UN’ APPETIBILE ANTEPRIMA
Ci siamo.
Ancora pochissimi giorni e Milano, sempre più sotto i riflettori e sempre più al centro dei pensieri che “lavorano” nella testa di chi immagina e attende in modo vibrante ciò che avverrà nei prossimi sei mesi, riuscirà a svelare tutta la capacità messa in atto per dare alla luce nel miglior modo possibile la “sua” -ma di tutti- EXPO 2015.
“……Milano benedetta
donna altera e sanguigna
con due mammelle amorose
pronte a sfamare i popoli del mondo……..”
Così la descriveva nel 1961 Alda Merini, in una sorta di strana “preveggenza”.
In città si respira già da un po’ quell’euforia eccitante e “preparatoria” che spesso caratterizza il periodo che precede qualcosa di “speciale” e, bando alle varie polemiche e ai vari pasticci intercorsi durante lo srotolarsi dei lavori, bisogna dire che ora è arrivato il momento di far emergere una sana positività e di godere del risultato delle innumerevoli energie messe a disposizione da centinaia e centinaia di persone che, con grande ma edificante fatica, possono ora guardare con orgoglio la matura visibilità del loro “frutto” finalmente pronto per essere pienamente morso e gustato.
Il fascino del tema di questa grande manifestazione –NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA– non può lasciarci indifferenti. È “il tema” per eccellenza, quello che lega tutti noi, quello che ci tiene in vita, quello che ci dà la spinta propulsiva per cercare di superare barriere spesso difficili.
E questo filo conduttore che abbraccia come una calda coperta i vari aspetti legati al cibo si snoderà per tutto il periodo della durata dell’evento anche “dentro” Milano -con più di quindicimila appuntamenti trasversali e diversificati che faranno da ponte con il sito espositivo-.
Anzi, a dirla propria tutta, un vero e proprio spazio -denominato propriamente il “primo” padiglione di Expo Milano 2015- è già visitabile da un paio di settimane…..
Stiamo parlando di ARTS & FOODS. RITUALI DAL 1851, l’immensa e fitta mostra “a tema” curata da Germano Celant che la Triennale di Milano dedica al grande avvenimento di questo semestre.
“Qualcosa” di talmente ampio e ricco che non finirà di attrarci e di sorprenderci più e più volte.
Una mega-mostra (la mostra che più di qualsiasi altra riguarda Expo) destinata a rimanere sicuramente impressa negli occhi di chi, con “affamato” e curioso approccio, si avvicinerà ad essa con la consapevolezza di fruire di un’esperienza totalizzante.
Il connubio tra cibo e arte, rivelato a partire dalla Great Exhibition del 1851, è lì da vedere in tutte le sue possibili espressioni.
“Siamo lieti e orgogliosi di inaugurare oggi il primo Padiglione dell’Esposizione Universale. ARTS & FOODS è uno Spazio Tematico speciale: non solo perché si trova nel cuore della città, ma soprattutto perché è dedicato all’arte, il linguaggio capace di comunicare pienamente la vocazione universale di Expo Milano 2015, nonché i valori simbolici e rappresentativi del tema “NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA”. L’indagine delle multiformi relazioni tra le arti e il cibo diventa, nel percorso proposto in queste sale, uno strumento fondamentale per rileggere la storia economica e sociale del mondo dalla metà dell’Ottocento ad oggi”.
Queste le parole che riassumono il progetto realizzato espresse il giorno dell’inaugurazione da Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A. e commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015.
Più di 7 mila metri quadri -con circa 2.000 opere esposte!!- in cui sbizzarrirsi e entusiasmarsi!
Un fantastico viaggio tra ritratti di cuochi famosi, sushi di stoffa, arredi e sedute di tinelli accoglienti, descrizioni di riti conviviali, tavole imbandite con leccornie allettanti, abiti stampati -un tripudio di frutta e fiori e ortaggi e posate e vivande che ondeggiano e danzano su gonne e corpetti!-, cucine ricostruite a partire dall’aspetto estetico, locali che sottolineano il lato più funzionale delle varie preparazioni culinarie.
Una pluralità di linguaggi che dal 1851 ruotano, oltre che intorno alla nutrizione, anche ai molteplici corollari che si affiancano ad essa, in una sorta di “ripasso” educativo che, visti gli sciatti atteggiamenti che spesso si riscontrano nei luoghi preposti alla consumazione dei pasti, non guasta.
