“Wicked”: i costumi delle streghe di Oz
“Wicked: The life and times of the wicked witch of West” è un romanzo di Gregory Maguire, scritto negli anni Novanta, da cui nel 2003 è stato tratto il musical teatrale omonimo, che ancora sette anni dopo la prima messinscena registra il tutto esaurito a ogni perfomance.
Lo spettacolo è un tripudio di costumi, scenografie ed effetti speciali, ma soprattutto di musica. E si ispira molto liberamente a “Il Mago di Oz”, il classico per bambini di L. Frederik Baum, da cui è stato tratto l’omonimo film nel 1939. Maguire, rimasto affascinato dalla figura della Cattiva Strega dell’Ovest, a cui Baum non ha dato un nome, ha inventato una storia parallela a “Il Mago di Oz”, stravolgendo i personaggi che tutti sono abituati a conoscere. Infatti, racconta la vita di Elphaba, la strega dell’Ovest: la scuola, il disagio di sentirsi diversa per la pelle verde, l’incontro con quel tiranno del mago di Oz, ma soprattutto l’amicizia con Glinda, la ragazza più popolare della scuola, bionda e con gli occhioni azzurri, appassionata di vestiti e scarpe. Dopo un iniziale odio reciproco, infatti, le due stringono un’amicizia che durerà per tutta la loro vita, resistendo anche davanti alle strade diverse che le due amiche intraprendono: Glinda diventa la Buona Strega del Nord, la beniamina del popolo, al servizio del Mago, mentre Elphaba è continuamente ricercata dalle guardie della Città di Smeraldo ed etichettata come “strega cattiva” solo per essersi opposta al regime tirannico del Mago.
Nel 2004, “Wicked” si è guadagnato tre Tony Awards, tra cui quello per i costumi. Il premio è stato più che meritato: infatti, scenografie, effetti speciali e costumi colpiscono gli spettatori per la loro esagerazione e la loro stravaganza. Questo si nota soprattutto con i costumi delle comparse: si ritrovano così le divise scolastiche in innumerevoli declinazioni del gessato, bianche e blu, gli abiti per il ballo di infinite combinazioni di bianco e nero, i completi verdi degli abitanti della Città di Smeraldo giocati sui volumi, ridondanti di balze e ruches, e i vestiti trasandati e in tinte sporche dei cacciatori di streghe.
Ma non si può non parlare delle due protagoniste. Glinda si prende molta cura di sé e dei suoi abiti, presentandosi però sempre molto elegante, sia negli abiti collegiali bianchi che sfoggia a scuola, sia negli abiti lunghi di un azzurro quasi bianco che indossa una volta entrata al servizio del Mago di Oz. E non può mancare un abito vaporoso, con una gonna che sembra realizzata con petali di fiori, con tanto di coroncina e scettro, che ricorda vagamente quello del film del 1939. Invece Elphaba, ovviamente, è perennemente in nero. Finchè è a scuola appare ovviamente trasandata, perché della sua immagine non le importa niente, ma da adulta la vediamo con un abito nero di cui, se osservato bene, si nota il particolare taglio, con piccole balze e mille inserti. E non può mancare il capello da strega a punta, che agli occhi di tutti appare ridicolo, ma che lei non si toglierà mai.