Tony Ward
Se interviene nelle polemiche che la manifestazione di Alta Roma ha sollevato anche questo anno, Tony Ward lo fa con animo addolorato e rilascia queste dichiarazioni: “Sfilo a Roma da molti anni, ho sempre difeso AltaRoma contro i tanti detrattori e non voglio fare gesti clamorosi e polemiche arroganti”¦.. Il mio è quindi un appello rivolto alla futura gestione di AltaRoma, affinché riesca ad instaurare un rinnovato rapporto di fiducia e proficua collaborazione con tutti gli stilisti, me compreso, che pur essendo ancora giovane e straniero, sono troppo legato a Roma e non voglio trovarmi nella condizione di altri miei colleghi libanesi di lasciare Roma per scegliere Parigi.”
E prosegue a difesa dei giovani “Mi sono quindi chiesto: perché in Italia non vengono presi in considerazione i giovani designers? Quale potrà essere il futuro dell’ Alta Moda se si continua a ragionare in questo modo? (…) Mi auguro solo che il prossimo presidente di ARAM valorizzi maggiormente i giovani stilisti italiani e anche quelli internazionali che portano a Roma la tradizione sartoriale di grandi designers di altre culture, rivisitandola attraverso l’innovazione e con lo sguardo sempre rivolto al futuro”.
Tony Ward immagina per la sua collezione un viaggio nella storia della moda, della cultura e della pittura, trasformate dalle contaminazioni culturali di Paesi diversi. L’intento dichiarato è stato quello di dimostrare che l’arte dell’ Haute Couture è ricchezza che si rinnova, che sconfigge la crisi e l’austerità.
Ne conveniamo. La collezione è ricca, gli abiti lussuosi, ma non ci ha convinto del tutto proprio per gli eccessivi giochi di materiali, combinazioni geometriche e ricami in uno stesso abito. E’ un eleganza sfarzosa che non incontra il nostro gusto. Ciò non toglie che non si debba riconoscere il talento del designer italo-libanese che ha affinato il suo stile a Parigi, nelle Maison più importanti con Gianfranco Ferrè da Christian Dior, con Karl Lagerfeld alla Maison Chloè e con Claude Montana alla Maison Lanvin. Sappiamo che oltre all’abito disegna le stoffe e i ricami. Tra gli abiti che giudichiamo migliori, l’abito bianco corto con cappa costruiti attraverso un gioco di origani e un prezioso ricamo di pietre a sottolineare scollatura e orlo; abito color écru con gioco di riquadri a rilievo a creare un chiaro scuro, linea leggermente a palloncino stretta sopra le ginocchia. L’abito più significativo ci è sembrato quello da sposa corpino losangato con intarsi/ ricami; gonna a balze, ricca, ma di linea semplice; il velo corto impreziosito da Swarovski diviene un gioco di rose sulla testa, eccessivamente voluminoso.
Come caratterizzare la collezione primavera/estate 2010 di Tony Ward? Alta sartorialità, giochi di linee e forme geometriche; innovazione tecnologica così che il laser taglia le sete preziose con la massima precisione e strumenti ad alta tecnologia la intrecciano con i metalli, creando effetti tridimensionali che portano in rilievo i ricami; giochi di orgami per costruire la linea degli abiti o per decorarne la superficie; ricami per impreziosire il tessuto; e poi i colori, prevale l’oro anche come materiale, arancio in molte nuance, blu, bianco e nero.
La griffe Tony Ward è un importante punto di riferimento per le donne di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, dove vanta una solida clientela nel jet-set internazionale e in Medio Oriente, dove è diventato il couturier di numerose famiglie reali.