SPORTMAX: seducente freschezza
Femminilità in primo piano e rimando a una stagione -l’estate soprattutto- totalmente rilassata. Da godersi con lo spirito di chi, calandosi perfettamente nella sua calda atmosfera, lascia da parte affanni e problemi e vive un presente sgombro da nuvole che ne minacciano l’incanto e la promessa.
La sfilata per la prossima P/E di Sportmax trasmette proprio questo: desiderio di pulizia e di tranquillità, di un meritato riposo, di una pausa dal vortice quotidiano.
Una semplicità voluta e cercata, ma sempre “volutamente ricercata”.
Precise e nette le linee, come quelle di certe fotografie dalle morbide luci dell’americana Louise Dahl-Wolfe. L’enfatizzazione di questo tratto viene data dal gioco di chiaro-scuri e di luci-ombre creato dalla lavorazione dei tessuti che, spesso in rilievo, danno vita a “effetti speciali”, quasi tridimensionali.
Abiti, giacche, pantaloni, gonne….sembrano “tagliati e cuciti” direttamente sul corpo con grande naturalezza. L’essere e l’apparire che coincidono -la pelle e la camicia che si conformano, come diceva Montaigne-, il movimento che segue il vestire e…….viceversa.
Quadri e scacchi, grafismi, geometrie.
Pennellate incisive e imperiose sulla stoffa come imprimeva sulla tela dei suoi dipinti la mano decisa e appassionatamente drammatica di Franz Kline (un espressionismo quasi violento, dettato da una personalità curiosa e altalenante).
Molta attenzione dunque al bianco e nero, ma anche a quest’ultimo accostato al caramello o al burro.
Affiancati ai tessuti pittorici bicolore gli aranci accesi, i verdi sottobosco, i bianchi gesso. Il nero totale abbastanza presente, ma reso “ondeggiante” dalla leggerezza dei cotoni e delle sete -tanto popeline e lucido fil coupé!-.
Di notevole spicco la tendenza a sottolineare una certa “imprecisione”. Che non vuol dire disattenzione o “mancanza”. Come se si volesse trovare un modo più “easy” nel mostrare un volto nuovo della bellezza, un volto più naturale, più agile, meno stucchevole.
Ed ecco gli orli non rifiniti, simili a frange appena accennate -nei soprabiti, nelle giacche oversize, nelle gonne a portafoglio dalle lunghezze midi-; e gli esiti di trame insolite rese tali dall’intreccio di rafia di jersey, di nastri di raso guizzante, di cuoio morbidissimo -nelle maglie “dinoccolate” che scendono languidamente dalle spalle, nei top da “brava ragazza”, negli abiti per le giornate più afose-; e i colli che, come veri desaparecidos, appaiono quasi inesistenti -scolli a V, quadrati, rotondi ovunque, dalle tute fluide ai cappottini di canvas o di iuta cinturati, senza costrizione e ridondanza-; e i nodi, vero “must” della collezione, dappertutto -in vita a creare inusuali architetture, a guisa di chiusura sulle giacchine smanicate, romanticamente posti sulle camicie che diventano esse stesse fusciacche, applicati sulle borse soffici come cuscini e……perfino tra i capelli-.
Le scarpe e i sandali, neanche da dirlo, hanno la foggia comoda e predisposta a camminate veloci o a passeggiate corroboranti all’aria aperta e al sole….
Il tutto mostrato con la nonchalance tipica di chi vuole lasciare il segno senza ostentazione e di chi, come da sempre, sa unire la solida capacità con l’inesauribile inventiva.