosa: vestita di scuro, con abiti e minigonne cortissime, in equilibrio precario sui tacchi vertiginosi, col trucco pesante a volte sfatto ed i capelli in disordine. La si vede poi in una scena del suo ultimo film, un blockbuster fantascientifico incentrato su un gruppo di mutanti in fuga per lo spazio, inguaiata in una tuta aderentissima color bronzo metallizzato, su tacchi sottili e vertiginosi, con una parrucca a caschetto color bordeaux.
Ecco perché la prima volta che appare di persona a Maria, dopo la disintossicazione, noi spettatori proviamo il suo stesso senso di disorientamento: sembra quasi un’altra persona, pulita e completamente in ordine, coi capelli castani morbidamente sciolti ed un trucco acqua e sapone, inerpicata ancora su tacchi altissimi ma muovendosi con abile destrezza e con indosso un corto abito in tweed Chanel grigio chiarissimo, accollato ed a maniche corte, con inserti e profili sempre in tweed ma grigio scuro, La docilità e la totale ammirazione con cui si rivolge all’attrice più matura sembrano fuori posto con l’idea che ci si era fatti di lei e viene lecito chiedersi se sia effettivamente sincera o se invece stia tirando fuori tutto il suo talento d’attrice. La risposta a questo quesito la si ha verso la fine del film, durante le prove generali: in costume di scena, con i capelli raccolti in uno chignon e con indosso un tailleur pantalone nero e giacca con collo a revers, portato con sotto un top nero, quando Maria le chiede di recitare in modo da porre in maggiore evidenza la tragica sofferenza di Helena, le risponde come se non credesse alle sue orecchie. Al pubblico non interessa la tragicità esistenziale di Helena, vuole solamente la giovane e seducente vitalità di Sigrid. Per Helena si tratta di un altro duro colpo, ma ormai ha imparato ad incassarli con dignità, come farebbe Helena. Ciò non toglie che alla fine del film Maria chieda al giovane regista che la vorrebbe come protagonista della sua prima opera perché l’abbia domandato a lei e non a Jo-Ann, decisamente più adatta. Ed in risposta si sentirà dire che Jo-Ann è il prodotto effimero della contemporaneità, destinato a svanire presto, mentre lei è senza tempo.
Un marchio longevo come Chanel, in grado di possedere sia una qualità classica e senza tempo che un gusto estremamente contemporaneo ed in grado di dettare ancora oggi tendenza, sembra pertanto la scelta azzeccata per dare vita a questa storia, a questi personaggi e a questa conclusione. Visto il suo ampio coinvolgimento nella realizzazione del film, non stupisce che Chanel abbia vestito in più di un’occasione le tre attrici principali durante il tour promozionale.
Una vera e propria brezza d’aria fresca è stata la giovanissima Chloe Grace Moretz (Jo-Ann Ellis/Sigrid nel film) durante il Festival di Cannes. Alla conferenza stampa si è dimostrata in grado di coniugare il lato classico con la sua giovane età, presentandosi con un top di bouclé bianco della collezione Couture primavera/estate 2014, dalla linea dritta, con maniche a tre quarti e tocchi di blu marino sugli orli ed sul fiocco attorno allo scollo accollato, abbinato a pantaloni lunghi a palazzo a vita alta di crepe bianca della collezione primavera/estate 2014, con una lavorazione a maglia in contrasto nella parte superiore ed una serie di bottoni bianchi sul centro davanti, e con un cappello di paglia con fascia nera. Alla premiere, invece, sembrava una principessa contemporanea nel suo vestito blu polvere della collezione Couture della primavera/estate 2013, con la gonna di brandelli di chiffon lunga dietro e corta davanti, il corpetto aderente e le maniche corte fittamente lavorate, un mazzo di morbide e delicate piume sopra il seno, sostenute dalla sezione in tulle che copre la parte superiore del petto e le spalle, sulla cui cucitura scorrono in fila delle preziose farfalline di brillanti. Alla cena successiva, organizzata da Chanel, ha concluso in gran bellezza con un bucolico abito di pizzo bianco dal disegno floreale della pre-collezione per l’autunno/inverno 2013-14, dal corpetto con spalline aderente e dalla vaporosa e morbida gonna lunga a più strati.
Al contrario, la protagonista Juliette Binoche (Maria/Helena) ha indossato il marchio francese solamente in occasione di questa cena: interamente in nero, portava una giacca di tweed con colletto rialzato, maniche a tre quarti ed orli profilati, una camicia di seta ed una gonna dalla linea dritta lunga fino alle caviglie. Purtroppo la sovrabbondanza di accessori penalizzava il tutto, dalle due collane a catena argento scuro alla cintura gioiello dello stesso materiale portata bassa, fino al bracciale alto argento scuro al polso ed alla minuscola tracollina di Chanel nera, senza dimenticare i pesanti stivaloni neri leggermente a punta.
Ma il centro attorno cui è ruotata la promozione del film è stata Kristen Stewart (Valentine), diventata testimonial di Chanel durante le riprese del film ed ormai quasi sempre vestita dalla storica casa di moda. In linea col suo stile casual ed anticonvenzionale, alla premiere a Cannes si è presentata in un completo della collezione Couture per la primavera/estate 2014 formato da una canotta e dei pantaloni lunghi fino alla caviglia, entrambi color carne ed elasticizzati sul fondo, interamente decorati con pailettes bianco fumo, portati con alte decollettes a punta in una tonalità carne più scura, opportunamente sostituite con le stesse scarpe da tennis couture della medesima collezione alla successiva cena di Chanel. Per quanto sia difficile pensare che un completo come questo possa essere di alta moda, non si può negare che la giovane attrice vi si sentisse a suo agio e lo facesse funzionare.
Qualche mese dopo, alla premiere durante il New York Film Festival, ha sfoggiato un’altra creazione della linea Couture, stavolta dalla collezione per l’autunno/inverno 2014-15: un vestito futuristico corto, spalle quadrate e maniche lunghe, decorato con inserti di pelle argento sull’orlo della gonna, sullo scollo tondo, sulla sottilissima fascia in vita in due sezioni rettangolari sulle maniche e con ricami di ispirazione vegetale nello stesso materiale sul corpetto aderente e sulla gonna svasata, portato con decollettes nere a punta scintillanti.
Ricoperta di premi da parte della critica per la sua interpretazione, a febbraio 2015 è stata anche la prima attrice americana a vincere un Cesar Award, l’equivalente degli Oscar per nel cinema francese. Alla cerimonia ha evitato ancora una volta l’abito lungo, optando per un abito bianco senza maniche con gonna vaporosa lunga fino al polpaccio delicato e fresco come una rosa della collezione Couture per la primavera/estate 2015, formato da numerosi ampi petali di seta, una scelta che a prima vista potrebbe sembrare poco adatta ad un carattere come il suo, ma che è riuscita a fare sua, per quanto in modo forzato, attraverso gli accessori dal retrogusto aggressivo, due cinture sottili in vita, una nera e l’altra rosa, scarpe nere a punta a metà strada tra decollettes e tronchetti.