Venezia fa la preziosa con Buccellati
“Gianmaria Buccellati. Capolavori d’arte orafa” è la stupefacente mostra in corso (fino al 12 Novembre) nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, promossa dalla Fondazione Gianmaria Buccellati e dalla Gianmaria e Rosa Maria Buccellati International Foundation, in un luogo di assoluta bellezza dove si possono ammirare dipinti del Tintoretto, del Veronese e degli artisti più in auge nel XVI secolo.
La spilla “Drago” del 1976, esposta per la prima volta in Italia, è l’oggetto-simbolo dell’evento: impreziosita da una gemma unica – un opale messicano iridescente – è protagonista del poster che rende omaggio ad uno dei massimi esponenti dell’alta gioielleria mondiale quale fu Gianmaria Buccellati, scomparso nel 2015. In effetti egli portò avanti per oltre mezzo secolo la gloriosa tradizione di famiglia, fondata nel 1919 dal padre Mario e destinata a proseguire con gli eredi, sempre all’insegna dei valori dell’eccellenza. La maison milanese, rimasta ormai solo in parte in mani italiane dopo aver ceduto la quota di maggioranza al fondo Clessidra (e poi al fondo cinese Gangtai) in ottica di crescita dimensionale e sviluppo del marchio, è considerata ovunque un’icona di raffinatezza e perfezione artigianale: i suoi gioielli, argenti, orologi da sempre sono prodotti come opere d’arte, secondo una scelta estetica, ma anche etica, che anima uno stile esclusivo. “Arbiter elegantiae”, Gianmaria Buccellati è stato insignito dal governo francese del titolo di “Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere” ed ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti in tutto il pianeta.
La rassegna veneziana, che si articola in diverse sezioni per illustrare in modo preciso l’evoluzione creativa dei preziosi Buccellati e le loro tecniche caratteristiche (basti ricordare “il telato”, “il rigato”, “il segrinato”, “il modellato”), centra perfettamente l’obiettivo di documentare come Gianmaria arrivasse a creare gioielli unici e irripetibili, avvalendosi di idee geniali nutrite di cultura e dell’eccezionale abilità esecutiva di maestri orafi provvisti di un know-how inimitabile.
Tra gli oltre 75 pezzi unici che si possono contemplare nelle teche del Salone Sansoviniano della Biblioteca Marciana spiccano capolavori come la collana con broche pendente di giada e orecchini (1984-85) o il bracciale realizzato dal padre Mario nel 1925 o quello creato dallo stesso Gianmaria nel 2012 con le tecniche del traforo a tulle e del nido d’ape, che conferiscono incredibile leggerezza; per non parlare dei virtuosismi manifatturieri che hanno preso vita da diversi tipi di incisioni, come quelle a ornato e ad effetto seta, e delle lavorazioni a sbalzo, ben esemplificate nella serie delle Coppe di Boscoreale (2002-2008) ispirate alla Roma Imperiale. In verità, lo stile Buccellati si è sempre richiamato fortemente all’arte classica e all’alto artigianato, come dimostra pure l’incantevole Parure Pizzo Venezia (1992), nata dall’attento studio di un pregiato merletto veneziano.
In questa carrellata mozzafiato si possono rimirare anche alcuni esemplari di haute joaillerie che, pur non essendo indossabili da comuni mortali, sono tra le più strepitose creazioni orafe di Gianmaria Buccellati (non a caso sono stati denominati semplicemente “Oggetti Preziosi”): la Coppa della Regina (2002), la Coppa dell’Arcobaleno (2012), il Sacro Graal (2013) e la Coppa Florentia (2014), opere di irresistibile fascino, ricchezza, ricercatezza, chic. Non potevano mancare poi in un simile evento le gemme più rare e raffinate, che Gianmaria adorava e da cui traeva molti spunti di ispirazione: si vedano i gioielli della linea Animalier con l’utilizzo di perle scaramazze come corpo centrale di una figura zoomorfa, tra cui le spille Panda (2001), Lumaca (2009), Scorpione (2010), Gran Dama (2003) con una fantastica perla Melo (oltre alla già citata spilla Drago).
In occasione della mostra (curata da Rosa Maria Buccellati e Chiara Tinonin, con il coordinamento di Swiss Luxury Culture Management), la Biblioteca Nazionale Marciana ha voluto eccezionalmente esporre il piatto anteriore staccato della legatura del Breviario Grimani, spettacolare opera di oreficeria veneziana del ‘500. Insomma, ovunque lo sguardo cada, in questa esposizione c’è proprio da lustrarsi gli occhi!