Una giovane grande donna: Maria Sole Ferragamo
Un volto angelico … quasi antico … occhi chiari, sorridenti, riflessivi e presenti disegnano i tratti di questo giovane fiore appena sbocciato, Maria Sole Ferragamo, promettente talento di una della più prestigiose Maison di moda al mondo, la Salvatore Ferragamo S.P. A. , fondata da suo nonno nel 1927.
Ci sediamo qualche attimo nel salottino Bohèmien della ex dogana, li, dove Maria Sole è stata invitata in occasione di Altaroma ad esporre una capsule fatta di tre pezzi assolutamente fuori dall’ordinario. Una breve pausa tra un defilé e l’altro, per poi decidere di riprendere la conversazione in un tempo meno caotico, al telefono, in un pomeriggio di fine luglio …. ed eccola qui … appena giunta da Londra.
Maria Sole, hai ad appena 25 anni e già una laurea in architettura al Politecnico di Milano, un Master in design del gioiello alla Central Saint Martins di Londra, e il primo premio vinto al concorso internazionale di Design Craft the Leather del Consorzio Vera Pelle conciata al vegetale.
Cosa vuoi raccontare di queste esperienze?
Risponde con una voce ricolma di sorriso ….
“Spesso mi domandano perché sono passata per architettura, se poi ho deciso di indirizzarmi verso il design del gioiello; la verità è che non mi sentivo pronta a fare una scelta così specifica sin da subito, e al contempo volevo porre delle basi solide al mio progetto. La facoltà di architettura mi ha insegnato che c’è un ordine prioritario e poi consequenziale, mi ha insegnato l’attenzione ai dettagli , alla precisione e all’ efficienza.
Il mio Master alla Saint Martins ha rappresentato la realizzazione di un sogno, mi ha fatta crescere personalmente e professionalmente, molto, e in breve tempo. A scuola vedevi tipi più assurdi, vestiti nei modi più assurdi, eppure nessuno si stupiva, ne manifestava perplessità. La mia classe era composta di appena 13 alunni, un po’ come una grande famiglia …. ognuno diverso e ognuno interessante a modo suo; i professori ci spremevano incitandoci a tirare fuori il meglio di noi , si era sempre in evoluzione e nonostante la stanchezza, ogni mattina quando mi svegliavo, mi sentivo fortunatissima.”
Quale differenze puoi evidenziare tra la scuola italiana e quella Inglese?
“La scuola italiana offre un metodo di studio valido e un fantastico bagaglio culturale di base. Confesso però che non vedevo l’ora di finire, tant’ è che mi sono laureata, con sollievo, in anticipo.
Alla scuola inglese ti portano di più ad esprimere te stesso. Quando è terminato il mio percorso lì, lo scorso 20 luglio, giorno della mia graduation, ho provato un’emozione di forte malinconia mista ad una immensa gratitudine.
Direi in ogni caso, che quello tra le due realtà, è un mix perfetto.”
Cosa consiglieresti ad un giovane che volesse intraprendere il tuo percorso?
“Di non aver paura di ascoltarsi. Perché solo noi sappiamo cosa è giusto per noi.”
Poi c’è stata l’esperienza del Consorzio con il primo premio vinto per unanimità di voti dalla giuria tecnica, dal pubblico a casa, e dai visitatori della fiera.
“Mi sono sentita onorata per essere stata chiamata assieme ad altri dieci studenti di istituti internazionali a rappresentare una scuola inglese nella mia Toscana. Nel corso del workshop le stupende persone del Consorzio ci hanno mostrato come si sviluppa l’intero processo della concia al vegetale. Da un punto di vista creativo è stata per me una tappa fondamentale, perché ho espresso me stessa in qualcosa che veramente mi rappresenta .”
Hai resuscitato gorgiere e panieri reinterpretandoli in maniera molto personale. Cosa vorresti che emergesse di te dalle tue creazioni?
“L’amore per il creare, la cura, la passione per la semplicità. Un bell’oggetto nasce da un bel design, da linee pulite.
Quando mi domandano cos’ è per te un gioiello rispondo che non ha nulla a che vedere con la preziosità dei materiali, ma con ciò che scaturisce dalla loro manipolazione. Spesso mi chiedono anche cosa sono le mie creazioni, io rispondo che non lo so, non so cosa siano.
E mi piace che non ci sia una risposta.”
Ti piacerebbe più essere esposta in un museo, o preferiresti che le tue “creature” andassero, come dire, a spasso?
“Decisamente museo, anzi guarda, una istallazione! Sarebbe perfetto.”
Se potessi scegliere un pensiero da attribuire al mondo per definire la tua arte, quale vorresti che fosse?
