Vizi e Vezzi della Moda: 1850 – 1960
1856 – 1867 IL PERIODO ROMANTICO
Definito anche l’epoca delle crinoline per l’uso delle gabbie metalliche, che servono ad espandere le sottane in una moda che vede la figura femminile allargarsi dalla vita alla caviglia, mentre il busto va accorciandosi ed il corpetto è chiuso fino alla gola.
Si sviluppa la produzione di merletti meccanici: dentelles chantilly o valenciennes, guipures, tulle ricamato, accanto a flanelle di lana o cotone rigate in colore e alle lane scozzesi. Ed è anche il trionfo dello “scialle cachemire”, prima importati dalla “Compagnia delle Indie” e ormai prodotti a Lione con telai meccanici. Il cachemire sfida le stagioni, la moda e il tempo, regna a dispetto della volubilità francese e attorno al 1870 gli scialli vengono tagliati in sartoria e rimontati per farne abiti e mantelle.
1870 – 1900
Verso il 1870 l’influenza dell’Arte Preraffaellita vede la figura della donna snellirsi ed allungarsi fino alle princesses della moda fin de siècle.
I tessuti sono rasi e duchesse di seta, spesso bordati di nastri, broccati in taffetas o moiré e velluto, failles e ornamenti di volants e jabot.
Si afferma l’abito in due pezzi (spezzato) di carattere svelto e giovane: il tailleur.
Nello stesso periodo la passione per le battute di caccia, per i grandi viaggi, per il pattinaggio e per le corse dei cavalli vede l’apparire della moda all’amazzone e il modo di vestire all’inglese con caratteri di semplicità maschile, con giacche e gilet, camiciotti e bluse alla russa e comodi abiti di campagna in cui domina l’influsso venatorio con velluti di colore piombo o avana.
Accanto al panno si vedono tricot fini, mussoline e crêpes, ricami e galloni.
È inoltre l’epoca dei Gran Balli di Corte in Europa, con l’affermarsi dello stile del primo grande sarto l’inglese Charles Frederick Worth.
Intanto in America i gioiosi “gay nineties” vedono l’esplosione del Musichall e la sinuosa fantasia lineare del Liberty con le civetterie di ventagli, piume di struzzo e rouches
1900 – 1919
I primi anni del Novecento sono caratterizzati da una rivolta femminile nei confronti del corsetto; anche nella forma un po’ semplificata di Worth, l’abito femminile appariva ancora come una “camicia di forza”.
Paul Poiret fu un vero pioniere del suo tempo, ispirato dal Liberty semplifica le linee e inventa la “Moda Direttorio” con il punto vita sotto il seno e l’abito che cade dritto fino alle caviglie. Lui stesso definisce questi abiti “LA VAGUE” abiti che lambiscono il corpo come un’onda leggera.
Sono gli abiti in cui i tessuti sono leggeri, impalpabili, quasi trasparenti: organze, tulle e satin di seta sono spesso ribordati con nastri e rouches, ricamati in fili d’oro e argento e stampati a colori pastello con le disegnature di Raoul Dufy e di Erte.
E già nel 1909 l’influenza orientalista e dei balletti Russi di Diaghilev, con kaffetani e kimoni, calzoni alla turca, tuniche, veli e turbanti.
È l’esplosione della couture parigina con Paquin, Doucet, Lanvin, Patou, Callot Soeurs e le grandi muse Isadora Duncan, Mata Hari, Sarah Bernhardt.
Sono anche gli anni di Mariano Fortuny a Venezia con le tuniche plissettate Delphos e sottilissime ombreggiature di colore.
1920 – 1929
Gli anni ’20 sono “Les années folles”: ci si vuole divertire, si vuole ballare. Esplode la moda à la garçonne ed il culto della giovinezza e del proibito.
La Garçonne apparteneva a quel tipo di donna che Hollywood trasforma in star come Louise Brooks o Josephine Baker, o che vivevano senza ipocrisia e pregiudizi come Kiki de Montparnasse a Parigi.
Gabrielle Chanel crea uno stile minimalista per una donna più attiva, più snella, più fragile, dai capelli corti. Il concetto del look Chanel fu fin dall’inizio mobilità e funzionalità.
Mademoiselle Coco seppe conquistare un pubblico vasto con la sua eleganza sobria fatta di completi di abito e soprabito in jersey beige, tubini in crêpe de chine nero (la petite robe noir) e abiti da sera in pizzo nero e oro e tulle impreziosito da ricami in jais.
Altra grande interprete di quegli anni fu Madeleine Vionnet, che ha lasciato una traccia mai scomparsa. Da vero pioniere ha introdotto innovazioni nella tecnica del taglio e l’uso dello sbieco. Il tessuto gioca un ruolo fondamentale per la caduta e l’elasticità e viene drappeggiato, piegato, pieghettato, gualcito, annodato e rasato, con ricami a giorno e applicazioni in un’esaltazione delle linee del corpo femminile.
Crespi di seta, rasi, georgettes di Bianchini Ferrier e di Ducharne sono spesso ornati con frange e piume di struzzo.
