To Long Nam. Dal Vietnam a Roma passando per Parigi
Dopo Marta Ferri il secondo stilista presente a Roma vincitore di Who in on Next? è Tô Long-Nam . Ed è la seconda buona sorpresa di questa XX edizione di AltaRomAltaModa e del suo progetto “Made in W.I.O.N” per far sfilare i nuovi talenti che hanno meritato un premio nell’edizione del Concorso Who is on Next? (W.I.O.N ne è l’acronimo) dell’edizione di luglio.
Tô Long-Nam di origine vietnamita ha studiato Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti Berlin-Weissensee/Germany; poi si è trasferito a Parigi, dove ha iniziato a lavorare per stilisti di fama internazionale. A Milano ha collaborato a lungo con Alessandra Facchinetti per VALENTINO; trasferitosi di nuovo a Parigi haavuto un incarico da Givenchy e nel 2010Inb questo stesso anno vince il concorso Who is on Next? organizzato da AltaRoma in collaborazione con Vogue Italia.
Dalla sua biografia sappiamo che ha lavorato come assistente e designer di LANVIN uomo per due stagioni. E ciò si nota. Perché la collezione è composta da abiti sartoriali semplici ed essenziali , molto costruiti, con un buon tocco di modernità nel fatto di essere senza cuciture e senza rifiniture; moderni nei materiali; moderni nel taglio maschile, moderni negli accessori senza che venga meno la femminilità dell’insieme.
Pantaloni ampli con pinces profonde sono portati con una semplicissima camicia dal taglio maschile. Abiti tubini movimentati da drappeggi sul davanti o da stoffe leggere che li doppiano, sono accompagnati da importanti guanti che da motociclista. La femminilità diventa più aggressiva e acquista un allure futuristico con i pantaloni neri stretti dove sono mescolati materiali diversi attraverso intarsi geometrici. Le giacche sono di linea semplicissima classica, quelle che completano gli abiti più femminili; rivelano un importante lavoro di costruzione, che va sottolineato e ammirato, quelle che accompagnano i pantaloni più sportivi. Il risultato però non sempre è stato –per i nostri gusti- piacevole. Ci azzardiamo a definirlo eccessivamente pensato, perseguito e costruito. La figura femminile in questo caso risulta irrigidita nella struttura architettonica.
Insomma una collezione sorprendentemente semplice nella linea e complessa nella costruzione che nel pensiero dello stilista vuol “imitare” la tecnologia digitale, semplice e complessa allo stesso tempo.