Tra l’Oriente e il deserto più suggestivo dell’Africa. I nuovi gioielli di Giulia Colussi
Un evento elegante e garbato quello realizzato da Giulia Colussi nel salotto di Lesley Venditti al Lesley Luxory Vintage di Milano per presentare le sue creazioni.
Ci accoglie un’ambientazione raffinatamente esotica ed autunnale. Foglie secche ed alchechengi sparsi al suolo invitano ad entrare quasi in punta di piedi, mentre sospesi e leggiadri in incorporee figure i bellissimi kimono anni ’50 di Cristiana Lopez , avvolgono l’atmosfera di magia.
Ci catapultiamo in un mondo boschivo fluttuante quasi soprannaturale che sembra esalare particolari vapori in grado di evocare sacre e preziose “sembianze”. Una sensazione che permane nel momento in cui i nostri orizzonti visivi si imbattono nelle nuove realizzazioni artistiche di Giulia Colussi.
Rimaniamo subito ammaliate da insoliti pendenti di diaspri provenienti dal deserto del Namib, uno dei più antichi e suggestivi al mondo, che la designer ha visitato e “vissuto”. I contrasti del suo paesaggio cangiante di dune rosso ruggine, di suoli aridi e di cerchi di fate si fondono in “rocce parlanti” che sembrano dei dipinti incisi, e che invece sono le screziature autentiche di una natura primordiale e pietrosa che ha impresso la sua memoria in forme mutevoli ed incostanti ma straordinariamente armoniose.
Subito percepiamo la bellezza di poter indossare un eccezionale tesoro che in un’esplosione di immagini naturalmente amorfe ha cristallizzato il suo passato nella pietra.
Questi pendenti che si presentano con un’estetica forte e volitiva, riescono a sprigionare un’essenza quasi ancestrale che si addolcisce nel collarino di passamaneria color pastello – di gusto spiccatamente orientale – per un mood ricercato e vibrante allo stesso tempo.
Un impegno certosino il taglio della pietra che testimonia un lavoro fatto con maestria e scrupolosità per poter regalare figurazioni diverse e uniche dove ognuno può immaginare vedute, panorami, paesaggi, astrattismi o sembianze, a seconda della propria sensibilità.
E’ sempre un’esperienza appagante parlare con Giulia che illustra i suoi gioielli e le loro storie.
Una viaggiatrice che potremmo definire d’altri tempi con il piglio virtuoso del collezionismo che nel corso degli anni è diventato sempre più cospicuo e prezioso e che vanta oggetti antichi tradizionali ed autentici appartenenti alla cultura d’Oriente: bottoni arcaici, fibule di pietra dura intarsiate, giade, lacche antiche.
Un vero e proprio cabinet de curiosités che Giulia ha deciso di plasmare e reinventare con aggiunte di pietre preziose, oro o bronzo, cordoncini di seta pregiata, perle barocche – così imperfettamente perfette – e dettagli di design jewellery curati nei minimi particolari. Pezzi esclusivi ed unici che si distinguono per una libertà creativa non dipendente dalla forma e dall’uso dell’oggetto, ma che assecondandone comunque il movimento senza snaturarne la struttura originaria, li trasforma in vere e proprie sculture preziose.
Non c’è solo bellezza estetica e finezza decorativa in questi gioielli, ma anche un passato.
Ogni gioiello di Giulia Colussi ha una sua storia da raccontare. La storia di una cultura, di un’epoca o di un periodo artistico, magari la narrazione di una geisha, le gesta di un guerriero o l’avventura di un drago, l’epopea di un imperatore.
Magie che parlano di arte.
Anche le sue creazioni più contemporanee parlano comunque di arte tout court. I bracciali Schiapparelli in bronzo con pietre incastonate a taglio cabochon hanno tutto il sapore delle antiche minuterie carolingie, gli orecchini con pendenti preziosi a taglio baguette sprigionano tutto il profumo spiccatamente decò degli anni ruggenti, gli anelli con smalti e giade lo spirito del Novecento un pò naif.
La particolarità inoltre, di saper scegliere e lavorare pietre insolite dal fascino unico, e rarissime in gioielleria, con specchi cromatici molto avant-garde, è un privilegio davvero da apprezzare in tutta la sua esclusività. Sfumature insolite e nuove come quelle della serafinite, una pietra dura di un verde opalescente quasi marmoreo con screziature bianche che imitano le ali degli angeli, è una concessione alla portabilità di gemme che oseremmo definire elitarie.
Se dovessimo condensare in tre parole i gioielli di Giulia Colussi queste sarebbero: rarità, bellezza ed esclusività, mentre il buon gusto e il modernismo plastico le sue peculiarità più significative.
Una vera introspezione creativa che si concretizza in un accordo di diversità di chassis assemblate con maestria e dove passato e presente si fondono in un connubio perfetto.