Gli ANNI ’30
Segnano il ritorno all’eleganza, sono dominati dalle linee geometriche del DECO e del CUBISMO.
La Signora degli anni ’30 si vestiva la sera sostanzialmente in lungo e le innovazioni di Madeleine Vionnet furono riprese da tutti gli stilisti.
Furono gli anni delle spalle nude, dei grandi décolleté sulla schiena, dei colli di volpe bianca e dei foulard di Hermès.
Tornano le vite strette e i busti che segnano il seno, è il momento del pantalone ampio e del Pigiama Palazzo.
Il genio di quegli anni fu Elsa Schiaparelli con il suo stile shocking, un principio di continua sovversione: scioccare e affascinare, meravigliare per sconvolgere.
Salvator Dalì, Picasso, Jean Cocteau furono i suoi partner ideali, e con “SCHIAP” trionfa Lesage con il sontuoso artigianato del ricamo.
Molineaux affascina le Signore con i suoi completi da collegiale maliziosa.
Hollywood incanta con i grandi abiti da sera bianchi di Jean Marlow, Greta Garbo e Joan Crawford, mentre Marlene Dietrich indossa l’abito maschile e pellicce di volpe rossa.
Gli ANNI ’40
Sono anni di guerra e la Moda diventa sobria. In Italia nasce lo stile autarchico, con paltò di panno ruvido e pullover in lana grezza.
Ma sono anche gli anni del trionfo di un nuovo genio:
lo spagnolo Cristobal Balenciaga
che apre nel 1937 la sua Maison in Avenue George V.
Dopo la guerra Rita Hayworth, interprete di Gilda, diventa il simbolo sexy.
Nel 1947 esplode Christian Dior con il NEW LOOK e tornano ottimismo e opulenza e sfoggio di splendore, preludio agli anni ’50.
Gli ANNI ’50
Ultimo grande decennio dell’Alta Moda.
I tempi sono maturi per una svolta radicale nella Moda, pieni di speranze e di promesse.
Parigi detta ancora legge. Si affacciano alla ribalta Givenchy e Cardin.
Vengono lanciate nuove linee, come quella a tulipano o a palloncino, sono abiti con spalle morbide, fianchi rotondi e vita molto sottile. Sono giacche alla marinara, il bianco per la sera e soprattutto l’esplosione del colore.
I fabbricanti di stoffe attingono idee per le loro stampe dalla pittura astratta contemporanea.
Ed è il ritorno di Chanel, il cui tailleur in tweed leggero con passamano e gonna sotto il ginocchio è ancora oggi simbolo di vera eleganza in tutto il mondo.
L’eleganza e lo sfarzo sono interpretati nel cinema da Audrey Hepburn, Marilin Monroe, Liz Taylor, Brigitte Bardot, Sofia Loren e Gina Lollobrigida; e da grandi personaggi femminili come Grace Kelly, Fabiola,
Farah Diba, Soraya e Jackie Kennedy.
È la nascita e l’affermazione dell’ITALIAN LOOK con le prime sfilate a Firenze e la presentazione ufficiale di case come Schuberth, Fontana, Antonelli e Simonetta.
Il mondo si innamora di Roma e di Cinecittà dove nuovi stilisti si affermano: Mila Schön, Forquet, Galitzine, Capucci e un giovanissimo Valentino.
Ma gli anni ’50 sono anche gli anni dell’esistenzialismo, con la sua musa Juliette Greco; del ribellismo alla “teddy boys”, con giacche di pelle nera e jeans alla James Dean e Marlon Brando, e del “rock and roll” con Elvis Presley.
Gli ANNI ’60
Sono anni contrassegnati dal ribellismo giovanile e dalla comparsa di nuovi miti. La cultura giovanile è interpretata dalla musica e dai cantanti: dai Beatles e dai Rolling Stones, Françoise Hardy, Janis Joplin, Joan Baez.
Il primo a captare i segnali dell’epoca fu il grande genio di quegli anni Yves Saint Laurent, ma già si mostrarono le discordanze con l’eleganza tradizionale della Maison Dior.
Segnali vengono anche dal mondo dello spettacolo quando Brigitte Bardot rifiuta le proposte di Chanel e continua a vestire in modo anticonvenzionale nelle boutique.
Sono ormai le boutique di Carnaby Street, o altre, come Biba, Jil Sander o Dorothée Bis a fare Moda e nasce il POP con le minigonne di Mary Quant e Courrèges, lo spazialismo di Cardin e la moda utopica di Paco Rabanne con l’introduzione di nuovi materiali come il vinile e le scaglie di metallo a sostituire il tessuto tradizionale.
Le icone dei tempi sono Twiggy, Jean Shrimpton, Penelope Tree e Veruschka.
In quegli anni Yves Saint Laurent introduce nuovi elementi nella moda femminile: tailleur pantalone, sahariane e in prima linea lo smoking femminile “tuxedo” e apre il primo negozio YSL RIVE GAUCHE, mentre Balenciaga chiude i suoi saloni scandalizzato: “La Moda è diventata volgare”.