Il tubino…e la donna fu
E’ il capo d’abbigliamento più importante della storia per almeno tre quarti delle donne intervistate qualche tempo fa dal magazine britannico “Daily Mail”, più ancora dei jeans e del wonderbra. In effetti, il tubino nero – che i francesi chiamano petit noir e gli anglosassoni little black dress – è per eccellenza l’abito adatto per tutte le stagioni e tutte le occasioni, che si tratti di una serata di gala o di un cocktail informale. E pazienza se la caustica Camilla Cederna nel lontano ’53 gli appioppò l’appellativo di “scemarello”, ritenendolo troppo semplice.
Ma nella semplicità è anche contenuto il segreto del suo successo: corto e senza maniche, declinabile creativamente in vari stili e tessuti, il tubino assurge ad icona senza tempo di eleganza, essenzialità, classe, tanto da rasentare l’indispensabilità in un guardaroba femminile che si rispetti. Non per nulla resta legato indissolubilmente al mito della divina Audrey Hepburn, che lo indossò deliziosamente in “Colazione da Tiffany”, rendendolo un assoluto must-have (quello stesso modello apparso nel film – firmato Givenchy per la cronaca – fu proposto ad un’asta di Christie’s nel 2006, spuntando la cifra di 410mila sterline).
Ad inventarlo fu la grande “sacerdotessa” della moda Coco Chanel, che lo lanciò nel 1926 pensando ad una donna nuova, più indipendente e dinamica, autoconsapevole ed impegnata. “La moda cambia, ma lo stile resta, e io chiedo solo di essere imitata: sarebbe la prova migliore del miglior successo” dichiarò Madame vestendo per la prima volta il petit noir. Coco Chanel, che impazziva per gli accessori, fece del tubino l’abito ideale per accompagnarli e valorizzarli, in particolare i gioielli (per richiamare la Hepburn, si pensi a quanto le donasse quel superbo filo di perle sull’abito nero lungo la Fifth Avenue di prima mattina).
Flessibile e congeniale ad ogni tipo femminile (il regista Fellini lo impose tanto alla bionda procace Ekberg quanto alla mora maliarda Aimée), ha dunque più di ottant’anni, ma non li dimostra, se è vero che – stando ad un sondaggio del quotidiano inglese “Independent” – il 96% delle donne ne ha in guardaroba almeno uno e circa la metà delle signore ne possiede due o più. Disponibile in modelli per tutte le tasche e tutte le forme, acquistabile in prestigiose boutique così come su bancarelle rionali, questo capo d’abbigliamento sa adattarsi ad ogni epoca e ad ogni personalità, conquistandosi sempre l’attenzione di sarti e stilisti che tutt’oggi amano reinventarlo e reinterpretarlo con tagli, cuciture, stoffe diverse, sbrigliando la fantasia tra linee, spacchi, scollature, inserti sempre nuovi.
In effetti, probabilmente l’astro del tubino è ancora ben lungi dal tramontare, perché – come affermava lo stilista Alexander McQueen – esso “è l’incarnazione del potere femminile, crudo, schietto e dritto al punto”.