Una moda coloniale per Luciano Soprani
Alessandro Turci ha firmato una collezione estiva molto comoda, pensando a una donna chic, romantica e metropolitana. Forme calibrate, morbide. Giacche piccole, top con ali a farfalla, pantaloni maschili, pizzi macramé per le spalline. Domina sempre il nero. Per i colori chiari: oro, avorio, ocra con qualche marrone.
Piccole sahariane da città. Le linee più corte del solito, gonne sopra al ginocchio, vita non segnata, morbida, più confort. I pantaloni non sono larghi, di raso cotone o lino. “Ho pensato a una donna metropolitana, coloniale, chic”. Coloniale in che senso? “Ho ripreso le linee dello stile coloniale, senza nessun riferimento etnico. Sono pulite morbide e permettono un’eleganza casual”. Perché questo stile? “Perché dà un’idea di estivo, di plasticità”.
Molto lavoro sui tessuti con un filo conduttore: il cotone.
Alessandro Turci dal back stage ci fa conoscere la sua filosofia per mantenere alto il nome di Luciano Soprani. Avorio, ori e nero. Come se il colore non esistesse “Per rifarmi alla tradizione Soprani” dice lo stilista in camicia viola e pantaloni scuri.
“Soprani ha sempre scelto un colore non colore dal nero all’ocra”.
Anche sui tessuti ci sono molte sperimentazioni? “Ho scelto il tessuto giapponese, il più avanti in quanto tecnologie, sperimentazioni. Ci sono vari tipi di cotone nella collezione, dal cinzato al cotone accoppiato, lacerato, con effetti tridimensionali per la rilettura di una donna più moderna”.
Addirittura un top (maxi) che non si stropiccia, stretch e che si può mettere in borsetta, comodo e di gran classe, lavorato con il laser. Un solo guanto lavorato, di organza con due fiori applicati. Le scarpe sono alte.
Un’eleganza non eccessivamente esasperata: “E’ naturalezza – dice lo stilista che da anni firma le collezioni – Con gli abiti le donne raccontano il loro carattere, la loro storia, personalità”. E intanto dalle passerelle propone una donna tra il romantico e l’aggressivo. “La donna che vesto ha una forte personalità, un gran carattere”.
Per gli abiti da sera il lamé plissettato in platino. Le giacchine sono eleganti. Anche il trench di un tessuto leggerissimo di raso cotone chiaro con colletto stile coloniale appunto.
Abiti da utilizzare in città, per potersi muovere comodamente anche in quest’ottica i tessuti hanno una loro logica.
Dallo stretch al lino cotone effetto vintage.
Un consiglio? “Si torna alla vita alta. Evitare le pance scoperte e cinture sui fianchi”. Anche abitini stile impero molto morbidi, doppiati con tulle. Solo per chi se lo può permettere.
Dal back stage prima che inizi la sfilata Alessandro Turci è emozionato, ma non lo dà a vedere. Risistema qualche modella. Spiega nei dettagli i suoi vestiti ed è disponibile.
E la ricerca sui nuovi tessuti e le possibilità incredibili della tecnologia? “Sempre nell’ottica funzionale. Per essere più comode. Penso infatti alla donna che lavora e che non ha tempo di cambiarsi durante la giornata”. Anche i giochi di plissettature a strati e in trasparenza in lamé oro di seta effetto origami danno alla collezione una preziosità insolita.
“Le forme sono calibrate, anche negli abiti vaporosi” – conclude. Ed ecco che si dà inizio alla sfilata.