Bijou da Museo, tra glamour e raffinatezza
I bijoux italiani vantano una lunga storia, solo in parte raccontata, fatta di bellezza, moda, cultura, abilità artigianale. Se tanto resta ancora da scoprire di questo mondo delle meraviglie, importante economicamente ed esteticamente, ecco che il Museo del Bijou di Casalmaggiore – tempio riconosciuto a livello mondiale della costume jewellery made in Italy – ha ideato una brillante iniziativa che si sviluppa con un ciclo di mostre monografiche sui grandi protagonisti dell’epopea della bigiotteria nazionale.
La prima esposizione della serie “Grandi Bigiottieri Italiani”, realizzata in collaborazione con la storica del gioiello Bianca Cappello, è in programma dal 21 Marzo al 17 Maggio ed è dedicata ad Ornella Bijoux, un brand iconico di notorietà internazionale, che si fregia del titolo di “Bottega Storica di Milano”. Con un allestimento accurato in cui sono presenti oltre 200 modelli originali, l’evento di Casalmaggiore vuole accompagnare i visitatori in un affascinante viaggio nel tempo, lungo 60 anni di formidabile creatività italiana interpretati dalla designer Maria Vittoria Albani, figlia di Piera, fondatrice della maison. Il percorso contempla anche una raffinata selezione di abiti da cocktail d’epoca, prestati dalla collezione Cavalli e Nastri di Milano, disegnati da Biki, illustre sarta-stilista che fu tra le artefici del concetto di moda made in Italy, con cui Ornella Bijoux collaborò intensamente negli anni ’60.
I bijoux della rinomata griffe milanese, come qualcuno ha giustamente osservato, sono “oggetti esclusivi dell’apparire per scoprire l’eleganza dell’essere”. Quella di Maria Vittoria è infatti un’interpretazione stilistica e formale del mondo naturale, dell’arte e della gioielleria classica all’interno di spille, collane, orecchini, diademi, anelli, bracciali che restano sospesi nel tempo, eterni nella loro bellezza ideale, non destinati a cadere tra le maglie di Crono e divenire effimeri e perituri.
La conservatrice del Museo del Bijou Letizia Frigerio, “angelo custode” dei 20mila e più pezzi di bigiotteria, macchinari, utensili, fotografie e cataloghi ospitati nella suggestiva architettura settecentesca che fu collegio dei Padri Barnabiti ed ora accoglie la preziosa esposizione, sottolinea gli aspetti di eleganza e “solarità” delle creazioni di Ornella Bijoux la quale, più che seguire la moda, l’ha saputa rielaborare con originalità alla luce di un inimitabile buon gusto, con un brio e una gioiosità che non esulano dai confini della sobrietà.
Fondata nel 1944 da Piera Albani con la figlia Maria Vittoria (oggi splendida 85enne, piena di entusiasmo giovanile), Ornella Bijoux si conferma una vera eccellenza del made in Italy “bello e benfatto”. La sua amplissima gamma di pezzi unici ha attraversato le generazioni restando fedele alla matrice primigenia ed alla missione genuina di omaggiare la femminilità senza tempo. Per questa mostra di primavera al Museo del Bijou di Casalmaggiore sono stati selezionati 200 storici articoli della collezione privata della maison, tessere di un mosaico dai colori vivi che narrano momenti indimenticabili, a partire dalle prime esportazioni negli anni ’50 in Inghilterra e Stati Uniti (dove scintillavano nelle vetrine dei lussuosi negozi delle catene “Neiman Marcus”, “Lord and Taylor”, “Bonwit & Teller”, “Marshall and Field”), per arrivare ai successi dei nostri giorni, allorché i monili brillano indosso a star cinematografiche e top model.
Di Ornella Bijoux ci colpiscono sempre, in particolare, le produzioni caratterizzate dalla ceramica dipinta a mano (dorata o galvanizzata) ed i sofisticati collier a fili di perle degli anni ’60 che facevano bella mostra di sé nella boutique di via Montenapoleone, alla gestione della quale si aggiunsero poi i sodalizi con marchi prestigiosi come Biki, Celine, Borbonese, propedeutici al successivo sbarco della maison nel mercato giapponese. Negli anni ’70 le creazioni di Ornella Bijoux spaziarono dall’arte astratta al gusto etnico, all’insegna dell’handmade e della personalizzazione. Fino all’ultimo ventennio in cui le espressioni “Liberty” hanno dispiegato scenari di natura vergine, con metalli dorati, smalti, paste di vetro, perle che modellano scarabei o farfalle in un “Eden” di spille e anelli…
Maria Vittoria Albani, nel frattempo, ha pure creato collezioni per altre griffe prestigiose e, col Terzo Millennio, si è aperta a nuove tendenze e sperimentazioni, oltre che a rivisitazioni speciali: il suo atelier di via Monte Cervino 4 a Milano è oggi un mondo favoloso che ospita 40mila pezzi, una sorta di casa-museo (visitabile su appuntamento) in cui perle, metalli, smalti, conchiglie marine, legni dipinti, vetri di Murano, ceramiche vintage, cristalli Swarovski, sembrano animarsi per dar vita a creature magiche che trasformano la donna di ogni giorno in una diva.
I modelli di Ornella Bijoux sono stati esposti alla mostra itinerante del Teatro alla Scala di Milano (curata da Swarovski), sono stati ammirati dal jet set di Marbella e sono stati apprezzati al Victoria Museum di Londra, nonché in occasione di eventi speciali a New York, Tokio e altre importanti capitali del mondo.
Ora ce li godiamo a Casalmaggiore nel fragrante allestimento del Museo del Bijou (corredato da catalogo edito da Universitas Studiorum).