Una camicia per tutti
Quanti uomini non hanno almeno una camicia nell’armadio? Anche ai più sportivi, ai più casual o agli street style sarà capitato di dover indossare una camicia per una cerimonia, un colloquio di lavoro, una cena formale… ma in molti ne hanno certamente più d’una; la camicia è l’indumento maschile di maggior consumo: adatta ad ogni circostanza può essere sportiva se smorzata con un paio di blu jeans, fino ad essere la base per ogni completo da cerimonia.
Anche se molto antica nel suo utilizzo, non ha subito particolari variazioni nel tempo, rimanendo sostanzialmente uguale. In tutto il XVIII secolo però la camicia si infilava dalla testa ed era considerata un indumento intimo, infatti un re o un primo ministro non si sarebbe mai potuto presentare pubblicamente in circostanze ufficiali “in maniche di camicia”; inoltre fino al XIX secolo la camicia era rigorosamente bianca e simbolo di agiatezza, solo nella seconda metà dell’ Ottocento arrivarono i colori – a tinte pastello molto tenui – e comparvero poi le prime righe e quadratini. Ma il bianco dominava ancora, tanto che fra il 1860 e il 1870 – a Italia unita – si diffuse l’espressione “colletti bianchi” per definire il ceto degli impiegati.
Nel tempo variarono anche le forme dei colli: da quello alla coreana adatto agli smoking nel 1830 si passò poi ai colletti rovesciabili, i colletti alti rigidi ed inamidati furono “sfidati” nel 1900 da quelli più morbidi e semplificati delle camicie sportive. Rispetto al passato la camicia si è quindi diversificata nel suo utilizzo, fino ad arrivare ai più svariati modelli dei giorni nostri.
Le camicie da uomo sono nella stragrande maggioranza di cotone – dai più leggeri fil a fil e zephir, passando per il twill e popeline fino al più pesante oxford – che sia ritorto, compact o doppio ritorto il cotone è sempre presente in quanto comodo elegante ed igienico; nelle stagioni molto fredde si possono intravedere camicie di flanella, come quelle di fresco lino in estate o le rare e costose in delicata seta per occasioni particolari.
Ogni camicia ha poi il suo collo, oggigiorno vi è una svariata scelta quasi disorientante ma i classici durano nel tempo, come il botton down – lanciato un secolo fa dalla casa americana Brooks Brothers e ispirato dai giocatori di polo inglesi che per non far svolazzare le punte sul viso le avevano fermate con un bottoncino – il collo a punte diritte o classico – è il più formale e universalmente adottato – il collo aperto alla francese – ideato dal duca di Windsor per lasciar spazio all’ampio e triangolare nodo di cravatta da lui ideato – il colletto ad apertura inglese – anche detto mezzo francese perché ha un’apertura intermedia tra il classico e il francese – infine vi è quello con le punte ad alette – sempre in camicia con polsini doppi per gemelli – per indossare il papillon durante le cerimonie.
Negli ultimi anni la moda sta cambiando anche la vestibilità, se prima gli uomini hanno sempre indossato una camicia classica e comoda, ora i giovani (ma non solo) preferiscono una camicia più stretta ed aderente al corpo che non rimborsi troppo – la slim fit dotata di pences sulla schiena – fino ad arrivare ad alcune case di produzione che hanno lanciato quelle stretch con l’elastane.
Se c’è una camicia per tutti, è anche vero però che tutti devono – o perlomeno dovrebbero – averne una a modello: un esempio sempre presente in mente della camicia ben portata. Prima di tutto non deve essere troppo larga ma neppure così stretta da non far respirare, le maniche devono essere abbastanza lunghe da sporgere un centimetro fuori dalla giacca e il polsino dovrà poggiare sull’attaccatura del pollice, il colletto deve avere la giusta altezza per contenere la cravatta e non restare mai nascosto dalla giacca sulla nuca, le punte del colletto devono sempre essere coperte dal risvolto della giacca per mantenere l’armonia perfetta tra le linee di colletto-cravatta-giacca.