Stile Maria Antonietta, bello … “da perderci la testa”!
E’ come respirare una boccata di aria fresca rivedere quell’idillio effimero e delizioso di abiti color pastello che Kirsten Dunst ostentava leggiadra nei giardini del Petit Trianon nel film “Marie Antoinette” di Sophia Coppola!
Quell’immensità di Haute Couture in puro stile francese intessuto di glamour ed incanto si risveglia nella mostra “Maria Antonietta, i costumi di una regina da Oscar” al Museo del Tessuto di Prato che espone gli straordinari abiti del film (già commentati su Imore) realizzati da Milena Canonero.
Una pellicola quella di “Marie Antoinette” divenuta fin da subito un piccolo cult. Quella sofisticata ed ambigua visione pop della vita di corte a Versailles tra il 1770 e il 1789 ha entusiasmato tutti. Scenografia perfetta, colonna sonora azzeccatissima e costumi da favola. Un quadro storico perfettamente riuscito in tutte le sue più muliebri forme e che Milena Canonero è riuscita a trasmettere in maniera mirabile e convincente.
Tra champagne, golosissimi macarons, tè al gelsomino e torte al cioccolato si mescolano parrucche, fiocchi, ventagli, cappellini, raffinati sabot e abiti ‘modaioli” di gran gusto. Quel gusto che seppe distinguersi per l’estrema raffinatezza, femminilità e sensualità e che davvero segnò un’epoca.
E’ così che una giovane regina, non di sangue francese, emblema del ‘700 nel bene e nel male – sappiamo come andò a finire – in poco tempo seppe adattarsi agli usi e ai costumi di corte fino a dettare le regole delle nuove tendenze, dei nuovi lifestyle e dei moderni orientamenti della moda considerati “deliziosi” come le torte appositamente preparate per lei.
E tutto questo grazie ad una sartina di Abbeville, una cittadina dell’alta Francia, Rose Bertin. Fu lei la ‘modiste’ scelta dalla delfina di Francia per rivoluzionare il costume femminile di corte e a gettare le basi della haute couture. Da quel momento il gusto, lo stile, e la moda passarono prima da Versailles e poi nel resto dell’Europa.
Per Maria Antonietta, la Bertin disegnava continuamente nuovi modelli; due a settimana e a prezzi proibitivi per chiunque. Per la regina di Francia estese la sua creatività anche ai cappellini, alle parrucche, alle acconciature – leggendari i famosi pouf – e agli accessori. Si narra che la Bertin creò appositamente un pallido color oro chiamato “capelli della regina” riprodotto dai migliori artigiani di tessuto direttamente da una ciocca di capelli di Maria Antonietta, inviata appositamente ai laboratori per la realizzazione, e che divenne il più copiato nelle mise delle dame di corte.
Per le sue strabilianti invenzioni a Rose Bertin venne affidato il titolo di “ministro della moda”.
Maria Antonietta l’Austriaca, fu sovrana di eleganza e buon gusto. Una trend setter ante litteram che dettò le regole delle stile nell’Europa del ‘700 utilizzando la moda anche come strumento politico per far valere le sue opinioni su questioni pubbliche di stato ed economiche precluse allora al giudizio femminile. Fu la prima a vedere nella moda, che comprendeva non solo abiti ma acconciature e trucco, una vera e propria forma di arte e di affermazione sociale. Raccogliendo intorno a sé grandes dames, pittrici ed artiste, costruì un vero e proprio gineceo di corte, che trasformò Versailles nell’epicentro dell’arte e della cultura.
Le sue volubili frivolezze e le agiatezze distaccate che si consumeranno impassibili fino agli albori della Rivoluzione cambieranno i destini di un’intera Nazione.
Uno stile davvero da ‘perderici la testa’!
Tutto quel glamour settecentesco, malizioso e leggero, rifiorisce negli abiti confezionati da Milena Canonero, straordinari, veritieri, profondamente autentici ed attendibili tanto da legittimarle l’ Oscar per i migliori costumi considerati come la migliore reinterpretazione cinematografica mai realizzata dell’abbigliamento del XVIII secolo. Un occasione da cogliere al volo quella di “vivere” da vicino una realtà storica disegnata e riprodotta nei minimi dettagli.
La mostra “Maria Antonietta, i costumi di una regina da Oscar” realizzata in collaborazione con la Sartoria The One, la più giovane sartoria cinematografica e teatrale di Roma, sarà visibile nella Sala Mostre Temporanee del Museo del Tessuto di Prato a partire dall’11 febbraio fino alla fine di maggio. Questa bellissima vetrina si affianca all’esposizione aperta al pubblico fino al 29 aprile “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo”, organizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e Museo Stibbert di Firenze dedicata all’evoluzione dello stile e della moda nello stesso secolo.