Tempo di primavera
Tempo di primavera, previsioni: l’addolcirsi delle temperature porterà con sè una ventata di allegria.
Si preannuncia una stagione tutt’altro che austera, composta da colore, civetterie e glamour, da vivere con spirito scintillante.
L’umore seguirà a ruota nell’indossare linee superchic, colori sfavillanti e superlativi abiti da sera.
Da dimenticare gli eccessi, la stagione chiede solo una classica semplicità purchè, naturalmente, intonata alla stagione dei fiori.
E’ alle porte la primavera: finite le maratone in giro per saldi e archiviato l’inverno 05-06, quali le suggestioni per la primavera – estate?
Si preannuncia una stagione tutt’altro che austera, composta da colore, civetterie e glamour, da vivere con spirito scintillante.
Sono del tutto assenti le esplosioni di entusiasmo per eccentricità ed esotismi che in altri anni ci hanno contagiato. Si torna a privilegiare il classico, recuperando addirittura lunghi abiti a colonna che donano grazia e allure impero.
Non sono mesi di minimalismo, al contrario. Lo sforzo sarà piuttosto quello di mettere il freno, e a volte la rinuncia sarà dolorosa.
Prime tra tutte, come è giusto che sia, ci sono le principesse, icone di fascino e glamour.
In realtà è il protrarsi di una tendenza presente da qualche anno, che non accenna a defilarsi, anzi: elegantemente lascia tracce di sé anche su spiagge e barche, investite dal fascino di costumi uniti, dettagli iper-chic e coiffure coordinate.
Prepariamoci ad una intensissima vita mondana, se non altro per indossare i vestiti da sera che moltissime collezioni propongono: difficile resistere al richiamo di tessuti fruscianti che sfiorano il pavimento, impreziositi da frange, paillettes, nastri e per chi se la sente addirittura da piume. Sogno di una notte di mezza estate.
Tripudio di stoffe fiorate: da coordinare attentamente alla propria silhouette per non assomigliare a un grande vivaio ambulante, ma se si può osare perché non farlo?
Molti non rinunciano ai cromatismi optical bianchi e neri, nella supposizione che prima o poi si cominci a non poterne più, ma il bianco resta punto fisso, anzi corre il rischio di diventare colore-must di stagione, meglio se corredato da ruches, pizzi e merletti.
Richiede attenzioni alle quali la donna metropolitana dovrà adeguarsi.
Le fashion addicted più inesorabili li hanno recuperati già durante l’inverno, quindi si prevede che per l’estate anche le donne normali le imiteranno. Del resto, non potendo il punto vita scendere ulteriormente, sale l’orlo: bermuda e short sono da rispolverare, se poi sono nei toni kaki, sabbia e beige e fanno safari in Africa, si è centrata una tappa obbligata nel calendario fashion 06.
Dire che il jeans è di moda è superfluo: quando mai non lo è stato?
At last, le vetrine della prossima estate saranno un tripudio di abiti costruiti, di linea sartoriale. Tailleur. Lunghi vestiti da sera. Stampe a fiori. Bermuda kaki. Tessuti fantasia. Stoffe femminili ed eteree, come chiffon, voile, taffettà, mussola”¦
Dov’è la novità?
Le differenze, ora, non stanno nei vestiti, tranne piccoli dettagli.
Si torna ad amare il classico, quell’up to date che porta scritta in sè la propria atemporalità.
Allora sorge il dubbio legittimo: perchè parlare di tendenza di primavera? Se davvero è la volta del classico, in cosa questo si distingue, stagione dopo stagione?
In realtà ogni momento porta con sè uno spirito nuovo, che anima i vestiti, coloro che li hanno disegnati e coloro che li portano. Ogni momento porta con sè qualcosa di nuovo e differente, destinato a scomparire e a non tornare più.
VIviamo, consapevoli o meno, immersi in uno spirito, una tendenza appunto, che altri, trendsetter e stilisti, hanno individuato con un anno di anticipo. In base all’esattezza della previsione riconosciamo loro talento e successo, in termini di senso estetico e di vendite.
Noi a nostra volta, abbiamo il compito di domandarci se e come la tendenza si accorda a gusto, umore, e giornata che attende.
La risposta va trovata in noi stesse. In questo modo scegliamo e indossiamo un vestito reso unico, stagione dopo stagione, da quella soggettiva indefinibile impronta che si chiama stile.