Flash di moda
DALLA PARTE DELLE DONNE – Tra le stiliste più impegnate a favore delle donne vi è senza dubbio Alberta Ferretti, sempre in prima linea nel supportare enti non profit ed iniziative a sostegno della valorizzazione del mondo femminile, della lotta contro le discriminazioni, le violenze e lo sfruttamento del cosiddetto “sesso debole”. La Ferretti, in particolare, negli ultimi anni si è distinta per il suo forte sostegno alla Jordan River Foundation, un’organizzazione non governativa nata nel 1995 e voluta dalla Regina Rania di Giordania (che ne è anche Presidente) con la missione di promuovere l’emancipazione e l’autonomia socio-economica delle donne. Nel Gennaio scorso, a Milano, la stilista romagnola ha presentato un evento speciale articolato in due momenti (passerella della pre-collezione autunno-inverno 2012/13 e sfilata di una linea demi-couture), accostando ready-to-wear ad alta moda e scegliendo come modelle non professioniste dei defilé, ma giovani donne, celebri a livello internazionale come “fashion icons” per stile e valori. Il tutto per aiutarela Jordan River Foundation a portare avanti i suoi programmi di educazione e di lotta agli abusi sulle donne e sui bambini, di stimolo alla sostenibilità sociale, di sviluppo del potenziale economico dei singoli individui e delle comunità del Paese di Rania. D’altro canto, la bellissima sovrana medio-orientale, moglie di Abdallah II e madre di 4 figli, è anche impegnata a promuovere il dialogo interculturale tra Est e Ovest, intervenendo in prima persona in consessi internazionali come l’Assemblea delle Nazioni Unite (è pure paladina dell’Unicef). Rania, considerata dalla rivista “Forbes” una delle 100 donne più influenti del pianeta, è altresì una delle più eleganti, apparendo come una figura moderna e dinamica, contribuendo così a rinnovare la tradizionale immagine della donna araba.
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DIVERSAMENTE GIOVANE – Se la guardi, capisci che il detto “La bellezza non ha età” è tutt’altro che infondato. A 80 anni suonati, infatti, la “mitica” indossatrice Carmen Dell’Orefice è ancora di una bellezza esagerata e, giustamente, continua a sfilare per grandi nomi. Corpo snello e flessuoso, gambe magnifiche, occhi di ghiaccio bollente, una nuvola vaporosa di capelli candidi, la modella italo-ungherese-americana dopo 65 anni di passerelle ha ancora fascino da vendere e non ha alcuna intenzione di tirare i remi in barca: “Voglio morire con i miei tacchi alti” ha dichiarato. Alla Fashion Space Gallery di Londra si è appena conclusa una mostra interamente dedicata a lei, ricca di scatti inediti e leggendarie immagini d’archivio, dal titolo “Carmen: a life in fashion”. La retrospettiva, curata da David Downtown, ha fatto seguito al premio Carmen Dell’Orefice Award che le era stato assegnato dal London College of Fashion nel Luglio scorso. L’ascesa all’Olimpo di tale modella iniziò nel dopoguerra con una copertina di “Vogue” (1947), anticipatrice di un nuovo stile che rompeva i canoni della bellezza prosperosa. Si apriva una nuova epoca per il mondo della moda e nasceva la figura dell’indossatrice come personaggio: irraggiungibile in passerella e dalla vita privata movimentata. Carmen divenne la prima fashion-star contemporanea e molti artisti (Salvador Dalì in primis) la elessero a loro “musa”. La Dell’Orefice ha lavorato con i più stimati fotografi (Irving Penn, Richard Avedon, Cecil Beaton, Norman Parkinson, Francesco Scavullo, Raven Afanador, ecc.) e anche di recente ha sfilato per maison come Gaultier, Dior, Hermès, nonché per talenti emergenti come il cinese Guo Pei. Passando senza snobismi dalla haute couture al ready-to-wear, Carmen non ha esitato ad affiancare alla sua esperienza di “volto” di Chanel N. 5 quella di modella per H&M. Una bella donna in tutti i sensi, davvero senza età.
