Un autunno bon ton
Eccolo l’autunno vero, quello delle brume mattutine che insinuano sotto pelle qualche brivido, della pioggia lieve che accarezza la terra, delle ombre grigie che calano rapide sul giorno, del tepore fragrante dei primi fuochi.
“L’acero indossa una sciarpa più gaia, / la campagna una gonna scarlatta, / ed anch’io, per non essere antiquata, / mi metterò un gioiello”. Così, da par suo, verseggiava la sublime Emily Dickinson meditando sulla stagione delle foglie morte che trascolorano come il sole al tramonto. E noi cosa indosseremo in questo lungo autunno-inverno che ci si para davanti?
Innanzitutto, per ripararci dai rigori a venire, oltre alla cara vecchia lana reinterpretata in chiave iper-tecnologica, un must è il tartan degli Highlander declinato nei capi più diversi e applicato a stoffe lavorate a molteplici fili, con intrecci creativi e colori fantasiosi per un total look davvero originale. Stella McCartney ha osato farne un giubbotto sportivo, così come Céline un cappotto elegante.
Largo poi alle pellicce, ecologiche e non, meglio se a pelo lungo, e a stole da avvolgere attorno alle spalle in stile diva. Si conferma in grande spolvero la cappa di qualunque colore e dimensione, come suggerisce persino Valentino, che la propone ridotta ma doviziosamente ricamata.
Per quanto riguarda i colori, oltre al revival del bianco e nero di memoria optical, si segnala in arrivo un’alta marea di rosa e blu elettrici che evocano cromatismi da videogame. Ci gioca infatti Chanel quando esibisce un cappotto doppiopetto asimmetrico con accessori blu Cina; oppure Gucci allorché sforna mocassini in pelle da cyber-eroe, inosabili forse sino a qualche tempo fa. Punta sul rosa da principessa, invece, Miu Miu col bel cappotto di astrakan che piacerebbe tanto a Cenerentola.
Passando al capitolo delle calzature, qui l’accessorio cult per tutti, signore comprese, è rappresentato dalle scarpe di foggia maschile: senza tacco e in morbido panno di lana, ma indurite da simboli militari o borchie da machos, come indica Christian Louboutin; in alternativa si può optare per lo stivaletto aperto (un vero cult di stagione) oppure accondiscendere alla tradizionale derby stringata da bohémien, mentre Miu Miu a sorpresa vira al grunge con scarpe provviste di maxi-suola e rifiniture argentate.
Tra gli outfit da imitare non possono comunque venir meno i cappotti oversize, preferibilmente arancio vitaminico, di taglio sartoriale virileggiante (deliziosi quelli di Jil Sander) ed i graziosi abiti floreali nelle tinte in auge negli anni 90, con rose rosse su sfondo nero o nelle calde tonalità del bordeaux, del rosa e del mattone. Ovunque, poi, si registra un trionfo della stampa con uccelli di varia sorta, quasi che lo stilista fosse Alfred Hitchcock in persona: in effetti uno svolazzamento così di rondini, cigni e soprattutto aquile mai si era visto prima. I bijoux, in particolare, si presentano quasi unanimemente all’insegna del fiero rapace. A proposito di gioielli, vien da sospettare che stavolta i couturier si siano finalmente alleati con gli orafi per lasciar spazio a lembi di pelle da esaltare con ori e gemme: ben vengano collane e spille fantasia sui maglioni a collo alto in tinta unita o sui cappotti con revers ampi, così come bracciali ed anelli possono essere valorizzati dalle maniche a tre quarti.
Buon guardaroba autunno-inverno dunque! E mentre meditiamo su abiti e cappotti, magari non perdiamo l’occasione, tanto per ispirarci un po’, di andare a visitare la super-mostra in corso a Palazzo Reale a Milano sino al 9 Marzo 2014, dedicata ad Andy Wahrol, il padre della Pop Art capace di trasformare in arte i feticci dell’immaginario collettivo occidentale, intuendo le degenerazioni del consumismo ai suoi albori. Legato a doppio filo alla moda – da essa influenzato e di essa influenzatore – egli non solo fu designer delle più prestigiose riviste fashion
(Glamour, Vogue, Harper’s Bazaar), ma creò anche capi originali (basti pensare all’abito “The Souper Dress”, un mix di moda, arte e logica industriale) nonché accessori New Look (scarpe in primis) e soprattutto, col suo lavoro di artista sperimentatore infaticabile, sparse input estetici a piene mani nel mondo dello stile, tanto che tuttora i nostri couturier non resistono alla tentazione di rielaborarne, se non copiarne, le idee innovative (si vedano Iceberg, Versace, Vivienne Tam Spring, solo per citarne alcuni).
“Non è forse la vita una serie d’immagini che cambiano solo nel modo di ripetersi?” si chiedeva Wahrol e noi gli facciamo eco applicando lo stesso quesito alla moda. E restando in tema di riflessioni autunnali, vogliamo concludere con le parole del sommo Kahlil Gibran dedicate proprio a questa stagione: “Ogni seme che l’autunno getta nelle profondità della terra ha un modo suo proprio di separare nucleo e involucro al fine di formare le foglie, i fiori e i frutti. Ma quali che siano i modi, lo scopo delle peregrinazioni di tutti i semi è identico: arrivare a levarsi innanzi al volto del sole” (da “Iram dalle alte colonne”).