“Stupore, che poi porta al sorriso.”
Esiste un luogo in cui la tua creatività riesce a dare il meglio di sé? un tuo posto nel mondo?
“Punto Corvo, nell’isola di Panarea, si raggiunge percorrendo una strada in salita per una camminata di circa un’ora. Di lì si può osservare un panorama a 360 gradi sull’ isola. Spesso vado sola e i miei amici mi prendono in giro, mi chiamano la regina di Punto Corvo.”
C’è un passo della Bibbia che dice “l’albero buono si giudica dai frutti” Maria Sole, cosa ti ha insegnato tuo nonno Salvatore Ferragamo?
“Nonno lo penso ogni giorno, anche se non l’ho mai conosciuto …. è mancato quando mio padre aveva sette anni. Nella nostra famiglia è una presenza costante, si parla di lui quotidianamente.
Il nonno mi ha insegnato a credere nei sogni e a metterci un po’ di follia …
Se ci pensi, lui un po’ folle lo è stato; all’età di otto anni ha deciso che avrebbe fatto il ciabattino e a dispetto di quelli che cercavano di dissuaderlo, ha portato avanti il suo progetto. Mi ha insegnato l’amore e l’ossessione per il lavoro manuale … sono una designer, ma la mia natura è più quella di un’artigiana. Adoro assemblare materiali e dare loro una senso, raffinare la tecnica e la qualità del prodotto attraverso ricerca e sperimentazione.
Il nonno, mi ha insegnato il valore dell’umiltà. Ho sempre nitida un’immagine di lui giunto all’ apice del successo seduto in doppiopetto al tavolo da lavoro assieme all’ operaio, intento ad istruirlo.”
Avere alle spalle una famiglia importante è certamente vantaggioso, ma c’è sempre un altro lato della medaglia. Come gestisci le aspettative che emergono a causa del tuo cognome?
“Più che aspettative ci sono dei pregiudizi, visto il tuo background familiare si aspettano da te cose speciali, oppure pensano che se fai qualcosa lo fai perché hai quel cognome. Io non lo dico, mi presento come Maria Sole. In ogni caso le gestisco con grande orgoglio, nel senso che sono orgogliosa di essere una Ferragamo. Poi cerco di essere me stessa , se sei coerente con la tua natura la tua autenticità emerge e gli altri lo leggono. E’ comunque pur vero che gli altri leggono ciò che vogliono leggere.”
Sono rimasta colpita dalla tua mise semplicissima delle sfilate, senza sapere chi fossi avevo notato tra la folla questo tuo volto soave e pulito. Penso che tu sia autenticamente così, e penso, al contempo, che sia il tuo modo di gridare al mondo che si può essere belle senza dover necessariamente violentare lo sguardo altrui. Cosa mi dici?
“Vero, sono proprio così. Non ritengo sia molto importante ciò che si indossa. Credo che la bellezza sia nello sguardo, e uno sguardo bello lo hai quando sei felice. Io non mi sento a mio agio con su cose vistose.
All’ intervista alla Saint Martins ho esordito dicendo “non pensate che siccome mi chiamo Ferragamo sono una seguace delle passerelle; e neanche sono sempre informata sul’ultimo designer emergente. Ultimamente però, devo dire che sono più attenta alla moda, mi diverte, anche se ne resto distaccata. La vivo da spettatrice, come se guardassi uno spettacolo cinematografico.”
Da 1 a 10 quanto è complessa la tua semplicità?
“È complesso ricordarmi ogni giorno di essere me stessa. Direi sette.”
Se fossi un indumento cosa saresti?
“Una maglietta bianca, perché ci potrei scrivere ogni giorno in base a come mi sento; poi potrei lavarla e riscriverci il giorno dopo.”
Giornata tipo?
“Ti racconto una giornata tipo di qualche settimana fa, perché avendo finito il master non saprei dire come saranno le mie future giornate tipo. Mi sveglio piuttosto presto, alle 7.30 mi piace la mattina. Prendo un po’ di tempo per ringraziare per le cose belle che ho, per la mia famiglia, per avere il grande privilegio di poter fare quello che amo, sono consapevole di esser una ragazza molto fortunata …. Poi definisco i dettagli della giornata che verrà.
Fino a qualche giorno fa andavo all’ Università e rimanevo lì tutto il tempo, talvolta facevo anche le 11 di sera, ma non mi è mai pesato. Anzi, mi diverte fare sport, correre e fare yoga.”
“Pensi che sia banale?” domanda …. “no di certo” replico, “penso che sia una vita assolutamente deliziosa.”