Vince il colore per Sportmax
Riferimenti all’arte contemporanea per la collezione primavera estate Sportmax, pensata per le giovani, ma bella anche per le più grandi. Meno d’effetto la sfilata di Maxmara, che evita il colore, e si affida ai bianchi, neri, colori metallici e sete lucide.
Due modi opposti di intendere l’estate.Ha ragione Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda, a fine sfilata di Sportmax a dire che la prossima stagione calda riserverà tante belle sorprese. Tra cui appunto il colore. Sarà una stagione colorata. Lo dice anche Grazia Malagoli, la stilista a capo del team internazionale SportMax.
In scena l’arte, per una griffe conosciuta a livello mondiale – in sfilata avevo di fronte giornaliste del Medioriente, cinesi e giapponesi, che guardavano attente le nuove proposte del Gruppo Maramotti.
Abiti, pantaloni a righe e con tanto colore, a quadretti. Camicie bianche che smitizzano l’urlo di colore dei pantaloni, piuttosto che delle gonne. “L’ispirazione è l’arte contemporanea – dice Grazia Malagoli, bella alta capelli lunghi neri, di Reggio Emilia – Dagli anni 60 in poi. Soprattutto le tele di Alex Katz, i colori di David Hockey, le griglie di Mondrian”.
Una moda giovane per studentesse? “Non classificherei – dice Patrizia – il nostro è un target giovane, per tutte”. Piace anche a me la moda disegnata dalla Malagoli e dal suo team. I pantaloni stretti in vita, che scendono larghi e che sono coloratissimi, anche le gonne e le giacche sono bellissime e potrebbero andare bene per una libera professionista, come per un’impiegata. Mi piace anche come interpreta la donna, con personalità, dai contorni precisi, fissati dalla linea e dai colori.
La novità sono le maniche molto gonfie. E in testa sì il turbante, omaggio a Bagdad, da tempo città protagonista mediatica. Ma anche fasce coloratissime che sparano un fiore in fronte, che ingentilisce un abito e che dà colore a quell’unico vestito chiaro, privo di colore.
Tutto per insistere sul portamento. M’è piaciuta questa sfilata SportMax perché la linea è fresca, bella, si impone e si riconosce. Ha una forte connotazione.
Meno d’effetto invece Max Mara, senza colore, ma non minimal. La linea di lusso si concentra sulle spalline. Anche solo una, tutta ornata di perline e che serve a tenere insieme l’abito, come se fosse un pareo. Serve forse per la spiaggia? Ma è troppo “glam”, troppo. Allora a che cosa? Per una soirée? Troppo poco abito. Collocazioni poco percorribili quelle della colleziona Max Mara. Tanto nero, bianco, e neutri scuri come terra, oceano, illuminati dal giallo fluo. Lurex metallico e seta croccante. Per la viaggiatrice urbana qualcosa c’è: giacchini corti e cappotti couture di lino wet e brillante.