Sempre più luce da Brunello Cucinelli per l’A/I 15/16
Eh sì.
Una luce che “chiama” e attrae, che indica e affascina, che riflette e “fa” riflettere.
Una luce che conforta, insomma. E rassicura.
Proprio quel che ci vuole, in tempi come questi dove il “cupo” avanza e inquieta.
Qui, nel candido spazio che ben rappresenta la filosofia aziendale di un imprenditore che sa mettere al centro valori che vanno ben oltre la politica del business, si coglie sempre una diversità di intenti. E, quando si esce, si ha l’impressione di essere ricchi di energia e di benessere.
Da ogni capo visto nella presentazione della collezione dell’Autunno/Inverno 2015/16 di Brunello Cucinelli si sprigiona un che di avvolgente.
Calore, leggerezza, comfort, morbidezza; armonia, sicurezza, coerenza, positività.
Una positività che parte da Cucinelli stesso -il quale non demorde mai dall’essere certo nelle sue dichiarazioni sempre così ottimistiche- e che contagia senza remissione, mettendo in circolo il desiderio assoluto di credergli ciecamente. E di ritenere che questa -la via della bellezza- sia la via giusta per procedere spediti, senza remore o timore di sorta.
Una collezione calata nella terra, intinta nel latte, tuffata nel sogno.
Un tributo al lusso estremo -quello che stordisce senza però (far) cadere nell’esagerazione- e un omaggio alla natura primordiale e incontaminata, dove la materia riesce a incontrare lo spirito.
E “incontriamo”, appese alle grucce o indossate da giovani e accoglienti indossatrici, linee affusolate, lunghezze verticaleggianti, materiali soffici e impalpabili mescolati ad accessori metallici e dal sapore artigianale. Cappotti tendenzialmente smanicati -da sovrapporre ad altri pezzi come nel gioco delle scatole magiche-, maglie dalla vestibilità trasversale -da portare in qualsiasi ora del giorno- che si sostituiscono a giacche e giacchette introducendo una nuova modalità di interpretare lo “spezzato”.
Procedendo, ci “imbattiamo” in parka avvolgenti -dove le bordure di pelliccia apportano maestosità e grazia- resi alquanto femminili dalle ampiezze dei volumi e dalle rifiniture ricercate.
Ci “scontriamo” poi con abiti impalpabili dagli scolli profondi sulla schiena, con gonne fluide o a matita, con pantaloni -a volte “cortini”- dalla linea dritta dove la piega è spesso “cucita” per dare maggior risalto all’aspetto sartoriale.
Ci “troviamo faccia a faccia” con una marea di gilet declinati in svariati materiali -di cui il re risulta essere il pelo (di visone, di capra, di montone)-, facilmente dotati di cappuccio o di una insolita coulisse che sottolinea il punto-vita, focus peraltro evidenziato e reso protagonista da quasi tutti gli stilisti, quest’anno.
Ci “meravigliamo” di fronte a una particolare lavorazione di cashmere -realizzata in mesi e mesi di appassionato lavoro- che imita o simula una pelliccia, cosa che accontenta davvero tutti.
Ci “incantiamo” nello sfiorare la levigatezza dei pellami che caratterizzano le borse -zaini in primis-, le cinture dalle varie altezze, le calzature dalle svariate fogge -originali sneakers, austere derby, divertenti sandali-.
Ci “soffermiamo” nello scoprire la dolcezza dei cuscini a maglia inglese e la carezza dei raffinatissimi plaid, colmi di promesse ed evocatori di riti antichi da reiterare.
Ci “ristoriamo”, infine, grazie (come abbiamo ben sottolineato all’inizio di questa “immersione” nella luce) a tutto il chiarore dominante che esalta il resto e che fa da filo conduttore e da guida, cercando di definire le varie tonalità che ci “vengono incontro” mentre garbati vassoi colmi di spumeggianti meringhe e di pallide pastafrolle si offrono alla nostra gola…..
E quel che vien da dire si lega all’esperienza che si ottiene in virtù dell’incontro con -non ci stanchiamo mai di ripeterlo!!- la bellezza, essenza di tutto.
La bellezza -che ferma lo sguardo e toglie il fiato- del bianco totale, delle montagne innevate, dell’acqua che scorre sui sassi, dell’avorio di certi monili preziosi, delle sabbie di certi indimenticabili deserti, della divisa degli ufficiali (gentiluomini) di marina che, come un vecchio romantico film ogni tanto ci riporta alla memoria, salvano se stessi affidandosi all’amore, vero motore che, secondo noi, sta alla base delle “creature” di Brunello, stilista filosofo immensamente innamorato di quel che porta avanti con sempre fresca propensione.