Uno per tutti, tutti per uno?
Proseguono le manovre nel fashion system italiano per creare finalmente un fronte comune, sviluppando benefiche sinergie in ottica competitiva su scala internazionale. Le indicazioni uscite dall’ultimo incontro del Comitato per la moda e l’accessorio italiano (che accorpa i rappresentanti di tutti gli organi del settore), coordinato dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto, rivelano l’intento di una “maggiore aggregazione degli eventi moda, dai semilavorati agli accessori al prodotto finito” a partire dal 2017, prevedendo altresì un riallineamento delle diverse manifestazioni del comparto a monte e a valle della filiera, attorno alle date delle fashion week milanesi. E intanto già a Settembre di quest’anno è in programma il primo evento di sistema, che si terrà nei giorni della settimana della moda donna con la regia di Camera Nazionale della Moda Italiana.
Tra i passi iniziali del Comitato per la moda e l’accessorio vi è l’istituzione di specifici tavoli di lavoro su formazione, millennials e sostenibilità (superando vecchie logiche distrettuali). Lo scopo, da un lato, è di rafforzare la “promozione a livello internazionale delle scuole italiane, l’organizzazione di campagne istituzionali di comunicazione e la disciplina degli accreditamenti”; d’altro canto, si procederà a identificare iniziative d’impatto globale rivolte ai giovani e, nel contempo, verranno chiariti alcuni aspetti relativi alla sostenibilità quali le certificazioni ambientali, il monitoraggio delle attività da parte delle associazioni territoriali e la condivisione delle best practices.
Claudio Marenzi, Presidente di Sistema Moda Italia (che riunisce gli industriali di moda e tessile) sottolinea l’importanza di definire la questione del calendario dei vari saloni: “L’obiettivo è di lavorare ad un avvicinamento delle loro date per guadagnare un po’ di peso con i buyer. Fino ad oggi ci siamo adattati alle loro esigenze. Ora dobbiamo cambiare punto di vista ed agire insieme, per essere in una posizione di forza”. Comunque Marenzi ha ben presente la difficoltà di conciliare i desideri di tutti in un contesto frammentato come quello italiano, in cui la filiera del tessile-abbigliamento si compone di 47mila aziende, le quali conseguono un giro d’affari di circa 52 miliardi di euro, suddivise in otto grandi associazioni imprenditoriali. Tra gli auspici vi è anche quello di far confluire la totalità delle imprese in un’unica confederazione. Il Presidente di Sistema Moda Italia puntualizza infine: “Bisognerà anche capire se le fiere intendono posizionarsi durante le Settimane della Moda, che costituiscono un grande momento di comunicazione, o se invece preferiscono anticipare le Fashion Week, come sembra chiedere il mercato”.
Temi roventi, da affrontare comunque al più presto. Intanto il Made in Italy scommette come può su una strategia comune per attirare nel Bel Paese i buyer di tutto il mondo, grazie anche ai 20 milioni di euro che Carlo Calenda, predecessore di Scalfarotto, ha garantito al comparto nell’ambito di un programma straordinario di promozione del Made in Italy per il 2016 e il 2017.
Così il Ministero dello Sviluppo Economico, soprattutto attraverso il rilevante strumento dell’Agenzia ICE, sembra orientato ad abbracciare un approccio sistemico a tutto campo per valorizzare “quei settori che, come l’abitare, come la moda, sono sulla buona strada per la costruzione dei campioni nazionali in grado di lanciare il made in Italy” (Scalfarotto dixit) ovvero i nostri prodotti “belli e ben fatti” sulle ali della vocazione tricolore per l’export (non solo nei mercati avanzati, ma anche in quelli emergenti e nuovi).
“Già nel 2015 abbiamo avviato l’esperienza dei Voucher per l’internazionalizzazione, dando modo a centinaia di micro e piccole imprese la possibilità di dotarsi di un Temporary Export Manager. Fornire la possibilità alle piccole imprese di ricorrere a professionalità ad hoc per un primo affacciarsi sui mercati rappresenta infatti un motore d’avviamento capace di inaugurare lunghi e durevoli percorsi” ha spiegato lo stesso Scalfarotto, aggiungendo: “Alle medie imprese, con un fatturato fra i 50 e i 150 milioni di euro, è dedicato il Progetto Alti potenziali. Supporteremo le imprese interessate nella preparazione di piani di internazionalizzazione tailored, disegnati su misura. Tutti esempi di progetti di ampio respiro, di valenza strategica e non tattica, espressione di una vocazione e non di una mera ricerca di opportunità. Insisteremo anche su un’altra innovazione introdotta dal mio predecessore, il Progetto Export Sud. Non è immaginabile che nella ripartizione percentuale dell’export fra le Regioni italiane solo Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna siano in doppia cifra, coprendone più del 65%, e che l’intero Mezzogiorno, con le isole, arrivi a poco più del 9%”.
La conclusione del Viceministro è che “l’Italia è tornata: le sue imprese, malgrado ammaccature e ferite di ogni genere, hanno le maniche rimboccate. Siamo nuovamente pronti a stupire tutti. Non con l’azione di un singolo talento, il dinamismo di un singolo comparto, l’attivismo di un singolo ministero, ma con un lavoro di squadra, di partecipazione, di sintesi: sistema delle imprese, sistema dei saperi, sistema politico-istituzionale”.
E lavoro di squadra hanno cominciato ad abbozzarlo persino le 4 Camere della moda più importanti del mondo, che nell’Aprile scorso, durante il Festival di Hyeres, hanno visto i loro vertici organizzativi incontrarsi per la prima volta faccia a faccia. Si tratta dei Presidenti di Camera Nazionale della Moda Italiana (Cnmi), Council of Fashion Designers of America (Cfda), British Fashion Council (Bfc), Fédération Française de la Couture (Ff). Nel corso del meeting, i “fantastici 4” hanno discusso vari argomenti di comune interesse, tra cui il digitale, la sostenibilità, la formazione e le fashion week che ciascuno di essi organizza nel rispettivo Paese, con focus particolare sulle date dei calendari delle sfilate fino al 2020. Speriamo che la condivisione di cotanto know-how alla fine ci giovi, cari moschettieri, al grido di “tutti per uno, uno per tutti”!