Versace tribute show
Nel 2017 ricorreranno i 20 anni dall’improvvisa, tragica scomparsa di Gianni Versace (Reggio Calabria, 1946 – Miami Beach, 1997), il grande stilista italiano che – come affermò il suo amico Franco Zeffirelli – “ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività”. Per ricordare questo anniversario si stanno già organizzando eventi in tutto il mondo, a cominciare da Berlino, dove nell’autunno scorso è stato offerto un hors d’oeuvres del fashion menu che poi verrà servito.
Infatti nella capitale tedesca, presso il mall “Das Schloss”, Sabina Albano ha reso omaggio a Versace ed allo stile italiano curando due sfilate e un’esposizione di cinquanta capi prêt-à–porter degli anni ’80, tutti pezzi originali realizzati a mano, provenienti da una collezione privata, i quali rappresentano una pietra miliare nella storia della moda made in Italy. Si tratta di un’iniziativa di ampio respiro che prevede di portare in giro per il mondo il linguaggio estetico unico di uno dei padri fondatori del fashion system tricolore, e che dopo Berlino farà tappa a Monte Carlo e in Polonia.
In questi abiti si ritrova tutta la magia multiforme dello stile di Gianni Versace, che si esalta nella contaminazione di elementi decorativi delle più diverse epoche artistiche, dalla Magna Grecia al Rinascimento, dal Barocco alla Pop Art, all’insegna della sperimentazione e dell’audacia che, oltre al design, investe anche i materiali, rigorosamente innovativi, come la pelle trattata e colorata a mo’ di tessuto, la maglia metallica e le sete stampate dalle tinte chiassose.
Tornano in mente così le divine modelle degli anni ’80, sensuali e dotate di forte personalità, star prima che donne e indossatrici, chiamate da Gianni a interpretare più che a sfoggiare le sue creazioni: abiti sofisticati e stupefacenti allo stesso tempo, finanche con tratti psichedelici, inclini a lussuosi grafismi e al punk rock, commisti a stampe, decori neo-barocchi, ricami preziosi.
In effetti la golden age di Versace fu caratterizzata da una ricerca continua, che spaziava dal trash allo chic. In particolare nei favolosi anni ’80 egli concepì nuovi tagli, materiali e volumi, giocando sulle sovrapposizioni, la ricerca di mix inediti (ad esempio pelle e velluto), le asimmetrie, la maglia di metallo lavorata a laser e abbinata a pizzo e micro-cristalli.
Del resto, i rapporti di Versace con le mostre e con l’arte in generale iniziarono ben presto, se è vero che la sua prima collezione, nel lontano Marzo 1978, sfilò in passerella nel Palazzo della Permanente di Milano. Non a caso, già pochi mesi dopo la sua morte, nel Dicembre del 1997 venne inaugurata al Metropolitan Museum of Modern Art di New York la grandiosa esposizione “Gianni Versace”, curata da Richard Martin e omaggiata da prestigiosi personaggi come la direttrice di Vogue America Anna Wintour, quella di Vogue Italia Franca Sozzani, lo stilista Karl Lagerfeld, il coreografo Maurice Bejart, i cantanti Elton John, Sting, Cher, le storiche top-model Naomi Campbell, Eva Herzigova, Valeria Mazza, ed i fotografi Richard Avedon, Irving Penn e Bruce Weber che più hanno contribuito alla valorizzazione dell’immagine Versace attraverso celebri campagne pubblicitarie e libri fotografici. Tra le varie mostre a seguire, merita di essere ricordata soprattutto quella che gli tributò nell’Ottobre del 2002 il Victoria and Albert Museum di Londra – intitolata “Versace at the V&A” – in cui vennero esposti ben 130 pezzi iconici della collezione privata dello stilista, accompagnati da foto e bozzetti originali.
Ben vengano tutti gli eventi che ci ricordino il genio di questo compianto maestro e la grandezza della moda made in Italy.