Trompe l’oeil
Il trompe l’oeil, letteralmente “inganno per l’occhio”, è un particolare tipo di tecnica pittorica atta a rappresentare uno sfondo o dei semplici oggetti in modo fittizio. La prospettiva e le dimensioni vengono eliminate per lasciare spazio ad una rappresentazione volutamente piatta che possa a prima vista trarre in inganno lo spettatore. Tale tecnica di derisione nei confronti del pubblico era già invalsa nel mondo antico, dalla Grecia fino a Roma e si è progressivamente diffusa nel corso dei secoli in molteplici ambienti artistici. Ultimo campo di sperimentazione, in termini di tempo,è stata la moda, che ne annovera due principali testimonianze storiche: Elsa Schiaparelli e Roberta di Camerino.
La prima ideò un particolare tipo di golf su cui imperversava il grande disegno di un fiocco intorno al collo, quasi appunto a dare l’illusione dell’effettiva presenza di una sciarpa o un foulard. Tale lavoro fu possibile grazie ad un punto di maglia ottenuto dall’intreccio di due fili diversi, che donava al capo anche una maggiore resistenza rispetto al resto della maglieria offerta dal mercato dell’epoca. La creazione di Elsa Schiaparelli suscitò meraviglia e stupore nella Parigi dell’epoca e, come ogni capo che rompe gli schemi, divenne l’uniforme delle donne più in vista del momento.
Varie decadi dopo, nel pieno dei ruggenti anni ’60, Roberta di Camerino riporta sulle passerelle la tecnica del trompe l’oeil, declinandola su borse, abiti e foulard. Fiocchi e ricami fittizi campeggiano su shoppers e sciarpe, abiti con stampe di tailleur e bottoni inesistenti sfilano in passerella, insomma il grande trionfo dell’inganno visivo per eccellenza.
Negli ultimi tempi e nelle ultime collezioni presentate, il trompe l’oeil è tornato, sia per divertenti t-shirts adatte ad un’occasione d’uso più giornaliera, come quelle maschili di Dolce & Gabbana, sia per stravaganti corpetti rosa in pizzo ricamati su altrettanto stravaganti giacche da tailleur arancio fuoco, pezzo forte della collezione a/i 2010/2011 di Moschino.
Ancora una volta la moda prende in prestito dall’arte tecniche e modelli di costruzione, allo scopo di innovare e trasferire quel genio che caratterizza l’arte indipendente e sovrana ad un’arte applicata che, seppur minore, riesce costantemente a non svilirne i significati.