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GIOIELLI DISEGNATI PER FERRAGAMO – Anche Salvatore Ferragamo, nome legato all’eccellenza della pelletteria e della moda made in Italy, ha deciso di tuffarsi nel business della gioielleria e lo ha fatto con un partner del calibro di Gianni Bulgari, fondatore del brand Enigma. La prima collezione preziosa di Ferragamo, che lo stesso Bulgari ha definito “gioielleria disegnata”, sarà in vendita da Ottobre nelle più prestigiose boutique europee, americane e soprattutto asiatiche della maison fiorentina, che punta sempre più sul mercato cinese, molto sensibile all’oro ed ai prodotti iconici. Si tratta di gioielli che concentrano in sé il patrimonio simbolico dell’azienda, con tratti grafici che comunque non rifuggono dalle suggestioni della modernità. Le linee proposte sono tre per approcciare fasce diverse di consumatori (anche in termini di prezzo): si va da materiali poco costosi come l’argento alle pietre più preziose quali i diamanti, da un design semplice e leggero a forme più creative e impegnate. Per la precisione, la linea Futurista si ispira alla speciale etichetta realizzata nel 1930 dall’artista marinettiano Luciano Venna, mentre la linea Vara, caratterizzata da bracciali rigidi e anelli con pietre tagliate a cabochon, richiama la famosa fibbia impiegata da Salvatore Ferragamo come decorazione della scarpa recante lo stesso nome; la linea Gancino, infine, rilancia il gancio nato come chiusura delle borse, utilizzando oro giallo e rosa, diamanti e gemme semi-preziose. Il motivo per cui Ferragamo, a questo punto del suo storico percorso, si è risolto ad entrare nel mercato dell’hard luxury è strategico: l’obiettivo, in effetti, è approfittare della fase positiva del lusso d’alta gamma per assicurarsi margini di prezzo superiori.
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LE GIOIE DI LIZ – Hanno fatto faville all’asta di Christie’s a New York i favolosi gioielli di Elizabeth Taylor, la famosa attrice inglese scomparsa nel Marzo 2011: 269 esemplari di qualità straordinaria per la più grande collezione privata di oggetti preziosi mai posta all’incanto. La Taylor era un vera appassionata di gioielli, li acquistava (o se li faceva regalare dai tanti generosi mariti che ebbe) non per mero capriccio, moda o ostentazione di ricchezza, ma per reale interesse culturale e gusto estetico, essendo lei medesima una fine esperta di gemmologia e di arte (pochi lo sanno: Liz era una donna colta, figlia di un critico d’arte, cresciuta in un ambiente che sin dall’infanzia l’aveva educata alle cose belle). Di valore complessivo superiore ai 30 milioni di dollari, i gioielli della “diva dagli occhi viola” comprendono spettacolari creazioni di Bulgari, Van Cleef & Arpels, Tiffany, Schlumberger, Cartier, Boucheron, JAR, ecc. Possiamo citare, ad esempio, l’antica tiara di diamanti che le donò nel 1957 il terzo consorte Mike Todd (il quale un giorno scherzosamente confessò ai reporter: “L’unica parola che mia moglie conosce in italiano è Bulgari”) o i numerosi pegni d’amore che costellarono le alterne vicende del rapporto con Richard Burton, tra cui uno straordinario rubino acquistato da Van Cleef & Arpels, il celebre diamante da 33,19 carati passato alla storia col suo nome, una sontuosa collana di Bulgari con zaffiri e diamanti, l’enorme perla denominata “La Peregrina” (raffigurata in diversi dipinti di Velàsquez). I proventi dell’asta newyorkese (che era stata preceduta da tre mesi di mostra itinerante in America, Europa, Asia) sono stati destinati in parte a scopi benefici, in particolare alla “Elizabeth Taylor Aids Foundation” che sostiene i malati in tutto il mondo.