Una “chiara” bellezza da Brunello Cucinelli
Una crescita che non conosce crisi.
E che, forse a partire dalla crisi stessa, trova slancio per marciare a passo sempre più lesto. E, vien da dire, leggiadro.
La sensazione immediata che coglie chi valica l’ingresso dello spazio milanese di via Montello -sede dello show-room di Brunello Cucinelli- è molto eloquente.
Leggerezza, armonia, luminosità, ordine. Positività, concretezza, rigore. Fantasia, tradizione, coerenza di stile.
Soprattutto quell’imperante bianco che, dal superbo pavimento in legno chiarissimo alle pareti immacolate, fa da sfondo alle magnifiche collezioni.
E l’altra sera, in questo contesto, aiutato da un clima dolce e carezzevole che non sempre caratterizza le giornate della Fashion Week, abbiamo potuto ancora una volta meravigliarci della straordinaria creatività che questa solida azienda è generosamente capace di offrire.
Un trionfo di luce, appena entrati. Un semicerchio di garbate e giovani indossatrici vestite di chiaro, ma anche di sorrisi e di gentilezza.
Una freschezza di linee che, in modo morbido e disinvolto, rimandano a uno stile “armonico e contemporaneo”.
La prossima primavera/estate, la donna di Brunello Cucinelli troverà nel suo guardaroba capi preziosi ma facili da indossare, scoprirà che il giorno e la sera saranno perfettamente intercambiabili, proverà il gusto di indossare gonne di tulle con divertenti sneakers luccicanti pronte a sdrammatizzare e a incuriosire.
Avrà a disposizione capi aperti e adatti a un nuovo modo di vivere il tempo libero (che non si staccherà più di tanto da quello “impegnato”, in una sorta di continuum trasversale e facile da interpretare e da fare proprio) indossando tute fluide, maglie e felpe dai volumi sia ampi che minimali spesso accostate a gonne o pantaloni dalle fogge svariate -molto presente il rimando all’etnico e al fitness-, piccoli capispalla in camoscio, impalpabile piuma, aeree garze di lana, visone lavorato a traforo……..
Riuscirà a conciliare il desiderio di femminilità con l’esigenza di praticità, la voglia di romanticismo con il bisogno di efficienza, il sogno con la realtà.
Via libera dunque a rifiniture obsolete come frange di chiffon, ruches in organza, elastici rigati anche sui pezzi più “tradizionali”.
Largo a monili e accessori riflettenti come specchi presenti nelle collane, nelle sottili ed eleganti cinture, nelle scarpe -sia in quelle di foggia maschile sia nei sandali e nelle espadrillas-, nelle borse dal tratto decisamente artigianale.
Spazio a plissettature che si gonfiano con il movimento come corolle di fiori che si aprono al sole, alle lunghezze che si sovrappongono come le balze dei paesaggi collinari, alle trame dei tessuti lavorate come solo le api più precise saprebbero fare nel loro magico habitat.
E poi -come si è già detto- tanta, tantissima luce.
Luce emanata da tutto quel bianco, quel vaniglia, quel “petalo di rosa” appena accennato, quel tono di pastelli appena tratteggiato.
Come gocce di gelato che sfuggono dalla cialda e si posano sulla stoffa quasi senza disturbare….
Piacevole farsi catturare da un turbillon lussuoso e nello stesso tempo educato. E normale “allacciare” il successo di tale risultato a quel che ci “sta sotto”.
Sì, riteniamo che dietro il grande lavoro di questo eclettico e poetico imprenditore ci sia un plusvalore non indifferente.
La fede nei valori fondamentali che ogni volta, in ogni intervista e in ogni occasione, ribadisce con determinazione e purezza di pensiero. La fiducia nell’uomo e nelle relazioni, nei giovani e nel futuro. La piena adesione all’amore e alla bellezza.
La ferma consapevolezza dell’utilità di tutto ciò.
“Da cosa nasce cosa” -diceva Bruno Munari- e dal bello, come ci insegnano da sempre i classici, quasi sempre nasce il giusto e il vero.
Brunello, filosofo della moda, ci crede profondamente.