Ci si lascia incantare, nel percorso cronologico ben organizzato da Italo Rota, dalle suggestioni sonore, olfattive e visive che evocano ricordi legati a quei momenti ludici condivisi con amici e familiari che quasi sempre hanno come protagonista il cibo e le sue “cerimonie”.
E ci si lascia trasportare -come se si fosse a bordo di un vecchio torpedone o di una nuovissima astronave- dalla rutilante successione di “quadri, oggetti, sculture, elettrodomestici, fotografie, documenti, estratti cinematografici, programmi televisivi, manifesti pubblicitari, abiti, giochi, copertine di dischi, pubblicazioni di soggetto gastronomico, menù…..”.
Si gira, ci si sofferma, si torna indietro. Non ci si stanca mai di vedere, e rivedere, e rivedere ancora.
Una natura morta di Morandi, una composizione di posate di Arman; i giganteschi salumi di Gaetano Pesce, la Susanna “tuttapanna” dei Carosello degli anni sessanta; un Bulli trasformato in vettura da pic-nic, i Bagni misteriosi di Giorgio De Chirico allestiti nel giardino esterno; il “Big Big Mac” di Tom Friedman simile a una “creatura carnivora”, un caffè del primo ‘900 fatto e finito con tanto di insegne luminose e invitanti; una coppa stilizzata di Antonia Campi, lo spremiagrumi più famoso del mondo -realizzato anche a grandezza uomo!- di Philippe Starck; lo sfumato e malinconico “Au café” di Renoir, il festoso e delicato manifesto Campari di Dudovich; 93 opere di Andy Warhol destinate ai più piccoli in una sezione “vietata agli adulti”, 40 bacheche in cui perdere lo sguardo alla ricerca di pezzi di modernariato -prestati da compulsivi collezionisti internazionali- unici e introvabili; casette di pane -senza streghe “attira/bambini” all’interno!-, citazioni di personaggi famosi che punteggiano muri e pareti stupefacendo ogni volta in maniera diversa.
Un dialogo ininterrotto che riempie e nutre senza mai “appesantire”. Un continuum approfondito tra le discipline più disparate che dal cibo hanno preso spunto per raccontare e per trasmettere “vita”.
Un volume di novecentosessanta pagine pubblicato da Electa sarà il tangibile testimone di questa monumentale bellezza che tratta “delle arti e dei cibi” con sapiente maestria e con accorta cura.
Con desiderio di mostrare, di far conoscere, di contagiare, di “far uscire”.
E proprio a pagina 332 di questo ricercato e puntiglioso catalogo troviamo un bonbon da assaporare: è uno stralcio del manifesto del Realismo di Anton Naum Gabon del 1920 che, in modo incisivo e appassionato, traccia il proprio “sogno” riguardo all’arte:
“Oggi noi proclamiamo davanti a tutti voi la nostra fede. Nelle piazze e nelle strade esponiamo le nostre opere, convinti che l’arte non deve rimanere un santuario per l’ozioso, una consolazione per il disperato e una giustificazione per il pigro. L’arte dovrebbe assisterci dovunque la vita trascorre e agisce: al banco, a tavola, al lavoro, in riposo, al gioco, nei giorni feriali e in vacanza, a casa e nella strada, in modo che la fiamma del vivere non si estingua nell’umanità……”
Tutto da sfogliare, con gioia e con gusto.
Già, il gusto!
Quel gusto che lo scrittore Piero Ferrucci, nel suo magnifico “La bellezza e l’anima”, descrive come il più intimo dei cinque sensi……
Il gusto, che metaforicamente rappresenta “il gusto di vivere, la capacità di gustare, cioè di apprezzare il bello.”
Ne avremo dunque “delle belle” da fare nostre e di cui saziarci da qui al 31 di ottobre!
Da saper attendere con semprevivo interesse e a cui poter tendere con intatta fiducia.
ARTS & FOODS. RITUALI DAL 1851
Padiglione di Expo Milano 2015 alla Triennale di Milano
9 aprile – 1 novembre 2015, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 23
La Triennale di Milano
Viale Alemagna,6 – Milano
Ingresso: incluso nel biglietto di Expo 2015 e con biglietto Triennale