Spolverino
Soprabito lungo dal collo alle caviglie, ma leggero, solitamente realizzato in gabardine o in lana, o in tela di cotone. Lo spolverino fece il suo debutto alla fine dell’800 quando fu scelto dai motociclisti e dai primi spericolati guidatori di automobili. Inizialmente era un soprabito leggero, piuttosto largo, usato per coprire tailleur e cappotti, con il colletto che si allacciava sul dietro per proteggersi dal vento. Indispensabile per ripararsi dalla polvere e dalle intemperie, vestiva uomini e donne, muniti di copricapo in pelle e di grandi occhiali. Con il passare del tempo ha perso la sua originaria funzione d’uso ed oggi lo si chiama comunemente: soprabito.
Fra gli anni ’50 e ’60 diventa un pezzo insostituibile del guardaroba primaverile e s’indossa, appunto, sull’abito spesso realizzato nello stesso tessuto, in lana o in gabardine. Si accorcia e raggiunge il ginocchio, si fa più aderente al corpo e via via segue le diverse linee di moda: a trapezio, a matita, e via dicendo. Oggi è un classico da portare ad inizio di stagione, in ogni caso in tessuto leggero, dalla foggia sportiva o elegante, anche da sera in tessuto impalpabile come l’organza o in pizzo. Spesso in inglese viene anche definito “over”, quando perde le caratteristiche essenziali del suo progenitore.