Uomo P/E 2008. Il coccodrillo di Shir²
Shirò è un nome bene augurante: si chiama così la lucertola a due code, -simbolo della Casa fondata nel 2003 da Massimo Calestrini-, che in Africa è considerata un talismano. La collezione comprende abiti, borse e altri accessori, anche arredi per la casa
Tutti i materiali scelti dallo stilista sono preziosi ed esclusivi: coccodrillo, struzzo, pitone, lucertola, visone, zibellino.
Ci muoviamo ai livelli del lusso eccessivo, quello che fa pensare, quello che inevitabilmente richiama alla memoria i problemi insoluti proprio dell’Africa tanto amata dallo stilista-imprenditore Massimo Calestrini. Immaginiamo allora, per superare l’impatto, che Massimo con l’uso di pelli pregiate di provenienza africana, -coccodrillo, pitone, ecc- voglia tributare onore ad una terra che dà al resto del mondo tutte le sue risorse naturali, ma che non trova il cammino per assicurare ai suoi figli la sopravvivenza. Di chi la colpa? Si potrebbe dire tanto, ma lasciamo l’argomento ad altri sedi.
Torniamo al marchio Shirò e alla collezione. Shirò è un nome bene augurante: si chiama così la lucertola a due code, simbolo della Casa, che in Africa è considerata un talismano. La collezione comprende abiti, borse e altri accessori, anche arredi per la casa.
Tutti i materiali scelti dallo stilista sono preziosi ed esclusivi: coccodrillo, struzzo, pitone, lucertola, visone, zibellino. Il coccodrillo e lo struzzo sono materiali trattati prima in Africa secondo una antica tradizione che consente di mantenere splendido e naturale l’aspetto della pelle; poi in Italia vengono lavorati e trasformati. Così la pelle del coccodrillo del Nilo subisce un finissaggio scamosciato, e lo struzzo leggero come la seta diventa una materia così malleabile da poter essere plissettata.
E allora cosa caratterizza la collezione primavera estate 2008?
La cartella stampa ci informa che la definizione da applicare ai capi in modo ripetitivo (solo in questa accezione possiamo ammettere la parola mantra utilizzata dall’ufficio stampa) è: “semplice sofisticazione”.
Semplice sofisticazione. Si tratta solo di una figura retorica? Diun ossimoro? Solo l’accostamento di parole che esprimono sensi contrapposti? Ciò che è semplice non può essere sofisticato! Alla fine del percorso dobbiamo dire di no.
Lo sguardo di insieme alla collezione, distribuita in due ambienti piccoli è quella di elegante semplicità. Solo l’esame attento e la paziente spiegazione di chi ci accompagna ci aiutano a capire la preziosità del capo e quindi la sofisticazione, ad esempio di un trattamento di conce al sale per camosci e nappe. Oppure una concia all’allume di rocca che sbianca scamosciati percorsi da rombi cognac e blu, giallo zafferano e blu.
Apprezziamo così i ricami a mano con punti che disegnano rombi e geometrie elementari, su giacche scamosciate super leggere; il coccodrillo trattato con lacche, graffiato, invecchiato, logorato effetto craquelé; le slim jacket in black cocco traforato o in cocco color panna dipinte da Massimo Calestrini con spennellate a mano libera di beige, marrone e nero e cucite a punto “sacco” gli eleganti blazer e smoking in scamosciati ultraopachi sia white sia black; shorts e polo in nappa trapuntata e colorata.
Ed infine le maxi borse ultrapiatte in coccodrillo, leggerissime, duttili, sfoderate e così curate internamente da essere reversibili. Utilizzabili anche da una elegante signora.
L’uomo Shirò? Consapevole di sé ci suggerisce la cartella stampa. Ma forse troppo assorbito “˜nella serena luce del tramonto, nella fresca vegetazione dei giardini, nella brezza leggera di un lago cristallino’- copiamo sempre dalla cartella stampa- per essere consapevole del mondo intorno a sé.