William Klein, un americano a Roma
“Roma è un film e Klein lo ha girato” così definiva Federico Fellini il lavoro di William Klein pittore, fotografo e regista, autore di scatti innovativi ed epocali, di un affresco magistrale sulla vita e la moda nella città eterna fra il 1956 e il 1960. Il sorprendente lavoro fotografico che immortala gli scorci, la gente e il costume della capitale, in un periodo aureo della nostra storia artistica, confluiva in un libro divenuto una pietra miliare della cultura visiva, oggi riproposto in una nuova edizione che include testi aggiornati e fotografie inedite. Il genio pionieristico di William Klein, che con la sua visione dissacrante ha sconvolto l’estetica di Vogue USA, è stato celebrato con una mostra nel cuore di Roma.
Era il ’56, Klein arriva nella capitale per collaborare come aiuto regista di Federico Fellini sul set del film “Le notti di Cabiria”. E’ reduce dall’uscita, non priva di polemiche, del libro “Life is Good and Good for You in New York“, uno dei testi più significativi nella storia della fotografia. Lo slittamento delle riprese della pellicola di Federico Fellini, lascia il tempo all’artista statunitense, di girare per Roma con la sua macchina fotografica, in compagnia del regista di “8½” e di altri intellettuali del calibro di Pier Paolo Pasolini, Alberto Moravia e Ennio Flaiano. Nasce un diario vivido della città, un potente racconto per immagini, pubblicato per la prima volta nel 1959. A circa mezzo secolo di distanza la casa editrice Contrasto ha realizzato una nuova edizione di “Roma”, includendo immagini inedite di moda, oltre a una versione aggiornata dei testi. “Roma+Klein” comprende un volume fotografico e un volume esplicativo, con scritti di Klein e citazioni sulla città di celebri viaggiatori come Stendhal, Henry James, Michelet, Charles Dickens. Uno speciale cofanetto in PVC accoglie la pubblicazione e cita la copertina originale del libro.
Klein racconta di aver finanziato il suo progetto, grazie al contratto stipulato come fotografo per l’edizione americana di Vogue. Grande amico di Alexander Liberman storico art director della rivista, riceve nel ’60 l’incarico di fotografare le collezioni dell’alta moda capitolina. Lo stile basato su una capacità d’osservazione penetrante e pervasiva, l’approccio inusuale ai soggetti, lo porta a scegliere la strada come cornice privilegiata per raccontare i capi. Nasce un’estetica post-moderna che rifiuta la posa. La ricerca e l’introduzione nel processo fotografico di tecniche nuove, come gli obiettivi a campo lungo, l’uso dei grandangoli, le esposizioni lunghe unite ad esposizioni istantanee e multiple, rendono avanguardistico e unico il suo approccio all’immagine, influenzando profondamente le generazioni successive di fotografi e artisti, l’idea stessa della fotografia.
Il testo edito da Contrasto presenta alcuni capolavori. La storica foto con gli abiti in bianco e nero di Roberto Capucci: le modelle “sfilano” sulle strisce pedonali di Piazza di Spagna, facendo del suolo cittadino una passerella improvvisata, forse una delle più belle fotografie di moda mai realizzate. Fellini in posa davanti alla locandina di “La Dolce vita”, appena uscito nelle sale cinematografiche, con la top model Simone Daillencourt che indossa un cappotto di Simonetta Colonna di Cesarò. Il party organizzato per la collezione di “pigiama-palazzo” della principessa Galitzine con le comparse rubate a Cinecittà e mescolate a personaggi blasonati. Del resto uno dei tratti tipici dello stile fotografico di Klein è l’ironia e un disprezzo malcelato per le regole imposte dalle istituzioni fashion, la volontà di affermare il suo punto di vista profondamente sentito, il suo speciale angolo visuale.
I suoi set fotografici sono completamente fuori dagli schemi. Ha avuto modo di accorgersene chi ha visitato il percorso espositivo della mostra “William Klein. Roma fotografie 1956-1960”, presentata ai Mercati di Traiano e da poco conclusa. Sessanta immagini di grandi dimensioni che potremmo descrivere prendendo in prestito le parole di Sophia Loren: “Klein ha occhi come coltelli. E’ spietato e scandaloso ma non è mai cattivo – è tenero e buffo e violento – e, sono sicura, profondamente innamorato di questa nostra pazza Roma”.