Un ricordo caldo e colorato legato a Rosita Missoni

Nel sistemare agende e nel programmare impegni mi salta all’occhio la locandina della attesissima mostra dedicata ai fiori -“Flowers“. I fiori nell’arte, dal Rinascimento all’intelligenza artificiale, il titolo- che dal 14 Febbraio al 14 Settembre 2025 riempirà di meraviglia il chiostro del Bramante a Roma.
Una celebrazione di bellezza e di grazia dal grandissimo potere evocativo.
Un tripudio di colori che, in maniera caleidoscopica, le novanta opere tra dipinti, sculture, arazzi, manoscritti, fotografie, installazioni multimediali contemporanee, lavori legati all’intelligenza artificiale e perfino opere olfattive (arancio e gelsomino in primis) offrono alla vista e non solo.
Chissà perché, forse per una sorta di parallelismo estetico, si affaccia alla mia mente l’immagine gentile della cerimonia avvenuta poco più di un mese fa in occasione delle esequie di Rosita Missoni.
Lei, “nomen omen” amava i fiori, le piante, i disegni floreali, le sue serre a Sumirago traboccanti di ogni ben di Dio a cui dedicava amorevolmente tempo e cura..
Lì è stata allestita la sua camera ardente, lì ha ricevuto le ultime attenzioni dei suoi familiari prima dei funerali in Sant’Ambrogio a Milano.
E sulla sua semplice bara di legno ecco fiorire colori, scritte, dediche, corolle, rami, quadrifogli -li trovava sempre-, disegni.
Azzurri intensi, rosa decisi, gialli gioiosi, rossi audaci, verdi pacati…e nulla di nero…
Tutto messo in opera e predisposto come su un palcoscenico dagli affetti più cari, i suoi nipoti.
Grati a una donna dalla personalità forte e combattiva, lucida e generosa, attenta e sognatrice…che della sua vita ha fatto un atto di cura verso il lavoro, la famiglia, la casa.
Già, la casa.
E il pensiero vola di nuovo, si volta indietro, si appoggia su qualcosa di cui mi è rimasta chiara traccia.
Torno con la memoria all’aprile del 2019, precisamente alla giornata di una rocambolesca settimana milanese del design trascorsa tra un ufficio e l’altro, tra una fiera e l’altra, tra uno spazio espositivo e l’altro.
Una corsa affannosa alla ricerca di nuova creatività, di espedienti simbolici per dare risalto a rinnovati modi di abitare, di qualcosa che blocchi il vedere, il sentire, il toccare.
L’esigenza improvvisa di una pausa. Di un momento di quiete. Di una sosta.
Eccola! Si materializza in piena zona Brera, in via Solferino.
Fuori il delirio. Dentro la pace.
Nello showroom Missoni, difronte agli occhi, una casa…
Una casa in miniatura simile a una casa di bambole, una casa fatta di tanti spazi e accessoriata con mille oggetti quotidiani, una casa morbida e colorata dove ogni pezzo è realizzato con fili di lana multicolore, una casa-gioco della memoria che pare attendere solo l’arrivo di qualche essere lillipuziano…
Difficile diventa descrivere la precisione dei dettagli, la fantasia dei particolari, la tenerezza sicuramente sottesa all’abile esecuzione -le foto mi auguro possano venirmi in aiuto-, ma facile risulta trasmettere la sensazione di calore e di accoglienza provata all’ingresso.
“HOME SWEET HOME” il titolo dell’installazione voluta da Angela Missoni e creata da Alessandra Roveda (visionaria ed eclettica artista , abile nel mescolare manualità e sogno) in perfetta empatia artistica.
Come risultato...”un progetto totalizzante, un magico fiabesco interior ricoperto in ogni sua parte di maglia variopinta… un’esperienza avvolgente e coinvolgente, sensuale, colorata e morbida…un’affascinante onnicomprensiva veste delle cose…un trait-d’union tra passato e futuro dove comuni oggetti d’affezione come divani, letti, poltrone, libri, biciclette, gruppi di cactus, vasi per contenere fiori, orologi e molto altro ancora vivono per sempre…”
Bello immaginare la felicità di tutta la grande famiglia Missoni nell’assistere alla trasformazione del loro spazio meneghino di lavoro in spazio-casa. “…un mondo sorprendentemente rivisitato e trasfigurato in cui la realtà diventa fiaba, trama di presenze surreali fantasiose e ludiche, ricognizione e divagazione nell’intimità del sé, nella sfera dei propri personali ricordi domestici…”
Home sweet home…
Casa dolce casa…
Non esiste altro posto simile al mondo. Per restarci. Per tornarci. Per viverci.
“Scrigno del tesoro della nostra esistenza” diceva Le Corbusier.
Luogo dove crescere, dove far crescere, dove veder crescere…persone, idee, giardini…
Chissà quante cose sbocciate durante tutta la vita nel giardino della grande casa dei Missoni situata nella campagna boscosa lombarda da cui ogni mattina, in modo quasi rituale, Rosita ammirava lo spettacolo del Monte Rosa -amori, risate, fotografie, premi, abbracci, allegre tavolate, condivisioni-!
Chissà quanti fiori colorati nell’infinito luogo ridente dove ora lei abita e passeggia per sempre, sicura nel rammentare e fare suo quell’immenso pensiero di Walt Whitman: “Dammi odoroso all’alba un giardino di fiori bellissimi dove io possa camminare indisturbato”















