Tra moda e arte con Roberto Musso
Un’inedita e prestigiosa location per gli abiti bon ton di Roberto Musso. La biblioteca di Palazzo Landrini, sede dell’Accademia lombarda di scienze e lettere, ha infatti spalancato le porte alla moda ospitando la collezione p/e 2010 di Roberto Musso. Una collezione sui generis potremmo dire, dai tagli originali e dalle ispirazioni orientaleggianti.
“Moda e arte diventano emozione quando i sensi vengono catturati da un colore, un suono, un’immagine e un oggetto diventa desiderabile perché evoca un’emozione, un ricordo, anticipa un’attrazione”.
Roberto Musso descrive così il connubio tra moda e arte, punto di partenza delle sue creazioni, dalle quali traspare, dalla primo all’ultimo abito, la sua predilezione per la ricerca della qualità e il suo stile spiccato ispirato all’essenzialità e all’eleganza della cultura giapponese.
La collezione accentua il carattere di nodi e pieghe che si alternano nel top e nelle gonne in cotone tecnico froissé, interpretando così un grande classico che ritorna in chiave contemporanea. Le forme predilette sono le pieghe origami, vero must della maison, che scendono applicate al punto vita, diventano piccole alchimie di creatività nella gonna rosa in cotone croccante, abbinata al top in georgette e alla giacchina con manico a sbuffo.
I grandi assenti della sfilata sono i pantaloni: Musso fa sfilare con top a balze asimmetriche in voile di cotone inattesi hot pants. E ancora li ritroviamo, cortissimi, abbinati a bluse con maniche versione over e cinture strette sui fianchi quasi a ricordare le forme dei kimoni giapponesi. E ancora gonne a tubo anni ’50, colli tondeggianti, minidress neri in mousseline di seta riportano all’immagine della jeune fille di buona famiglia, prediletta da Musso nelle sue creazioni.
Per la sera abiti con pieghe extralusso, sagomati da balze e giochi sartoriali, abiti a tunica o minidress neri impreziositi da piccoli cristalli applicati alla passamaneria.
La palette di colori varia dai toni lunari, le sfumature del gesso, al rosa, l’azzurro antico, il panna fino ad arrivare alle fantasie dei tessuti dipinti a mano rigati multicolor o con larghe pennellate grigie e mora.
Le scarpe sono platform open toe ben accollate, o sandali, interessanti per l’idea di reinterpretare in chiave metropolitana le infradito in legno delle gheishe giapponesi, ma personalmente poco estetici.
Dalla collezione traspare lo stile indipendente di Musso nel panorama del fashion system, uno stile che però ha molto da dire e da suggerire, raffinato ed elegante che conferma l’esclusività dei suoi capi e la sua possibilità di crescere ancora in termini di visibilità.