Le Sorelle d’Italia. Incontro con Micol Fontana
Micol Fontana è dolce e determinata. E’ la seconda, delle tre sorelle stiliste che hanno vestito prima l’aristocrazia romana e poi Hollywood degli anni 50-60. A lei piace quando le definiscono “sorelle d’Italia”.
Mi riceve tra gli abiti indossati da principesse, Audrey Hepburn, Ava Gardner, Marylin Monroe, Soraya, la principessa Grace di Monaco, Jacqueline Kennedy, donne che hanno segnato un’epoca e scritto la storia dell’eleganza. Tutte sue clienti. Ha 96 anni e uno spirito molto giovane, pieno di entusiasmo: vorrebbe infatti proporre al mondo ancora una collezione.
Mi rivela subito cosa pensa dell’eleganza e dello stile e come ha conquistato l”˜America:
“Con la semplicità“.
E ricorda la sua prima sfilata a New York.
“Gli americani volevano sapere cosa c”˜era sotto, in quella rivalità tra Italia e Parigi. Come potevamo noi sorelle Fontana essere preferite ai maestri francesi, punto di riferimento della moda? Non sapevo una parola di inglese. E a rispondere fu la collezione. Tutti ne furono ammirati. I giornali ne parlarono con entusiasmo. Le americane sceglievano l’Italia per le linee semplici dei modelli. Con lo stesso abito andavano a fare la spesa e uscivano la sera. Sono pratiche e per loro è meglio essere eleganti-sobrie, piuttosto che eccessivamente adornate di fiocchi, fiocchetti e nastrini. La praticità è fondamentale se viaggi molto, come le first lady“.
Le italiane non sono così?
“Le italiane le vedi in pompa magna a teatro e neppure le riconosci di giorno“.
Ma oggi Audrey Hepburn, Ava Gardner, la principessa di Monaco avrebbero lo stesso stile “perfetto” di allora o si potrebbero confondere tra le tante donne di spettacolo e del cinema?
“Si rifiutavano a mostrarsi non eleganti. Non andrebbero in giro come si va oggi. Credo che Audrey come Ava Gardner non potrebbero lasciarsi sedurre dalla moda volgare. Erano contrarie al cattivo gusto. Eleganza è il contrario di complicato. Oggi le donne accettano lo stile volgare, lo subiscono, ma senza entusiasmo“.
Ava Gardner sceglieva lei gli abiti?
“Li sceglieva il regista. Abbiamo vissuto tre mesi insieme in Messico. Era talmente amica che quando lavoravo lei andava a casa a prepararmi una pasta: era una grande cuoca“.
E Audrey Hepburn, icona di eleganza ancora oggi?
“Era una donna complessa. A Roma le feci alcuni abiti per Vacanze Romane. Quando andai da lei a Londra mi colpirono tutti quei fiori bianchi: nel giardino, in casa. Lei mi disse che era una sua abitudine, perché amava i fiori bianchi. Respiravi un”˜aria pulita, elegante“.
E Jacqueline Kennedy, anche lei amava i suoi abiti.
“Era venuta a Roma e suonò al nostro campanello. Eravamo impietrite. Dopo mezz’ora arrivò il marito. Si immagini, il presidente Kennedy che sceglieva i nostri abiti per la moglie. Lei aveva scelto alcuni modelli della collezione. Poi il marito le disse quelli che preferiva. E lei quindi ne scartò alcuni. Devo piacere a mio marito e scelgo quello che lui vuole, mi disse“.
E’ stata anche ospite alla Casa Bianca?
“Quando sono stata alla Casa Bianca mi resi conto dell’essenzialità di quell’ambiente. Sono stata anche nella stanza ovale. Era tutto stupendo. E ci voleva un certo tipo di eleganza sobria, ben impersonata dalla signora Kennedy. Bisogna amalgamarsi agli ambienti. Avere uno stile non troppo diverso. Per esempio per i suoi viaggi in Texas Jacqueline sceglieva un tipo di vestito pratico, molto vicino alle texane. Ed è così che bisogna fare per essere donne di stile“.
Queste donne importanti, si lasciavano consigliare?
“Sì. Anche Liz Taylor. Mi chiedevano suggerimenti, sull”˜abbinamento dei colori. Si lasciavano guidare dagli esperti, chiedevano consiglio, si confidavano“.
Micol ha viaggiato molto in America, Giappone, paesi Arabi, Cina. Ed è commossa quando rivede le sue foto. “Ci sono foto che mi emozionano ancora“.
“Sono stata 22 volte a Tokyo a presentare le collezioni. Dei paesi arabi ricordo queste donne, mogli di uomini importanti, che salivano sull’aereo tutte coperte con i veli e abiti scuri e che improvvisamente se li toglievano e vestivano occidentale. E questo sull’aereo prima di arrivare in Europa. E”˜ incredibile“.
Ha lavorato per una delle più belle donne del mondo, Soraya. Com’era?
“Bellissima, donna di grande eleganza“.
Come mai oggi non si distinguono più le donne?
“C’è molta confusione. In via Condotti un tempo si riconosceva una signora elegante. Ora non è più così. E’ difficile distinguersi. Non si ha più l’opportunità di essere importanti come allora. Le donne si sono lasciate condizionare la personalità con cose fasulle. Eppure non c”˜è donna che non ami la bellezza“.
Che cosa ci consiglia per essere belle?
“Essere semplici. Essere eleganti sempre quando si esce di casa la mattina. Saper abbinare bene i colori. E uno stesso vestito si può rinnovare anche solo cambiando un dettaglio, un accessorio. Per esempio le scarpe sono importantissime“.
Gli abiti che hanno fatto la storia sono stati esposti ai Musei Capitolini a Roma, in occasione del 90esimo compleanno di Micol. E dal “˜94 esiste la Fondazione Micol Fontana per sostenere l’eleganza, l’artigianalità, il buon gusto attraverso seminari per i giovani stilisti.
Da un paesino vicino a Parma, Traversetolo, le tre sorelle 20enni sono arrivate a Roma prima della Seconda Guerra Mondiale
“Eravamo sartine. Dopo la quinta elementare aiutavo la mia mamma a cucire. Il caso ci portò a Roma e la nostra prima pi erre fu la portiera. Sono tre ragazze giovani di Parma – diceva – e sono brave, provate. Abbiamo cominciato dalle principesse romane, Torlonia, Colonna, Borghese, Savoia. La nostra mannequin de societé partecipava ai salotti vestita con un nostro abito e poi il giorno dopo ci portava le clienti“.
Tra i suoi stilisti?
“Stimavo Coco Chanel, perché come noi faceva gli abiti sui manichini. E come lei, anche noi usavamo la matita solo per tracciare la riga degli occhi“.
Appese nel suo atelier le foto di donne importanti vestite con i suoi modelli. Modelli per un abito da sera per Audrey Hepburn, per Ava Gardner e per la principessa di Monaco. La foto delle sorelle Fontana ricevute da Pio XII insieme a tutte le loro maestranze “Fummo le uniche stiliste all”˜epoca a essere ricevute dal Papa con tutte le dipendenti“. E di Micol benedetta da Giovanni Paolo II. Poi la foto della laurea honoris causa per la moda a New York. E una foto a Palazzo Chigi con Berlusconi.
Le tre sorelle d’Italia che hanno fatto grande la moda italiana. E che hanno reso belle le donne. E non è ancora un film. Dovrebbe chiamare un produttore cinematografico, azzardo a dire.
“Lo faremo, vero Rosita (il braccio destro di Micol ndr)?”