Sostenibilità tra i grattacieli milanesi
“Dobbiamo avere tutti un cuore verde”, ha dichiarato Leonardo di Caprio ultimamente.
Un cuore che si avvicini sempre di più al respiro vitale e che faccia sentire il proprio battito a quelle forze sicuramente già presenti nell’ambiente e nelle persone aumentando così la capacità di coinvolgimento e di responsabilità tra tutte le facce di una medesima medaglia.
Una cura piena di coraggio e di vigorosa energia per testimoniare un nuovo concetto di sostenibilità: questo l’animo di chi guarda a un futuro più umano.
A partire da basi analoghe di pensiero, nel cuore della zona milanese simbolo di importante riqualificazione architettonica urbana di carattere ambientale, sociale e culturale a livello europeo -Portanuova-, si è inaugurata poche settimane fa una realtà sui generis davvero molto interessante.
gOOOders il nome del flagship store tutto indirizzato -in modo trasversale- al crescente desiderio di una esperienza di shopping più etica e sostenibile.
Approdato a Milano in via della Liberazione 15 successivamente alla presenza di un corner store al Six Senses a Roma e di una boutique a Venezia all’interno del JW Marriott (fino a Novembre 2024), questo progetto ideato e portato alla luce nel 2019 da Eva Geraldine Fontanelli -fashion editor e consulente internazionale- possiede caratteristiche ben precise.
Nasce dalla volontà di dare supporto e visibilità a varie “presenze” create da cooperative, da piccole aziende artigianali locali e da manodopera in arrivo da ogni parte del mondo.
Ogni intendimento è basato sulla sostenibilità e ha alla base una decisa componente sociale, non rinunciando comunque mai all’aspetto estetico e “divertente” in ciascuno degli “angoli” preposti alla vendita (“if you do gOOOd, you look gOOOd” -questo il motto di gOOOders-).
Non si occupa esclusivamente di moda ma si presta a consulenze per lifestyle brand e per il settore dell’ospitalità, abbracciando quelle realtà che prediligono il percorso etico e sostenibile all’interno dei propri progetti.
Uno spazio/laboratorio urbano dunque dove sperimentare -anche con talk, seminari e iniziative legate al tema green- qualcosa che tenga conto di ciò che è importante proteggere, accudire, cambiare, ripensare.
Tutti i brand presenti all’interno dello store sono stati vagliati a partire dai valori perseguiti e sono il risultato delle iniziative sociali portate avanti dall’inizio.
Gli abiti gioiosi, le felpe confortevoli, i caftani volteggianti, gli accattivanti coordinati pijama, gli accessori ludici, i cappelli coloratissimi e le borse fatte a mano sono tutti realizzati con materiali naturali -cotone finissimo e lino di grande qualità-.
Meravigliose si offrono allo sguardo, sugli scaffali ben distanziati e mescolate con svariati oggetti di arredamento, le oramai sdoganate per ogni tempo e ogni luogo sleepers di velluto veneziane adornate con il sole -simbolo re dello store- ricamato per caratterizzarle ulteriormente.
L’inserimento di alcuni pregevoli mobili e pezzi di design firmati Cappellini corredano il luminoso spazio donando al tutto un plusvalore non indifferente -eccellente il supporto di Design Differente, “costola” virtuosa dell’Università Iuav di Venezia (hub rivolta a una community di designer, creativi, artigiani e artisti alla ricerca di un luogo dove poter far nascere in modo nuovo e diverso le proprie “creature”)-.
Sì. Si respira qui un’aria fresca, un vento lieve, una brezza piacevole. Qualcosa che unisce le generazioni e che riesce a rallentare la mente per far sì che produca modalità nuove e migliori per stare al mondo.
Un derivato del progetto originario è infatti la piattaforma mediatica “Milano is Goood”, nata con la collaborazione della città di Milano; un gruppo di cittadini virtuosamente attivi che hanno messo al centro della loro esistenza il desiderio di convivere con l’ambiente e con il prossimo in modo sempre più rispettoso.
Piccola digressione -ma neanche tanto, chissà-:
Good, Goooders, Goodall….
Viene in mente, vedendo la medesima radice, una cosa, un’affinità, un lampo.
Si materializza la figura di Jane Goodall, l’etologa e antropologa britannica ora novantenne, fervente sostenitrice di cause ambientaliste e umanitarie che, studiando per tanto tempo la vita segreta degli scimpanzé, forse cambiò anche gli esseri umani…
Nomen Omen?